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Festività natalizie, non solo gioia e felicità
Per qualcuno l'arrivo delle feste di Natale provoca isolamento, Depressione, anche rabbia. Per chi non riesce proprio ad entrare nello spirito del Natale e, anzi, lo rifiuta in toto, gli esperti hanno coniato una definizione clinica: Sindrome di Scrooge, dal nome del celebre protagonista di Christmas Carol di Charles Dickens.Bryan Haddock dell'Università di Copenaghen è giunto alla conclusione che lo spirito del Natale è ubicato in aree molto precise del cervello, che si attivano maggiormente quando si osservano immagini natalizie.
Ebbene, in alcuni individui che provano profonda avversione per il Natale e che sono afflitti da una Sindrome di “bah humbug" (eh via, sciocchezze!, come ripeteva Scrooge al nipote che gli faceva gli auguri) queste aree neurali non si attivano con la stessa intensità.
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I giorni di Natale per molte persone rappresentano un’occasione per stare accanto ai propri cari, agli affetti, in famiglia. Per molte altre, invece, la convivenza con i familiari viene vissuta come una costrizione, una convenzione che si è costretti a seguire malvolentieri.
Le aree del cervello che preservano lo spirito del Natale
Ma quali sono queste aree che preservano lo spirito del Natale? Si tratta di zone ubicate nella corteccia motoria e premotoria, parte dei lobi parietali, già collegate in precedenti ricerche all'empatia, ma anche ad una maggiore inclinazione verso la spiritualità e la trascendenza. E sarebbero coinvolte anche zone della corteccia somatosensoriale, legata alla percezione di sensazioni, come sapori e odori.Vivere il Natale in modo romantico, dunque, sarebbe legato a ciò che accade nel cervello, ma non entrano in gioco, forse, anche esperienze passate, tradizioni e cultura familiare e stato emotivo?
Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre 2015
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