Milano, 7 mar. (AdnKronos Salute) - Cure su misura diritto per tutti entro un anno. È la sfida lanciata oggi a Milano dall'Alleanza europea per la medicina personalizzata, organizzazione con sede a Bruxelles che dal 2013 lavora per l'integrazione delle terapie 'sartoriali' nel sistema sanitario europeo. Un nuovo modello culturale, terapeutico e formativo che vede in prima linea l'Università degli Studi e l'Istituto nazionale tumori (Int) del capoluogo lombardo, apripista per la diffusione della centralità del paziente in ogni atto del processo di cura. L'obiettivo è vedere riconosciuto il diritto di ogni malato ad accedere alla Terapia migliore e più appropriata ai suoi specifici bisogni.
La tabella di marcia per tagliare il traguardo viene delineata durante un convegno che ha avuto luogo il 7 marzo, all'università Statale meneghina. Sotto i riflettori "il percorso che dovrà definire, entro un anno, una strategia comune perché i benefici ormai ampiamente dimostrati delle terapie personalizzate divengano realmente accessibili per tutti i cittadini europei, a prescindere da dove si trovino, in linea con il principio fondamentale dell'eguale diritto all'accesso alla cura". Promotori dell'iniziativa Gabriella Pravettoni, ordinario di Psicologia delle decisioni nell'ateneo di via Festa del Perdono e direttore della Divisione di Psicologia dell'Istituto europeo di Oncologia (Ieo), e Filippo De Braud, direttore Dipartimento di Oncologia dell'Int e docente di Oncologia medica alla Statale.
"La medicina personalizzata - ricordano gli esperti - considera il profilo biologico e le informazioni genetiche del paziente, il suo stile di vita e i fattori ambientali per ottenere una Diagnosi e una terapia migliori, più efficaci del modello generico classico rispetto alle sue specifiche esigenze. Attuare la medicina personalizzata significa fornire la terapia giusta al paziente giusto al momento giusto, riducendo il ricorso a terapie non necessarie e costose e garantendo così maggior efficienza al sistema sanitario". Cure migliori e più sostenibili.
"L'ostacolo maggiore a questa nuova forma di trattamento - riflettono gli esperti a convegno - sta nell'eccessiva frammentazione degli standard di assistenza, tra i vari Paesi europei e anche nella stessa regione, come succede in Italia". Oltre alla necessità di abbattere queste differenze, l'appello lanciato da Milano riguarda anche "la promozione della ricerca per valutare l'efficacia dei farmaci personalizzati, il potenziamento della formazione del personale sanitario, l'adattamento della registrazione dei farmaci ai progetti di sperimentazione clinica che studiano le nuove molecole, il coinvolgimento nel processo di tutti gli attori interessati: decisori politici, operatori sanitari, ricercatori, industrie, enti regolatori, medici e pazienti".
Milano è stata scelta dalla European Alliance for Personalised Medicine "per l'alto livello raggiunto nella ricerca, diagnosi e cura delle malattie oncologiche, e per la centralità che l'attenzione al tema ha assunto in Statale con la recente istituzione del Dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia che ha riunito le più prestigiose strutture oncologiche della città (Ieo, Int, Niguarda, San Paolo e Policlinico), e con il progetto didattico 'Cattedra di umanità' che pone la persona malata al centro della formazione universitaria e professionale".
Secondo gli organizzatori, inoltre, "l'Italia vanta strutture oncologiche di eccellenza, una grande disponibilità di farmaci oncologici, una diagnostica e un supporto alle cure di alto livello, l'accesso gratuito alle terapie, una diffusa sensibilità ai trattamenti personalizzati, associazioni dei pazienti attive e coese: condizioni che la mettono all'avanguardia in Europa per il contributo che può dare per allargare l'accesso alla medicina personalizzata".
"La medicina personalizzata - afferma De Braud - fornisce al medico strumenti per poter adeguare l'approccio terapeutico ai bisogni individuali del paziente attraverso una combinazione di nuove molecole specifiche e i relativi biomarcatori. Tale approccio rappresenta un passaggio dalla medicina reattiva alla medicina proattiva e preventiva, con la promessa di meno effetti collaterali e una vita più lunga e sana. Il modello che vogliamo condividere con gli altri Paesi europei porterà vantaggi ai pazienti, con l'obiettivo di garantire loro una migliore qualità di vita".
"La strategia terapeutica va personalizzata non solo dal punto di vista dell'intervento farmacologico - dichiara Pravettoni - Oltre al profilo biologico del paziente, vanno valutati con la stessa attenzione il fattore ambientale, culturale, le sue caratteristiche personali: entrare in relazione profonda con il paziente è il primo passo per iniziare un percorso di cura autenticamente personalizzato, che richiede anche di attivare la piena consapevolezza del paziente, che deve essere informato e coinvolto in ogni passaggio del percorso terapeutico", precisa la docente che sull'argomento ha anche firmato con l'oncologo Umberto Veronesi il libro 'Senza paura. Vincere il tumore con la medicina della persona'.
Fra gli altri partecipanti alla giornata di lavori David Byrne e Denis Horgan di European Alliance for Personalised Medicine; il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco, Mario Melazzini; il rettore dell'università degli Studi di Milano, Gianluca Vago; Piergiuseppe Pelicci della Statale e dell'Ieo, e Francesco De Lorenzo della European Cancer Patient Coalition.
La tabella di marcia per tagliare il traguardo viene delineata durante un convegno che ha avuto luogo il 7 marzo, all'università Statale meneghina. Sotto i riflettori "il percorso che dovrà definire, entro un anno, una strategia comune perché i benefici ormai ampiamente dimostrati delle terapie personalizzate divengano realmente accessibili per tutti i cittadini europei, a prescindere da dove si trovino, in linea con il principio fondamentale dell'eguale diritto all'accesso alla cura". Promotori dell'iniziativa Gabriella Pravettoni, ordinario di Psicologia delle decisioni nell'ateneo di via Festa del Perdono e direttore della Divisione di Psicologia dell'Istituto europeo di Oncologia (Ieo), e Filippo De Braud, direttore Dipartimento di Oncologia dell'Int e docente di Oncologia medica alla Statale.
"La medicina personalizzata - ricordano gli esperti - considera il profilo biologico e le informazioni genetiche del paziente, il suo stile di vita e i fattori ambientali per ottenere una Diagnosi e una terapia migliori, più efficaci del modello generico classico rispetto alle sue specifiche esigenze. Attuare la medicina personalizzata significa fornire la terapia giusta al paziente giusto al momento giusto, riducendo il ricorso a terapie non necessarie e costose e garantendo così maggior efficienza al sistema sanitario". Cure migliori e più sostenibili.
"L'ostacolo maggiore a questa nuova forma di trattamento - riflettono gli esperti a convegno - sta nell'eccessiva frammentazione degli standard di assistenza, tra i vari Paesi europei e anche nella stessa regione, come succede in Italia". Oltre alla necessità di abbattere queste differenze, l'appello lanciato da Milano riguarda anche "la promozione della ricerca per valutare l'efficacia dei farmaci personalizzati, il potenziamento della formazione del personale sanitario, l'adattamento della registrazione dei farmaci ai progetti di sperimentazione clinica che studiano le nuove molecole, il coinvolgimento nel processo di tutti gli attori interessati: decisori politici, operatori sanitari, ricercatori, industrie, enti regolatori, medici e pazienti".
Milano è stata scelta dalla European Alliance for Personalised Medicine "per l'alto livello raggiunto nella ricerca, diagnosi e cura delle malattie oncologiche, e per la centralità che l'attenzione al tema ha assunto in Statale con la recente istituzione del Dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia che ha riunito le più prestigiose strutture oncologiche della città (Ieo, Int, Niguarda, San Paolo e Policlinico), e con il progetto didattico 'Cattedra di umanità' che pone la persona malata al centro della formazione universitaria e professionale".
Secondo gli organizzatori, inoltre, "l'Italia vanta strutture oncologiche di eccellenza, una grande disponibilità di farmaci oncologici, una diagnostica e un supporto alle cure di alto livello, l'accesso gratuito alle terapie, una diffusa sensibilità ai trattamenti personalizzati, associazioni dei pazienti attive e coese: condizioni che la mettono all'avanguardia in Europa per il contributo che può dare per allargare l'accesso alla medicina personalizzata".
"La medicina personalizzata - afferma De Braud - fornisce al medico strumenti per poter adeguare l'approccio terapeutico ai bisogni individuali del paziente attraverso una combinazione di nuove molecole specifiche e i relativi biomarcatori. Tale approccio rappresenta un passaggio dalla medicina reattiva alla medicina proattiva e preventiva, con la promessa di meno effetti collaterali e una vita più lunga e sana. Il modello che vogliamo condividere con gli altri Paesi europei porterà vantaggi ai pazienti, con l'obiettivo di garantire loro una migliore qualità di vita".
"La strategia terapeutica va personalizzata non solo dal punto di vista dell'intervento farmacologico - dichiara Pravettoni - Oltre al profilo biologico del paziente, vanno valutati con la stessa attenzione il fattore ambientale, culturale, le sue caratteristiche personali: entrare in relazione profonda con il paziente è il primo passo per iniziare un percorso di cura autenticamente personalizzato, che richiede anche di attivare la piena consapevolezza del paziente, che deve essere informato e coinvolto in ogni passaggio del percorso terapeutico", precisa la docente che sull'argomento ha anche firmato con l'oncologo Umberto Veronesi il libro 'Senza paura. Vincere il tumore con la medicina della persona'.
Fra gli altri partecipanti alla giornata di lavori David Byrne e Denis Horgan di European Alliance for Personalised Medicine; il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco, Mario Melazzini; il rettore dell'università degli Studi di Milano, Gianluca Vago; Piergiuseppe Pelicci della Statale e dell'Ieo, e Francesco De Lorenzo della European Cancer Patient Coalition.
Ultimo aggiornamento: 10 Marzo 2016
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