Una delle acquisizioni terapeutiche più significative degli ultimi anni è stata certamente quella di avere spostato l'obiettivo del trattamento dell'Ipertensione arteriosa dalla "malattia", ovvero il rilievo dei valori pressori elevati, al "paziente con elevati valori pressori" nel quale il rischio di eventi cardiovascolari dipende dalla interazione tra i valori di pressione arteriosa e la coesistenza di altri fattori di rischio.
Alla luce di queste considerazioni e per una classificazione del paziente finalizzata ad una corretta scelta terapeutica, le linee guida suggeriscono di considerare nel paziente iperteso non solo l'entità del rialzo pressorio, ma anche l'assenza o presenza di altri determinanti del rischio quali il danno d'organo bersaglio e i fattori di rischio aggiuntivi unitamente alla coesistenza di altre condizioni cliniche.
L'obiettivo principale della terapia antiipertensiva nel soggetto adulto (età 18-80anni) iperteso e non complicato è quello di riportare e mantenere i valori pressori al di sotto del livello di soglia di 140/90 mmHg (meglio sarebbe l'attuale obiettivo della
Ciò richiede un intervento individuale che prende in considerazione tre aspetti:
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Abbassamento dei valori pressori
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Correzione dei fattori di rischio modificabili
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Diagnosi e Follow-up delle condizioni cliniche associate
L'ipertensione arteriosa si presenta raramente come fattore di rischio isolato rispetto ad altri fattori di natura aterogenica con i quali essa si associa determinando una condizione di potenziamento reciproco che accresce l'entità del rischio soggettivo.
I fattori di rischio cardiovascolare sono quelle caratteristiche che, quando presenti, fanno prevedere una maggiore probabilità di sviluppare nel tempo malattie cardiovascolari ed essi si differenziano in fattori non modificabili e modificabili.
Fattori non modificabili:
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età
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sesso
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familiarità per eventi cardiovascolari prematuri
Fattori modificabili:
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ipertensione arteriosa
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fumo
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aumento del Colesterolo totale e LDL
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diminuzione del colesterolo HDL
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ipertrofia cardiaca
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diabete mellito
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obesità
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vita sedentaria