Inoltre, i concetti cognitivi completano (e possono anche sussumere) costrutti come 'motivazione inconscia' nella teoria psicanalitica, e 'rinforzo' o 'condizionamento' nel comportamentismo. Nella teoria della terapia cognitiva, la natura e la funzione dell'elaborazione dell'informazione (ad es. l'attribuzione di significato) costituisce la chiave per comprendere il comportamento disfunzionale e il processo terapeutico positivo.
La teoria cognitiva della psicopatologia delinea specificatamente la natura dei concetti e delle credenze soggettive le quali, quando attivate in certe situazioni, sono disadattive e disfunzionali. Tali concettualizzazioni idiosincratiche (ad es. credenze irrazionali, giudizi arbitrari, inferenze scorrette, pregiudizi, convinzioni negative personali) possono anche essere considerate come teorie personali informali.
La concettualizzazione cognitiva della psicoterapia fornisce strategie per correggere tali concetti e credenze. Perciò, il quadro teorico della Terapia cognitiva costituisce una 'teoria di teorie'; essa è una teoria formale degli effetti di teorie personali (informali) o costruzioni di realtà. A tale riguardo, la teoria cognitiva clinica è debitrice in una certa parte alla teoria di George Kelly, cioè il modello dei costrutti personali (Kelly, 1955).
La Teoria è essenziale alla pratica clinica. È stato recentemente affermato che la teoria cognitiva costituisce una teoria unificatrice per la psicoterapia e la psicopatologia (Alford, Beck, 1997; Norcross, Goldfried, 1992; Beck, 1996). Il quadro teorico delle terapie efficaci dovrebbe ordinare i comportamenti terapeutici (del trattamento) e le variabili psicologiche rilevanti in un sistema di psicoterapia, e costituisce un modello coerente per la pratica clinica generale (Dell'Erba, 1997).
Gli assiomi del modello sottostante alla Psicoterapia Cognitiva sono i seguenti:
- la direzione centrale per il funzionamento psicologico o per l'adattamento psicologico consiste di strutture cognitive che assegnano un significato (meaning-making), denominate 'schemi'. 'Significato' si riferisce all'interpretazione dell'individuo di un dato contesto e delle relazioni con quel contesto con il proprio sé (focus organizzatore della mente);
- la funzione di 'attribuzione di significato' (sia automatica sia ad un livello deliberato ed intenzionale) è di controllare i vari sistemi psicologici (ad esempio, comportamentale, emotivo, attentivo, mnestico). Perciò, il significato attiva delle strategie per l'adattamento;
- le influenze tra i sistemi cognitivi ed altri sistemi sono interattive;
- ogni categoria di significato ha implicazioni che sono tradotte in specifici patterns di emozioni, attenzione, memoria, comportamento. Ciò è denominato 'specificità cognitiva di contenuto';
- sebbene i significati sono costruiti dal soggetto, piuttosto che essere preesistenti componenti della realtà, essi sono corretti o scorretti in relazione a dati contesti o scopi del soggetto. Quando distorsioni cognitive o biases avvengono, i significati sono disfunzionali o disadattivi (in termini di attivazione di sistemi). Le distorsioni cognitive includono errori nel contenuto cognitivo (significato), nella processazione ed elaborazione cognitiva (elaborazione di significati), o entrambi;
- gli individui sono predisposti a specifiche costruzioni cognitive fallaci (distorsioni cognitive) che possono avere un senso nella elaborazione routinaria ed economica delle informazioni nella vita del soggetto, e possono essere considerate come generali deficit del sistema mentale. Questi errori di elaborazione possono diventare predisposizioni a specifiche stabili distorsioni quando sono concettualizzate ed inserite in più ampio quadro o schema che contiene temi personali specifici, e quindi tali distorsioni possono essere sono denominate come "vulnerabilità cognitiva". Vulnerabilità cognitive specifiche predispongono i soggetti a sindromi specifiche; la specificità cognitiva e la vulnerabilità cognitiva sono interrelate;
- la psicopatologia deriva da significati disadattivi costruiti in relazione al sé, al contenuto ambientale (esperienza), ed al futuro (scopi), i quali insieme sono denominati 'triade cognitiva'. Ciascuna Sindrome clinica ha significati disadattivi caratteristici associati alle componenti della triade cognitiva. Ad esempio, tutti i tre componenti sono interpretati negativamente nella depressione. Nell'ansia, il sé è visto come inadeguato (a causa di insufficienti risorse), il contesto è concettualizzato come pericoloso, e il futuro appare incerto. Nella rabbia e nel disturbo paranoide il sé è interpretato come maltrattato o abusato da altri, e il mondo è visto come ingiusto e contrastante i propri interessi. La specificità cognitiva di contenuto è correlata in tal modo alla triade cognitiva;
- ci sono due livelli di significato: a) quello 'oggettivo' o 'significato pubblico'; e b) quello 'personale' o 'significato privato'. Il significato personale, diversamente da quello pubblico, include implicazioni, significazioni, o generalizzazioni tracciate a partire dalla occorrenza di un evento (Beck, 1976). Il significato personale o livello privato di significato è stato anche affrontato da vari autori come il concetto di 'dominio personale' (Kelly, 1955; Guidano, Liotti, 1983; Gardner, 1985);
- ci sono tre livelli di cognizione: a) il livello preconscio, non intenzionale, automatico (ad es., 'pensiero automatico'); il livello conscio; e c) il livello metacognitivo, il quale include risposte 'realistiche' (adattive) o 'razionali' (funzionali). Ognuno di essi svolge funzioni utili all'individuo; ma il livello conscio è di primario interesse nel miglioramento CLINICO del trattamento psicoterapico, oltre che nel generale apprendimento di informazioni;
- gli schemi si sviluppano per facilitare l'adattamento dell'individuo al suo ambiente, e sono in questo senso 'strutture teleonomiche'. Perciò, un dato stato psicologico (costituito dall'attivazione di un sistema) non è né adattivo né disadattivo in sé stesso, ma soltanto in relazione al contesto del più generale ambiente fisico e sociale in cui l'individuo vive.
Questi 10 assiomi costituiscono i principi formali contemporanei della teoria cognitiva.