Effluvio e defluvio sono termini utilizzati in dermatologia, e precisamente in ambito tricologico, per indicare diverse tipologie di caduta dei capelli, e soprattutto per inquadrare il problema e porvi rimedio.
Il ciclo di vita del capello
La caduta dei capelli, quando normale, è assolutamente fisiologica. La cute è formata da follicoli piliferi, all’interno dei quali si formano i capelli seguendo un ciclo di vita suddiviso in tre fasi:
- Anagen: è la fase di crescita del capello durante la quale si rigenera e allunga la fibra con una velocità di circa 1 cm al mese;
- Catagen: è lo stadio in cui avviene la progressiva sospensione delle funzioni vitali dove il capello smette di allungarsi rimanendo in questo stato per 2- 3 settimane, per poi entrare nella fase di riposo;
- Telogen: terza e ultima parte del ciclo vitale dove il capello non cresce più ma rimane attaccato al follicolo per circa 100 giorni. È la fase di riposo del capello che precede la caduta (durante il lavaggio o quando si spazzola).
In condizioni normali, ogni giorno perdiamo tra i 50 e gli 80 capelli, che vengono sostituiti da altrettanti nuovi. I capelli che cadono, infatti, lasciano il posto ad una nuova fase anagen nello stesso follicolo pilifero e l’avvio di un nuovo ciclo di vita del capello, che dura mediamente tra 2 e 7 anni.
Quando la caduta dei capelli è un problema
Generalmente, esistono due condizioni cliniche che definiscono la caduta di capelli un problema:
- Effluvio: si intende l’eccessiva caduta di capelli al giorno (alcune centinaia, talvolta migliaia) causato ad esempio da stress. In questi casi non vi sono danni al follicolo e, in condizioni di salute ottimali, il fenomeno è benigno e reversibile;
- Defluvio: è una caduta di capelli per lo più di entità modesta e non massiva come nell’effluvio, ma definitiva con la perdita progressiva del follicolo per sclerosi o atrofia. In pratica, i capelli che cadono saranno in gran parte perduti. Il defluvio si considera un inizio di alopecia che, se non curata, si trasformerà nella patologia vera e propria.
Quando si verifica una caduta di capelli anomala la prima cosa da fare è rivolgersi ad un dermatologo esperto tricologo per capire se il problema è dovuto ad uno stato di salute passeggero della persona, oppure se è il segnale di una patologia in corso.
Perché cadono i capelli: differenze tra effluvio e defluvio
Rispetto alle caratteristiche del capello caduto (in crescita o riposo) è possibile distinguere diversi tipi di effluvio e defluvio.
- Effluvio in telogen: è una caduta massiccia di capelli perfettamente formati e senza segni di involuzione dovuto ad un episodio emotivamente importante, forte e di breve durata, che si arresta poi spontaneamente e i capelli ricrescono. Le cause più comuni sono:
- stress acuti fisici o psicologici;
- interventi chirurgici, emorragie, avvelenamenti;
- parto e allattamento
- malattie febbrili e lutti.
- Effluvio telogen cronico: il paziente, più spesso una donna, lamenta da mesi o da anni una rilevante caduta di capelli senza variazioni stagionali e la causa va ricercata in un evento perturbante del ciclo pilare ad andamento cronico, spesso senza tendenza alla risoluzione spontanea. Malattie infettive croniche, disturbi endocrini, situazioni nevrotiche o depressive, uso o abuso cronico di farmaci, sono tutte cause possibili.
- Effluvio in anagen: si tratta di una perdita di migliaia di capelli anagen al giorno che si verifica in particolari zone della cute per squilibrio metabolico che colpisce il capello. L'esempio clinico più importante è l'alopecia areata ma anche chemioterapia antineoplastica, radiazioni ionizzanti, dieta aproteica, farmaci.
- Defluvio in telogen: è una caduta di capelli di intensità modesta, ma con le caratteristiche tipiche del capello in involuzione. Si identifica praticamente con il defluvio androgenetico e frontoparietale maschile (calvizia comune e stempiatura) mentre nel sesso femminile corrisponde a alopecia androgenetica postmenopausale, da ovaio policistico, da anoressia nervosa.
- Defluvio in anagen: si intende una caduta di capelli in crescita quale conseguenza di processi patologici che comportano la distruzione finale del follicolo pilifero. Tra le cause più comuni vi sono il lupus eritematoso discoide, il lichen alopecizzante, la follicolite decalvante.
Cosa fare contro la caduta dei capelli?
Quando i capelli si diradano e cominciano a cadere con una intensità notevole che dura per mesi, la soluzione è rivolgersi al tricologo, ossia un dermatologo specializzato in disturbi e malattie legate al cuoio capelluto, per effettuare l’analisi del capello e scoprire tutte le informazioni necessarie per fotografare la situazione e agire di conseguenza.
Il medico tricologo può intervenire dapprima con una dettagliata indagine anamnestica valutando la storia familiare, gli stati fisiologici, le abitudini alimentari, le malattie passate, seguita da eventuali osservazioni microscopiche.
Inoltre può sottoporre il paziente a semplici test come il pull test, ossia tirando dolcemente una ciocca di capelli e valutare come questi si staccano dal cuoio capelluto, oppure il wash test che consiste nel far lavare la testa al paziente dopo una settimana di astensione e nel raccogliere e poi contare i capelli caduti.
Ma l’esame più diffuso è il tricogramma. Esso viene effettuato prelevando, direttamente con una pinza, 50-100 capelli che vengono poi valutati al microscopio per studiare le alterazioni del ciclo follicolare ed eventuali anomalie del fusto.