La Varicella è una malattia infettiva ad altissima contagiosità, caratterizzata dalla presenza su tutta la superficie corporea di lesioni a differente stadio di evoluzione: macchie rosse, vescicole, pustole e croste. È una malattia che fa parte delle malattie esantematiche dell’età infantile e, a causa della sua elevatissima contagiosità, è molto raro che si trovi un adulto che non l’abbia contratta da bambino; anche se questa evenienza non è eccezionale (nonni che contraggono l’infezione dai nipotini, ad esempio).
Le cause della varicella
La varicella è causata dall’infezione da parte del VZV (virus Varicella-Zoster), che colpisce solamente l’uomo, anche se un ceppo molto simile è stato dimostrato anche nelle scimmie. Il Virus penetra attraverso le vie aeree e probabilmente inizia la sua replicazione già all’interno delle cellule delle alte vie respiratorie, per cui si spiega la ampia diffusione precoce delle lesioni cutanee, mediante disseminazione sanguigna.
Come avviene il contagio
La varicella ha uno tra i maggiori poteri contagianti di tutte le malattie infettive, per cui è molto difficile che esista un adulto che non l’abbia contratta in età pediatrica. Il contagio può precedere di 24 la comparsa dell’eruzione (e questo spiega la nascita di epidemie a livello scolastico) e si protrae per non oltre 5 giorni dopo la comparsa dell’esantema, motivo per cui l’obbligo di isolamento non dura oltre una settimana.
Il tempo di incubazione è di circa 14 giorni, anche se il 99% dei casi si verifica dopo 10 giorni dall’esposizione. Il contagio avviene per contatto diretto, oltre che per via aerea, dal momento che il virus non sopravvive nell’ambiente esterno.
Segni e sintomi della varicella
Il segno principale della malattia è l’eruzione diffusa, di tipo centripeto: inizia al tronco e in breve si diffonde agli arti e al capo. Le lesioni sono presenti nei vari stadi di sviluppo (da cui il termine varicella, dal latino varius), con macchie, papule, vescicole, pustole e croste contemporaneamente disseminate. Le lesioni, che nell’adulto sono in genere più considerevoli, sono fortemente pruriginose e il grattamento, soprattutto nei bambini, può associare all’esantema anche escoriazioni. La comparsa di nuove lesioni prosegue per 3-4 giorni; passato questo periodo il rash si stabilizza e tutti gli elementi progressivamente si seccano e si ricoprono di crosticine.
Per quanto riguarda i sintomi generali, sono vari come presenza e come intensità: la febbre in genere non supera i 38.5 °C e i sintomi generali sono lievi. Nell’adulto la malattia è più compromettente: astenia, artralgie, cefalea, mialgie sono sintomi frequenti e possono anche precedere l’eruzione cutanea di 24-48 ore.
Le complicanze in età pediatrica sono molto rare e riguardano la sovrainfezione batterica delle lesioni, peggiorata dal grattamento. Sono anche descritti casi di complicazioni neurologiche gravi, potenzialmente letali (si ritiene che il 20% dei casi di sindrome di Reye sia preceduto da infezione da VZV). Nell’adulto, invece, sono frequenti i casi di ricovero e possono manifestarsi polmonite interstiziale diffusa ed encefalite fulminante.
Terapia
Non esiste una Terapia specifica: il cardine dell’assistenza si basa sulla prevenzione delle infezioni cutanee e sul sollievo dal prurito. La prima si può realizzare tenendo il paziente pulito e consigliando saponi antibatterici; il prurito può essere alleviato con prodotti locali (polveri e creme rinfrescanti ed antistaminici) e, nei casi particolarmente fastidiosi, anche con antistaminici per via orale.
Dal momento che la causa più frequente di sindrome di Reye in età pediatrica è la somministrazione di acido acetil-salicilico, si devono assolutamente evitare i prodotti che lo contengono.
La terapia antivirale, a base di acyclovir e derivati, può essere utilizzata nei pazienti immunodepressi, in quelli affetti da importanti patologie e nei soggetti in terapia cortisonica, anche se l’efficacia contro il VZV non è elevata come contro l’herpes simplex.
Come prevenire la varicella
Per la prevenzione della varicella esistono alcuni prodotti, ma occorre sottolineare che la malattia è benigna, per cui il ricorso ad immunoglobuline specifiche o a farmaci antivirali è consigliabile solamente in alcune categorie di persone:
- soggetti immuno-compromessi a causa di patologie o di terapie;
- neonati da madri che hanno presentato la varicella nella settimana del parto;
- neonati prematuri;
- pazienti trattati mediante trapianto di midollo osseo.
È disponibile anche un vaccino, somministrabile mediante due dosi, che presenta un’efficacia del 98% e che dovrebbe essere riservato alle seguenti categorie di persone:
- medici e personale sanitario, soprattutto se si occupano di pazienti immunodepressi;
- insegnanti e personale scolastico;
- militari;
- donne in età fertile (ricordando che deve passare almeno un mese tra la somministrazione del vaccino e l’inizio di un’eventuale gravidanza).
Come per tutti i vaccini, anche quello contro la varicella può causare degli effetti collaterali, ma generalmente di lieve entità e sicuramente minori rispetto alla malattia stessa.