Combattiamo l’obesità insieme. Così la campagna di sensibilizzazione promossa dall’European Association for the Study of Obesity (EASO) nell’ambito della European Obesity Day, la Giornata Europea dell’Obesità che si celebrerà il 20 maggio in collaborazione con comunità mediche, associazioni di pazienti e istituzioni.
L’obiettivo è di informare il maggior numero possibile di persone sull’urgenza di combattere l’obesità, dando voce a tutti coloro che soffrono di problemi legati al peso eccessivo.
La campagna si svilupperà anche via social network, attraverso l’hashtag “#eod2017”, con la diffusione di messaggi per creare maggiore consapevolezza in merito all’obesità, alle cause dell’obesità e ai trattamenti per la cura. E ancora, gli organi di informazione - dalla carta stampata alla tv, dalla radio al web - racconteranno, puntando su approfondimenti tematici e interviste, le esperienze di chi è riuscito a sconfiggere questa patologia.
Gli obesi in Italia
L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 1,9 miliardi di persone in sovrappeso, di cui 600 milioni obesi. Un’indagine EASO rivela che in Italia gli obesi sono 6 milioni; oltre un terzo della popolazione adulta è in sovrappeso (35,3%), poco meno di una persona su 10 è obesa (9,8%) e – a causa di complicanze legate alla malattia - una persona ogni 10 minuti muore (57mila decessi all’anno e oltre mille a settimana).
Le regioni meridionali presentano la Prevalenza più alta di persone di 18 anni e oltre obese (Molise 14,1%, Abruzzo 12,7% e Puglia 12,3%) e in sovrappeso (Basilicata 39,9%, Campania 39,3% e Sicilia 38,7%) in confronto alle regioni settentrionali, che mostrano dati più bassi di prevalenza di obesità (Lombardia 8,7%, Piemonte 8,9%) e sovrappeso (Valle d’Aosta 30,4%, Lombardia 31,9%).
Risulta in sovrappeso il 44% degli uomini rispetto al 27,3% delle donne e obeso il 10,8% degli uomini rispetto al 9% delle donne. Il sovrappeso passa dal 14% della fascia di età 18-24 anni al 46% tra i 65-74 anni, mentre l’obesità dal 2,3% al 15,3% per le stesse classi di età.
Percentuali alla mano, l’obesità non rappresenta solo un problema medico e sanitario, ma anche un costo importante per il Sistema Sanitario Nazionale: si calcola che nel 2012 questa condizione sia stata responsabile del 4% della spesa sanitaria italiana. Ciò anche a causa della comorbidità (la coesistenza di più patologie differenti in un unico individuo): sovrappeso ed eccesso ponderale sono responsabili di circa l’80% dei casi di diabete, del 55% dei casi di ipertensione e del 35% di quelli di tumore e di Cardiopatia ischemica. La colpa, spesso, risiede nella poca propensione alla prevenzione e nella scarsa attenzione nei confronti di uno stile di vita adeguato a ridurre il rischio delle malattie croniche non trasmissibili come è, appunto, l’obesità.
L’obesità è curabile
“L’obesità è una malattia curabile - spiega Michele Carruba, direttore del Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano - ed è indispensabile avviare una serie di attività volte da un lato a sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione, dall’altro a rendere consapevole la classe politica e dirigente che affrontare l'epidemia di obesità non è più procrastinabile”.
Affinché ciò sia possibile - suggeriscono gli specialisti - occorre partire dalla creazione delle “Obesity Unit”, veri e propri centri di riferimento con un approccio multidisciplinare dove il paziente obeso possa essere seguito in ogni aspetto della cura da esperti dietologi, nutrizionisti, psicologi e chirurghi.
Nei casi più gravi di obesità, la chirurgia bariatrica (Chirurgia dell’obesità) - che comprende una varietà di procedure per promuovere la perdita di peso, riducendo l’assunzione e/o l’assorbimento degli alimenti - rappresenta la soluzione ideale, consentendo un calo di peso significativo e rivelandosi più efficace della dieta e dell’attività fisica.