Roma, 24 giu. (AdnKronos Salute) - "Anche un solo bambino vittima di violenza è troppo", ma "vi è un'oggettiva difficoltà metodologica delle rilevazioni. In parte perché molti abusi non vengono denunciati, in parte perché, accanto alla forma più conosciuta di abuso manifesto, esiste anche una forma mascherata che è per certi aspetti più difficile da riconoscere, anche per il bambino che la vive". È quanto afferma la Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, Filomena Albano, commentando i dati emersi dalla ricerca promossa dal Garante della Campania sugli abusi intrafamiliari.
"L'iniziativa del Garante della Campania - sottolinea - ha avuto il merito di accendere i riflettori su fatti gravi e su una regione di cui purtroppo si parla spesso per terribili fatti di cronaca. Apprezzabile la sua iniziativa, ma - avverte Albano - le tecniche di rilevazione dei dati richiedono attenta verifica in ordine alla scelta della campionatura, alla costruzione del questionario, al metodo di rilevazione, alla tipologia dell'abuso". Secondo la Garante, inoltre, "i dati raccolti potrebbero da un lato essere sottostimati a causa dell'omertà, dall'altro potrebbero rilevare un maggior numero di casi rispetto al passato anche per una maggiore consapevolezza dei denuncianti. Ma al di là dei dati della ricerca - ribadisce Albano - voglio sottolineare che anche un solo bambino vittima di violenza è troppo".
"Gli strumenti normativi non mancano - evidenzia - anche considerando la recente ratifica italiana nel 2012 della Convenzione di Lanzarote, ma contemporaneamente devono essere sostenute fortemente le iniziative di formazione degli educatori, compresi quelli della scuola, dei pediatri e medici di base e delle famiglie. Nello sforzo collettivo a tutela della infanzia, per il quale ogni valida iniziativa è ben accolta, occorre un lavoro di rete - conclude la Garante. "Per questo mi propongo, nel rispetto del principio di sussidiarietà, di attivare i contatti con l'Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e alla pornografia minorile, Organo istituzionale previsto dalla legge, e di porre il tema all'ordine del giorno della Conferenza nazionale dei Garanti regionali".
"L'iniziativa del Garante della Campania - sottolinea - ha avuto il merito di accendere i riflettori su fatti gravi e su una regione di cui purtroppo si parla spesso per terribili fatti di cronaca. Apprezzabile la sua iniziativa, ma - avverte Albano - le tecniche di rilevazione dei dati richiedono attenta verifica in ordine alla scelta della campionatura, alla costruzione del questionario, al metodo di rilevazione, alla tipologia dell'abuso". Secondo la Garante, inoltre, "i dati raccolti potrebbero da un lato essere sottostimati a causa dell'omertà, dall'altro potrebbero rilevare un maggior numero di casi rispetto al passato anche per una maggiore consapevolezza dei denuncianti. Ma al di là dei dati della ricerca - ribadisce Albano - voglio sottolineare che anche un solo bambino vittima di violenza è troppo".
"Gli strumenti normativi non mancano - evidenzia - anche considerando la recente ratifica italiana nel 2012 della Convenzione di Lanzarote, ma contemporaneamente devono essere sostenute fortemente le iniziative di formazione degli educatori, compresi quelli della scuola, dei pediatri e medici di base e delle famiglie. Nello sforzo collettivo a tutela della infanzia, per il quale ogni valida iniziativa è ben accolta, occorre un lavoro di rete - conclude la Garante. "Per questo mi propongo, nel rispetto del principio di sussidiarietà, di attivare i contatti con l'Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e alla pornografia minorile, Organo istituzionale previsto dalla legge, e di porre il tema all'ordine del giorno della Conferenza nazionale dei Garanti regionali".
Ultimo aggiornamento: 24 Giugno 2016
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