Quando parliamo di Dolore dobbiamo distinguere due tipi di dolore: quello utile e quello inutile.
Il dolore sintomo per esempio è un dolore utile: pensiamo ad un attacco di appendicite e all'utilità che il dolore in questo caso ha perchè Sintomo della patologia.
Il dolore inutile invece perde questa connotazione positiva e rappresenta una vera e propria malattia: esso non è sintomo di alcuna patologia ma spesso accompagna le patologie, peggiorando la performance fisica del paziente stesso.
Un esempio calzante è rappresentato dall'autoritratto della pittrice Frida Kahlo che fin da giovane ha convissuto con il dolore: la performance fisica rovinata va ad incidere anche sulla sfera emotiva del paziente e sulla sua vita sociale.
Per questo dolore inutile è nata la Medicina del Dolore.
La Medicina del Dolore non è una Specializzazione: ad oggi non esiste alcuna Scuola di specializzazione della Medicina del Dolore. La branca più vicina è rappresentata dalla Terapia Antalgica.
Obiettivo della Medicina del Dolore è prendere in cura non tanto e non solo la malattia, ma soprattutto il paziente sofferente e quindi ogni aspetto del dolore malattia. La Medicina del Dolore vuole scoprire i due volti del dolore: il dolore fisico e il dolore emotivo, quest'ultimo conseguente sia dall'aspetto propriamente emotivo del dolore (le paure, le angoscie, il senso di solitudine del paziente) sia dall'aspetto sociale (il non poter più lavorare, il non sentirsi realizzato).
Il Dolore Fisico è naturalmente quello più studiato, sia dal punto di vista fisiopatologico sia dal punto di vista farmacologico e di metodiche. Oggi a riguardo esistono dei protocolli farmacologici efficaci e sicuri.
Il Dolore è anche emotivo: pensiamo all'aborto. Frida Kahlo in un altro quadro autobiografico ha riportato questo dolore, questa sofferenza per la perdita, per non essere diventata madre, per la depressione.
Da una ricerca effettuata dalla regione Emilia-Romagna è emerso che le necessità più importanti per il paziente con dolore inutile sono:
- ricevere una terapia per il proprio dolore
- avere la presenza delle persone care
- ricevere sostegno psicologico e morale
- comunicare la propria sofferenza
- dare un senso alla propria vita
Medicina del Dolore dunque significa passare dalla semplice cura/terapia del paziente al prendersi cura del paziente: l'obiettivo è dare sostegno al paziente e a questo sono chiamati non solo i medici ma anche altre figure quali lo psicologo, l'assistente sociale e soprattutto i familiari e gli amici, ovvero tutto il mondo che vive con il paziente la sua quitidianità.
Ne quadro di Munch, "La Malattia", è evidente la partecipazione delle persone alla malattia del paziente mentre quest'ultimo non è affatto visibile. Il dolore provato dal paziente è manifestato attraverso gli occhi delle persone che lo circondano.
Per la Medicina del Dolore il contributo di Tutti è fondamentale, perchè "il mondo vivente non è altro che una Coscienza rivestita di Carne e Ossa, ma è soprattutto una Coscienza".
Intervento Prof.ssa Rosa Palomba - 10 aprile 2008 "...Per non soffrire più".