Il trattamento cognitivo comprende degli stadi che definiscono specifici obiettivi da raggiungere, e che costituiscono delle "abilità" del soggetto al fine di realizzare un adattamento funzionale al proprio contesto e ridurre l'intensità delle proprie reazioni emotive negative.
Il primo stadio è quello che si occupa di fornire al soggetto un modello razionale e comprensibile in modo che possa essere condiviso con lui; in tale ambito il terapista è disponibile a chiarire ogni punto oscuro ed a rispondere alle naturali domande sulle cause, sui sintomi, sull'andamento, sulla Epidemiologia, e sulle caratteristiche generali del disturbo e del trattamento.
I punti centrali che devono essere affrontati sono il modello ABC, le caratteristiche del sistema mentale, le distorsioni cognitive, le reazioni emotive e comportamentali.
Il secondo stadio deve occuparsi dello sviluppo della capacità di raccogliere informazioni riguardo gli eventi attuali, le reazioni emotive conseguenti e le cognizioni; l'automonitoraggio deve essere finalizzato alla raccolta dei dati necessari per pianificare i successivi INTERVENTI specifici.
Il successivo stadio riguarda la individuazione e la modificazione delle cognizioni disfunzionali; l'uso di tecniche cognitive mirate alla identificazione, verifica e cambiamento delle cognizioni disfunzionali è utilizzato in connessione con l'obiettivo di accrescere l'informazione del soggetto.
Il fine delle tecniche cognitive è quello di far acquisire al soggetto maggiore informazione e di poter modificare le inferenze e valutazioni mediante interventi di verifica empirica diretta dei contenuti e dei significati che il soggetto attribuisce agli eventi.
Gli interventi sono insieme sia classicamente cognitivi che comportamentali, in quanto lo scopo centrale è la acquisizione di maggiori informazioni e ristrutturazione del significato soggettivo disfunzionale.
Il momento successivo si concentra sullo sviluppo di abilità di decentramento del soggetto rispetto a proprie attività cognitive e comportamentali, abilità definite "metacognitive".
Tali interventi permettono al paziente di affrontare un momento successivo nel quale il terapista ed il paziente ricollegano temi e contenuti presenti nelle valutazioni ed assunzioni personali del soggetto con la storia di vita e gli accadimenti importanti nella prospettiva del paziente stesso.
Lo stadio che segue riguarda la identificazione di significati generali e sovraordinati, gli schemi personali, che costituiscono il punto di vista privilegiato tramite il quale è possibile una ricostruzione più adattiva e funzionale.
Lo stadio finale riguarda la costruzione di abilità per prevenire ricadute ed utilizzare le informazioni e conoscenze acquisite per intraprendere direzioni alternative sia nelle condotte specifiche sia nella progettualità del paziente.
Ogni fase nel flusso dell'intervento psicoterapeutico è situata in un contesto favorente e positivo che deve essere costruito insieme al paziente.
Il posto della relazione terapeutica nella Psicoterapia Cognitiva è centrale (Semerari, 1996); essa viene definita sia come una relazione positiva nella quale uno dei due agenti viene giudicato dall'altro come una fonte plausibile ed autorevole sia come una base sicura (nell'accezione di Bowlby, di figura di attaccamento, o che attiva gli schemi riferiti dal soggetto ad una figura di attaccamento) (Bowlby, 1989). Le caratteristiche del trattamento cognitivo sono direttamente connesse con il tipo di relazione stabilita tra paziente e terapeuta, ed in particolare si ritrovano l'uso di un atteggiamento EMPIRICO teso alla pianificazione di situazioni di verifica diretta da parte del paziente delle proprie assunzioni e credenze, l'uso del dialogo socratico e della scoperta guidata nella identificazione e ristrutturazione dei significati disadattivi, l'assegnazione di compiti da realizzare tra una seduta e l'altra aventi il ruolo duplice di attivatori del processo terapeutico e condotte di responsabilizzazione riguardo la propria condizione.
Ultimo aggiornamento: 18 Marzo 2015
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