Che cos'è
La spondilodiscite è un'infiammazione localizzata a livello delle vertebre (spondilite) e dei dischi intervertebrali (discite) che può essere provocata da malattie infiammatorie (artrite reumatoide, artrite psoriasica, e artriti infiammatorie di altra natura) o infettive (tubercolosi, brucellosi, salmonellosi, ecc).
Diagnosi
La diagnosi deve considerare queste due grandi possibilità ed essere orientata in base a specifici esami immunologici e microbiologici (esami colturali e sierologici), oltre a quelli di stretta pertinenza ortopedica.
In alcuni casi è necessario ricorrere ad esami bioptici anche se la positività si osserva in circa il 53% dei casi.
Terapia
La Terapia stessa deve essere orientata in base alla causa della spondilodiscite e quindi, nel caso delle forme infiammatorie, essere basata sull'impiego di farmaci Anti-infiammatori (ad es. FANS, cortisone, ecc).
La risposta terapeutica è migliore nelle fasi iniziali della malattia mentre nelle forme avanzate le alterazione che si realizzano a livello delle articolazioni può provocare instabilità e lussazione delle vertebre. Parallelamente, si può osservare la comparsa di speroni ossei e ipertrofia delle superfici articolari tra le vertebre con riduzione delle dimensione dello stesso canale vertebrale.
In questa fase si deve considerare una terapia chirurgica che ha lo scopo principale di ridurre la lussazione e stabilizzare le vertebre e, se necessario, risolvere il restringimento del canale vertebrale.
Nel caso delle forme infettive, la cui causa più frequente è l'Infezione da stafilococco aureo (42-84% dei casi), seguito dai Gram negativi e dai batteri anaerobi, la terapia d'elezione è quella antibiotica. Nel caso in cui si abbia una progressione non contrastata dell'infezione, si osserva la progressiva distruzione della vertebra stessa fino alla comparsa di fratture patologiche. Anche il disco intervertebrale può essere coinvolto dall'infezione ed essere sede di raccolta di pus che può progredire e formare un ascesso nei tessuti che circondano le vertebre. Questa raccolta ascessuale può progredire, se l'infezione non viene controllata, lungo la colonna vertebrale oppure penetrare nel canale vertebrale e infettare le strutture nervose contenute.
In questi casi estremi, oltre alla terapia antibiotica guidata dall'emocoltura con antibiogramma, si può dovere ricorrere al trattamento chirurgico con asportazione delle raccolte ascessuali, riparazione vertebrale, anche se le complicanze in condizioni di simile estensione e gravità del processo infettivo sono frequenti.
In genere i chirurghi sono restii ad operare su campi operatori infetti e ad impiantare supporti per la stabilizzazione e il sostegno delle vertebre in condizioni simili. Nonostante le esperienze a riguardo siano limitate, i risultati sembrano essere confortanti.