Roma, 19 mag. (AdnKronos Salute) - L'unione fa la forza per dare scacco all'Hiv e vincere una sfida importante: curare al meglio i bambini che nascono sieropositivi per 'negativizzare' immediatamente l'infezione da Virus Hiv-Aids e sviluppare più rapidamente, proprio grazie alle cellule dei più piccoli, farmaci che in futuro potrebbero eliminare per lunghi periodi, e forse definitivamente, il virus dall'organismo dei malati. Il tutto azzerando, o almeno riducendo significativamente, le nicchie di resistenza all'interno delle quali i farmaci di oggi non riescono ad agire. Parte dall'Italia questa nuova sfida al virus dell'Aids. Grazie alla piattaforma di Fondazione Penta, network internazionale che riunisce centri universitari di altissimo livello in tutto il mondo, e all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, prende il via il progetto di ricerca traslazionale 'Epiical'.
Un progetto finanziato con 8 milioni di euro nei prossimi cinque anni. Grazie alle cellule dei bambini, che rappresentano un modello unico di sviluppo del virus e della malattia, sarà possibile accelerare la messa a punto di farmaci innovativi, capaci di agire su nuovi target e addirittura di aprire la strada all'immunoterapia specifica, in grado di rendere il corpo capace di aiutare ad eliminare, con i propri sistemi difensivi, il virus stesso. Obiettivo della ricerca, creare modelli predittivi per meglio comprendere l'andamento dell'infezione e verificare lìefficacia di nuove strategie immuno-terapeutiche, capaci non solo di bloccare la replicazione virale, come avviene oggi, ma anche di determinare fasi di remissione della malattia e consentire temporanee sospensioni dei trattamenti antivirali.
"La più efficace evoluzione nella cura dell'Aids è stata l'introduzione della Terapia combinata antiretrovirale nelle fasi più precoci dell'infezione - spiega Paolo Rossi, direttore del Dipartimento pediatrico universitario del Bambino Gesù - Questo significativo cambiamento della strategia terapeutica ha trovato la sua prima e più piena applicazione nell'infezione pediatrica, quando il virus è trasmesso dalla madre infetta al neonato, solitamente al parto. In questo modello, infatti, il momento dell'inoculo dell'agente infettivo è noto ed è quindi possibile instaurare immediatamente la terapia".
"I bambini che hanno ricevuto la terapia precoce - continua Rossi - presentano un quadro immunologico e virologico unico, tanto che alcuni, sospesa la terapia, sono stati per lungo tempo senza virus Hiv evidenziabile". Studiando in laboratorio quanto avviene nei bambini si pongono le basi per trovare nuove cure destinate a tutti. I soggetti infetti raggiungono una sopravvivenza ormai pari a quella dei soggetti sani, ma si scoprono effetti legati alla persistenza del virus nell'organismo anche quando il virus non è individuabile nel sangue. Ad esempio, oggi si sa che l'infezione causa l'infiammazione cronica e l'attivazione del sistema immunitario, condizioni che possono comportare un accelerato processo di invecchiamento e facilitare il rischio di coinfezioni e comorbilità.
"Per tutti questi motivi oggi c'è ancora bisogno di individuare nuovi farmaci, che possano giungere prima possibile al malato - afferma Carlo Giaquinto del Dipartimento di salute della donna e del bambino, Università di Padova e presidente Fondazione Penta - Il progetto Epiical si giova della piattaforma di ricerca e raccolta dati di Fondazione Penta (Paediatric European Network for Treatment of Aids), nata nel 1991 e poi sviluppatasi come network europeo per gli studi clinici indipendenti sui bambini affetti da Hiv-Aids. A questo progetto aderiranno centri di tutto il mondo, nel'ambito di una rete che comprende oltre 90 strutture in 18 paesi di Europa, Africa, Asia e America Latina".
Il progetto è sostenuto nella sua interezza da un contributo non condizionante di ViiV Healthcare, azienda farmaceutica totalmente dedicata all'infezione da virus Hiv-Aids. L'azienda, spiega Paolo Rizzini, direttore medico e scientifico di ViiV Healthcare, sta perseguendo diverse linee di ricerca, "cercando di agire sia sul miglioramento della terapia antivirale sotto il profilo della tollerabilità e convenienza, sia sulla scoperta di farmaci con nuovi meccanismi di azione, anche grazie a una pipeline di grande interesse che recentemente si è di molto allargata grazie all'acquisizione dei principi attivi di Bristol Myers Squibb".
In Italia ogni anno si registrano 4 mila nuovi casi di Hiv e riguardano soprattutto i giovani tra i 25 e i 29 anni. Di questi, il 60% viene scoperto in una fase tardiva di infezione. La Lombardia, con circa 20 mila persone sieropositive, è tra le regioni italiane più colpite, insieme a Lazio, Emilia Romagna e Liguria. In Italia sono 120 mila le persone che convivono con l'Hiv: a fronte di un importante calo della mortalità grazie alle terapie, si segnala una drastica riduzione dell'informazione in merito alla malattia. Secondo il Bollettino del Centro operativo Aids dell'Istituto superiore di sanità, ricordano gli esperti, la maggioranza delle nuove diagnosi di Infezione da Hiv è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l'84,1% di tutte le segnalazioni. Il 37% degli italiani non si è mai sottoposto al test Hiv e il 5% delle persone che convivono con il virus non lo ha mai detto al proprio partner.
Ma come funzione Epiical? E' la più grande piattaforma di dati virologici e immunologici già esistenti o in divenire, ottenuti dalle maggiori coorti internazionali di bambini trattati con la terapia precoce. I dati verranno studiati con la metodologia dell'analisi dei 'Big Data', e cioè con l'utilizzo di modelli matematici per la predizione della risposta personalizzata alle terapie e ai vaccini. Il virus residuo e la risposta immunologica correlata verranno inoltre studiati con nuove tecnologie 'omiche', in grado di fornire il dato finora mancante: quale risposta immunologica bisogna ottenere da una terapia immuno modulante per permettere l'interruzione di terapia sicura e duratura?
Nei prossimi due anni le risultanze di questo progetto permetteranno quindi, conclude Rossi, "di identificare le nuove molecole terapeutiche che modificando l'interazione tra virus e sistema immunitario faranno si che l'Aids diventi un'infezione curabile nel vero senso della parola, sia dal punto di vista della sostenibilità umana sia dal punto di vista economico, per effetto della sospensione più o meno lunga della somministrazione di farmaci antiretrovirali costosi".
Un progetto finanziato con 8 milioni di euro nei prossimi cinque anni. Grazie alle cellule dei bambini, che rappresentano un modello unico di sviluppo del virus e della malattia, sarà possibile accelerare la messa a punto di farmaci innovativi, capaci di agire su nuovi target e addirittura di aprire la strada all'immunoterapia specifica, in grado di rendere il corpo capace di aiutare ad eliminare, con i propri sistemi difensivi, il virus stesso. Obiettivo della ricerca, creare modelli predittivi per meglio comprendere l'andamento dell'infezione e verificare lìefficacia di nuove strategie immuno-terapeutiche, capaci non solo di bloccare la replicazione virale, come avviene oggi, ma anche di determinare fasi di remissione della malattia e consentire temporanee sospensioni dei trattamenti antivirali.
"La più efficace evoluzione nella cura dell'Aids è stata l'introduzione della Terapia combinata antiretrovirale nelle fasi più precoci dell'infezione - spiega Paolo Rossi, direttore del Dipartimento pediatrico universitario del Bambino Gesù - Questo significativo cambiamento della strategia terapeutica ha trovato la sua prima e più piena applicazione nell'infezione pediatrica, quando il virus è trasmesso dalla madre infetta al neonato, solitamente al parto. In questo modello, infatti, il momento dell'inoculo dell'agente infettivo è noto ed è quindi possibile instaurare immediatamente la terapia".
"I bambini che hanno ricevuto la terapia precoce - continua Rossi - presentano un quadro immunologico e virologico unico, tanto che alcuni, sospesa la terapia, sono stati per lungo tempo senza virus Hiv evidenziabile". Studiando in laboratorio quanto avviene nei bambini si pongono le basi per trovare nuove cure destinate a tutti. I soggetti infetti raggiungono una sopravvivenza ormai pari a quella dei soggetti sani, ma si scoprono effetti legati alla persistenza del virus nell'organismo anche quando il virus non è individuabile nel sangue. Ad esempio, oggi si sa che l'infezione causa l'infiammazione cronica e l'attivazione del sistema immunitario, condizioni che possono comportare un accelerato processo di invecchiamento e facilitare il rischio di coinfezioni e comorbilità.
"Per tutti questi motivi oggi c'è ancora bisogno di individuare nuovi farmaci, che possano giungere prima possibile al malato - afferma Carlo Giaquinto del Dipartimento di salute della donna e del bambino, Università di Padova e presidente Fondazione Penta - Il progetto Epiical si giova della piattaforma di ricerca e raccolta dati di Fondazione Penta (Paediatric European Network for Treatment of Aids), nata nel 1991 e poi sviluppatasi come network europeo per gli studi clinici indipendenti sui bambini affetti da Hiv-Aids. A questo progetto aderiranno centri di tutto il mondo, nel'ambito di una rete che comprende oltre 90 strutture in 18 paesi di Europa, Africa, Asia e America Latina".
Il progetto è sostenuto nella sua interezza da un contributo non condizionante di ViiV Healthcare, azienda farmaceutica totalmente dedicata all'infezione da virus Hiv-Aids. L'azienda, spiega Paolo Rizzini, direttore medico e scientifico di ViiV Healthcare, sta perseguendo diverse linee di ricerca, "cercando di agire sia sul miglioramento della terapia antivirale sotto il profilo della tollerabilità e convenienza, sia sulla scoperta di farmaci con nuovi meccanismi di azione, anche grazie a una pipeline di grande interesse che recentemente si è di molto allargata grazie all'acquisizione dei principi attivi di Bristol Myers Squibb".
In Italia ogni anno si registrano 4 mila nuovi casi di Hiv e riguardano soprattutto i giovani tra i 25 e i 29 anni. Di questi, il 60% viene scoperto in una fase tardiva di infezione. La Lombardia, con circa 20 mila persone sieropositive, è tra le regioni italiane più colpite, insieme a Lazio, Emilia Romagna e Liguria. In Italia sono 120 mila le persone che convivono con l'Hiv: a fronte di un importante calo della mortalità grazie alle terapie, si segnala una drastica riduzione dell'informazione in merito alla malattia. Secondo il Bollettino del Centro operativo Aids dell'Istituto superiore di sanità, ricordano gli esperti, la maggioranza delle nuove diagnosi di Infezione da Hiv è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l'84,1% di tutte le segnalazioni. Il 37% degli italiani non si è mai sottoposto al test Hiv e il 5% delle persone che convivono con il virus non lo ha mai detto al proprio partner.
Ma come funzione Epiical? E' la più grande piattaforma di dati virologici e immunologici già esistenti o in divenire, ottenuti dalle maggiori coorti internazionali di bambini trattati con la terapia precoce. I dati verranno studiati con la metodologia dell'analisi dei 'Big Data', e cioè con l'utilizzo di modelli matematici per la predizione della risposta personalizzata alle terapie e ai vaccini. Il virus residuo e la risposta immunologica correlata verranno inoltre studiati con nuove tecnologie 'omiche', in grado di fornire il dato finora mancante: quale risposta immunologica bisogna ottenere da una terapia immuno modulante per permettere l'interruzione di terapia sicura e duratura?
Nei prossimi due anni le risultanze di questo progetto permetteranno quindi, conclude Rossi, "di identificare le nuove molecole terapeutiche che modificando l'interazione tra virus e sistema immunitario faranno si che l'Aids diventi un'infezione curabile nel vero senso della parola, sia dal punto di vista della sostenibilità umana sia dal punto di vista economico, per effetto della sospensione più o meno lunga della somministrazione di farmaci antiretrovirali costosi".
Ultimo aggiornamento: 20 Maggio 2016
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