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Sì, perché questa malattia oggi interessa oltre 415 milioni di persone ed è un numero destinato a salire a 642 milioni nel 2020, come raccontano i dati dello scorso anno diffusi dall’ “International Diabetes Federation”. Da ciò ne consegue la giusta considerazione del diabete mellito di tipo 2 come una vera e propria emergenza sanitaria mondiale.
I diabetici in Italia: quanti sono?
Nel caso specifico italiano, stando alle rivelazioni ISTAT, nel nostro Paese il Diabete coinvolge il 5,4% degli abitanti, ovvero circa 3 milioni. E ancora, entrando ancor di più nel dettaglio dei dati, ci accorgiamo che il diabete prevale di più al Sud che al Nord: in una scala di prevalenza da 0 a 7, infatti, le Regioni del Meridione si posizionano a 6,6; le Isole a 6,0; il Centro a 5,5; il Nord-Ovest e Nord-Est a 4,7. La Regione, inoltre, con la più alta presenza di diabetici è la Basilicata.Il costo per il sistema sanitario
Ovviamente, più diabetici ci sono, più costano alla Sanità. Infatti, sul versante dell’assistenza convenzionata, nel trattamento del Diabete mellito di tipo 2, si osserva un aumento della spesa e dei consumi delle insuline e analoghi ad azione lunga rispettivamente del 94% e del 39,9%.Di converso, si segnala la riduzione della spesa e dei consumi di Insulina e analoghi ad azione intermedia e ad azione rapida. Il già citato International Diabetes Federation, inoltre, ha stimato, per l’anno scorso, un livello di spesa per il trattamento dei diabetici pari all’11,6% del totale della spesa sanitaria mondiale.
Ogni paziente, poi, stando a uno studio dell’osservatorio ARNO-CINECA, ha un costo medio annuo di poco meno di 2.800€, con un peso dell’assistenza ospedaliera pari al 51%, della spesa farmaceutica del 32% e dell’assistenza ambulatoriale del 17%. I costi medi, peraltro, sono correlati al crescere della fascia di età, passando da 1.500 € circa da giovani a quasi 3.400 € da anziani (oltre i 79 anni).
La prevenzione con la dieta mediterranea
Questi numeri, ovviamente, non possono che spingere a campagne di prevenzione in lungo e in largo per contrastare il diffondersi del diabete. Ad esempio, sarebbe fondamentale informare i cittadini sui fattori di rischio della malattia, in considerazione del fatto che, stando a dati riferiti al 2013 - 2014, il 9% dei diabetici consuma alcool, il 22% fuma, il 43% è sedentario, il 31% è obeso.Da qui la necessità di promuovere stili di vita e alimentari sani ed equilibrati, perché il diabete si può prevenire ma, quando arriva, non può essere curato ma tenuto a bada da determinati farmaci, rallentandone il decorso e cronicizzando la patologia, così da renderlo gestibile e correlato a una qualità di vita dignitosa. Infatti, come si legge sulla nota stampa diffusa in occasione di un recente convegno della Società Italiana di Farmacologia “grande rilevanza è data alla dieta mediterranea” che, “affinché sia tale, non deve superare la quota del 45% dei carboidrati, possibilmente come pasta o pane rigorosamente non raffinati”. Questo perché - conclude la nota - la dieta mediterranea è “un’arma terapeutica contro infiammazioni sub-cliniche e straordinario strumento per il controllo della glicemia, oltre che delle complicanze cardiovascolari diabete-correlate. Tanto che è in grado di ridurre il rischio di diabete 2 sino al 20%”.
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Ultimo aggiornamento: 08 Novembre 2016
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