La presbiopia è una condizione fisiologica della vista che insorge per graduale irrigidimento del cristallino, una lente situata nella camera posteriore dell’occhio, posteriormente all'iride, che permette normalmente di mettere a fuoco sulla retina le immagini di oggetti posti a varia distanza, in base al meccanismo dell’accomodazione.
Come si manifesta la presbiopia: i sintomi
Si manifesta a partire dai 40 anni circa con una difficoltà a mettere a fuoco oggetti situati a distanza ravvicinata, al di sotto dei 35-40 cm, e poi progressivamente per quelli a distanza intermedia (dai 40 cm ai 5 mt). Il presbite lamenta inizialmente disagi vissuti come transitori: tensione oculare, affaticamento della vista durante la lettura, nei lavori manuali e nell'uso di videoterminali, specialmente nelle ore serali.
Nel tentativo di ridurre lo sforzo, adotta una gestualità tipica: l’atteggiamento ricorrente del presbite è quello di allontanare la testa e di allungare le braccia per aumentare la distanza dall’oggetto da visualizzare. Con il passare degli anni, le persone che non sono portatrici di difetti visivi (miopia, astigmatismo, ipermetropia) o che utilizzano lenti adatte a correggere tali difetti, presentano uno sfocamento nella lettura e non riescono a distinguere i particolari degli oggetti posti a breve e media distanza senza l'aggiunta di lenti positive, con effetto ingrandente.
Presbiopia: insorgenza e incidenza nella popolazione
Statisticamente la Presbiopia si manifesta intorno ai 40 anni e coinvolge ugualmente uomini e donne. È considerata attualmente il disturbo visivo più diffuso: si stima che, in seguito all’allungamento della vita media nel mondo occidentale e al miglioramento delle condizioni sanitarie, nei prossimi anni più della metà della popolazione italiana sarà presbite.
Come si corregge la presbiopia?
Il cristallino con l'avanzare dell'età perde la sua elasticità e non riesce a modificare la sua forma in risposta alla contrazione e al rilasciamento del muscolo ciliare, che regola la messa a fuoco alle varie distanze.
Esistono diversi stadi di progressione della presbiopia; in relazione all’età di insorgenza e all’entità delle sue manifestazioni si individuano tre tipologie di presbiti:
- giovane presbite (40-45 anni): manifesta i primi problemi nella lettura da vicino e nell’osservazione dei particolari posti a breve distanza. In genere fa un uso flessibile della correzione poiché conserva una certa capacità di accomodazione e si aiuta allontanando gli oggetti e ricercando condizioni di luminosità favorevoli.
- Presbite (45-55 anni): per la maggior parte delle attività a distanza ravvicinata e intermedia ha bisogno di una correzione con lenti specifiche.
- Presbite avanzato (oltre i 55 anni): necessita di una correzione costante per svolgere attività a distanza ravvicinata ed intermedia (poiché la sua capacità di accomodazione si è notevolmente ridotta).
I soggetti portatori di miopia lieve o media riescono in alcuni casi a compensare la presbiopia e a leggere senza l'uso degli occhiali; nella maggior parte dei casi è necessaria una lente correttiva specifica per le attività a breve distanza o è possibile utilizzare lenti progressive, che consentono la messa a fuoco alle varie distanze, a seconda della zona della lente che viene utilizzata in base alla direzione dello sguardo.
In alternativa, ci possono essere: tra i 40 e i 50 anni, un breve trattamento laser può essere sufficiente. Dopo i 50, si può optare per la sostituzione del cristallino con una lente intraoculare, che non solo risolve la presbiopia, ma previene anche la necessità di un intervento per cataratta.