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Cura e prevenzione del tumore al seno

Cura e prevenzione del tumore al seno

I controlli per la prevenzione del tumore al seno dovrebbero iniziare intorno ai 30 anni, con visita senologica ed ecografia annuali.
In questo articolo:

Il tumore al seno è la neoplasia più diffusa ed è la prima causa di morte per tumore nella popolazione femminile. Studi statistici hanno rilevato che una donna su 8 ammala di un carcinoma mammario. Nel 2021 in Italia sono stati stimati circa 55.000 nuovi casi.

Esami da fare per la diagnosi di tumore al seno

Le metodiche per una diagnosi corretta sono ormai entrate nell’uso quotidiano e risultano molto efficaci, anche in caso di lesioni piccole: 

  • esame clinico: consiste nella ispezione e palpazione dei seni allo scopo di verificare la presenza di noduli, alterazioni o secrezioni del capezzolo e della pelle, edemi regionali.
  • Mammografia: è l'esame più importante per porre diagnosi poiché permette di verificare l'esistenza di noduli, microcalcificazioni, segni di infiltrazione e distorsione del tessuto. La mammografia consente di rilevare anche lesioni di pochi millimetri e, con i nuovi apparecchi, di prelevare un campione per la biopsia.
  • Ecografia: è utile come integrazione dell'esame clinico e della mammografia, soprattutto nel caso di donne giovani con seni che risultano densi e, quindi, “opachi” alla mammografia.
  • Esame citologico con aspirazione tramite ago sottile: conferma o esclude la diagnosi di tumore in presenza di esami strumentali dubbi.

Come curare il tumore al seno?

Il tumore può essere trattato con terapie locali, che hanno lo scopo di rimuovere la parte malata, e generali (terapie sistemiche) che hanno lo scopo di prevenire le recidive e le metastasi o di rendere operabili masse tumorali in stadio avanzato.

Tra le terapie locali, l'intervento chirurgico è il trattamento di elezione. Se il tumore è piccolo, si asporta solo la parte malata. All’intervento segue, per evitare recidive locali, una radioterapia sulla mammella residua. Nel caso di tumori più grossi e o di seni piccoli, dove il risultato estetico potrebbe risultate non soddisfacente, si preferisce l’asportazione del seno seguita da una ricostruzione protesica. In questo caso non è necessaria la radioterapia complementare.
La chirurgia ha un ruolo importante anche nella stadiazione della malattia, consentendo, attraverso l’asportazione dei linfonodi ascellari e l’analisi istologica dei primi linfonodi ascellari (linfonodo sentinella), di valutare l’estensione della malattia. In caso di presenza di cellule tumorali in tali linfonodi, è necessario procedere alla rimozione completa di tutti i linfonodi ascellari (linfadenectomia o “svuotamento ascellare”).

Per quanto riguarda le terapie sistemiche, la terapia endocrina è molto efficace per i tumori caratterizzati dalla presenza di recettori per ormoni steroidei (detti ormono-dipendenti) e mira a contrastare l'effetto degli estrogeni sulle cellule tumorali.
La chemioterapia, efficace per i tumori non ormono-dipendenti, consiste nella somministrazione di un farmaco o di una combinazione di farmaci (detti antiblastici o citotossici) per alcuni giorni al mese (cicli) per circa 6 mesi. La chemioterapia a seconda del modo di somministrazione può essere effettuata in ospedale, dal proprio medico o anche a casa. I chemioterapici hanno la funzione di bloccare la crescita di cellule tumorali residue che, nonostante l'intervento chirurgico o l'eventuale radioterapia, possono essere ancora in circolo.

Prevenzione del tumore del seno

Prevenzione primaria
Poche sono le misure attuabili per evitare l’insorgenza del tumore al seno. Purtroppo, tra i molteplici fattori che condizionano l’insorgenza di un tumore alla mammella, solo pochi sono controllabili con le abitudini personali:

  • l’esercizio fisico
  • il controllo del peso
  • una dieta povera di grassi animali e ricca di alimenti tipici della dieta mediterranea (olio d’oliva, pesce azzurro, frutta, verdura, cereali)
  • assunzione moderata di alcol.  

Prevenzione secondaria o diagnosi precoce
In assenza di una autentica prevenzione primaria, si possono evitare i danni derivanti dalla malattia. Il modo più efficace è l’adesione ad adeguati programmi di screening (controlli periodici) al fine di effettuare una diagnosi precoce. Scopo dello screening in assenza di segni di malattia è individuare un tumore quando è ancora molto piccolo, curabile con efficacia e con terapie poco invasive.

La diffusione su larga scala dei programmi di screening mammografico, a partire dalla seconda metà degli anni ’90, ha contribuito a determinare, in Italia, riduzione della mortalità e di mastectomia. Lo screening viene eseguito, ogni due anni, sulla popolazione femminile compresa tra i 50 ed i 69 anni; è ancora dubbia la reale utilità dello screening al di sotto e al di sopra dei due limiti di età.

Tuttavia, è consigliabile, e molte donne sempre di più lo richiedono, effettuare il cosiddetto screening spontaneo, ovvero un programma di controlli personalizzato anche prima dei 50 anni. Non esistono linee guida sulla età di inizio e sulla periodicità dei controlli che dovrebbero pertanto essere pianificati assieme al medico di fiducia.

I controlli dovrebbero iniziare intorno ai 30 anni, con visita senologica ed ecografia annuali, integrando dopo i 40 con mammografia ogni due/tre anni. L’autoesame del seno, sebbene da non considerarsi un vero strumento di diagnosi precoce, è tuttavia un importante strumento diagnostico. Infatti, solo la donna che ha imparato a conoscere il proprio seno è in grado di individuare piccolissimi cambiamenti da segnalare al proprio medico.

Ultimo aggiornamento: 28 Settembre 2023
5 minuti di lettura

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