Il Tumore del Colon retto - Trattamento personalizzato della malattia metastatica - L’importanza di biomarcatori come il gene KRAS - Il test del gene KRAS - Il programma KRAS aKtive
Il tumore del colon retto, generalmente noto come tumore dell’intestino, è una delle neoplasie maligne più diffuse al mondo: per diffusione, è il quarto carcinoma tra gli uomini e il terzo tra le donne. Dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste le pareti interne dell’intestino, deriva, nella maggior parte dei casi, dalla trasformazione maligna dei polipi (piccole escrescenze di per sé benigne), con una probabilità che aumenta con l’aumentare delle dimensioni dei polipi stessi.
Oggi il tumore del colon retto, come molti altri tumori, è curabile, specie se individuato in tempo. In molti casi, dunque, i pazienti operati con successo per un primo tumore del colon Retto (o tumore primitivo), possono considerarsi guariti.
In altri casi, invece, accade che si sviluppino una o più
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Trattamento personalizzato della malattia metastatica
L’intervento chirurgico rappresenta la prima risorsa per la cura del cancro primitivo dell’intestino. Per il trattamento delle metastasi, invece, la chirurgia costituisce un punto d’arrivo. Negli stadi avanzati, infatti, il tumore è raramente operabile in mancanza di altri trattamenti che ne riducano le dimensioni e il numero, in particolare la chemioterapia e, oggi, le
La chemioterapia (che può essere usata nei pazienti sottoposti a chirurgia) è stata fino a ieri la sola risorsa dell’oncologia per tentare di ridurre la massa tumorale, alleviare sintomi e dolore e per allungare la sopravvivenza.
Le terapie personalizzate a base di anticorpi monoclonali sono state sviluppate negli ultimi anni per bloccare la crescita del tumore interferendo con alcune particolari molecole che sono necessarie alla sua proliferazione. Gli anticorpi monoclonali possono essere più efficaci e più tollerabili degli altri trattamenti, poiché attaccano specificamente le cellule tumorali, ma non le cellule sane.
Uno di questi anticorpi, il cetuximab, colpisce specificamente il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR, Epidermal Growth Factor Receptor) e, se associato alla chemioterapia standard, si è dimostrato in grado di inibire la proliferazione cellulare, la sopravvivenza, la mobilità e la diffusione del tumore.
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L’individuazione di particolari molecole (dette biomarcatori) in un tumore può fornire indicazioni su quali trattamenti mirati potranno essere efficaci, aiutando l’oncologo a selezionare fin dall’inizio il trattamento più appropriato per ogni paziente e migliorando i risultati complessivi a lungo termine.
Una delle molecole che si è dimostrata più efficace come biomarcatore nel cancro del colon retto è il gene che codifica per la proteina KRAS. Quest’ultima gioca un ruolo chiave in una complessa cascata di stimoli coinvolta nel processo di sviluppo e progressione del tumore. La proteina KRAS regola, infatti, le altre proteine, a valle del processo della via di trasduzione dell’EGFR, una sorta di 'catena di comando' per la sopravvivenza del tumore, la sua proliferazione e per la formazione di metastasi.
In circa il 60% dei pazienti con cancro metastatico del colon retto, il gene per la proteina KRAS è normale (KRAS wild type). La proteina normale (wild type) è 'accesa' o spenta dal recettore dell’EGF che funziona come un interruttore. Se il gene KRAS è mutato produce una proteina KRAS permanentemente attiva indipendentemente del recettore dell’EGF.
In questo caso la crescita e la proliferazione del tumore avviene anche quando l’interruttore del meccanisco (il recettore EGF) è bloccato da una terapia anti-EGFR come il cetuximab. Pertanto, verificare se il gene KRAS sia mutato oppure no aiuta ad identificare i pazienti che potranno maggiormente beneficiare del trattamento con farmaci a bersaglio molecolare.
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Il test del gene KRAS
Il KRAS test è lo strumento messo a disposizione dalla ricerca scientifica per accertare lo stato del gene KRAS (se mutato oppure wild-type), ed è ormai utilizzato dalla maggior parte degli oncologi europei e italiani fin dal momento della diagnosi.
Esso permette di conoscere in anticipo se un determinato paziente risponderà al trattamento con anticorpo anti-EGFR in associazione alla chemioterapia.
- Il test del KRAS è effettuato su un campione di tessuto tumorale;
- il tessuto tumorale è inviato al laboratorio per analizzare lo stato mutazionale del KRAS;
- i risultati aiutano l’oncologo a selezionare il trattamento più efficace per ogni singolo paziente.
Infatti, nei pazienti con tumore KRAS non mutato, l’associazione dell’anticorpo monoclonale anti-EGFR alla chemioterapia raddoppia la probabilità di rispondere al trattamento e riduce la massa tumorale, determinando la riduzione dei sintomi. In particolare, nel 69% dei pazienti colpiti da tumore KRAS wild-type e trattati con cetuximab in associazione a chemioterapia, si verifica una precoce riduzione della massa tumorale (rispetto al 46% dei pazienti KRAS wild type trattati con la sola chemioterapia standard).
Un beneficio clinico a lungo termine che si è tradotto in un aumento di oltre il 20% nella sopravvivenza media complessiva rispetto ai pazienti trattati con la sola chemioterapia standard, in un maggiore sollievo dei sintomi o in un mantenimento, per periodi più lunghi, dell’assenza dei sintomi.
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Per supportare i Centri clinici nell'esecuzione di un test genetico importante come il KRAS test, che consente di personalizzazione la terapia del tumore del colon retto metastatico, è in funzione dal 2009 una vera e propria rete di Centri di Anatomia patologica e di Biologia molecolare sparsi in tutta Italia in grado di effettuare il test, collegati attraverso il sito www.kras-aktive.it.
In questo modo, ogni ospedale sul territorio nazionale può essere in condizione di ottenere un’affidabile determinazione del KRAS a fini diagnostici in poco più di quindici giorni.
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Fonti:
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