In piena emergenza Coronavirus, la 9 Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi – che si celebra oggi 15 aprile – è dedicata alla relazione tra la malattia responsabile della formazione di trombi all’interno dei vasi sanguigni e i virus, in particolare il SARS-CoV-2 che sta sconvolgendo il mondo interno.
“Tutti i virus, e questo non fa eccezione, scatenano nell’intero organismo una reazione infiammatoria più o meno violenta nell’organo colpito” ha dichiarato la dr.ssa Lidia Rota Vender, presidente di ALT – Associazione per la lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Onlus. “I medici constatano ogni giorno che i pazienti ricoverati per COVID -19 sono colpiti da polmonite con insufficienza respiratoria causata dal virus, accompagnata spesso da complicanze cardiovascolari e in particolare da Trombosi venosa ed Embolia Polmonare.” Due patologie strettamente correlate: quando un trombo si forma in una vena rilascia frammenti che diventano emboli che arrivano al polmone e causano embolia polmonare. Si parla, dunque, di tromboembolia polmonare.
La Giornata per la Lotta alla Trombosi diventa digitale
Le iniziative per l’edizione 2020 della Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi non si fermano a causa dell’epidemia da nuovo Coronavirus. Sono previsti, infatti, video e post informativi sui profili Facebook e Instagram di ALT Onlus per spiegare come riconoscere una tromboembolia polmonare, quali sono i sintomi e le possibili cure.
Ancora oggi 10 persone su 100 con tromboembolia polmonare perdona la vita entro un mese dalla comparsa della malattia. Si tratta di una patologia subdola e pericolosa che spesso in fase iniziale non presenta sintomi specifici e che può colpire anche i giovani e le donne in gravidanza o durante il parto; le gravi conseguenze, però, possono essere evitate se riconosciuta per tempo. È questo il messaggio che ALT intende diffondere attraverso i suoi canali digitali, invitando tutti a condividere i contenuti della Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi sui propri social taggando @ALTOnlus.
Uno studio conferma il legame tra Covid-19 e tromboembolia polmonare
Ulteriori conferme del legame tra Covid-19 e tromboembolia polmonare arrivano da un recente studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Cagliari guidati da Francesco Marongiu, direttore della scuola di specializzazione in Medicina interna e dell'Unità complessa dell'Aou di Cagliari.
Secondo la ricerca, “uno dei possibili effetti del Covid-19 sull’organismo è una trombosi polmonare. Per contrastare questa conseguenza si potrebbero utilizzare eparine (farmaci anticoagulanti) a basso peso molecolare ma soprattutto fondaparinux, un'eparina sintetica". Marongiu spiega che “è possibile che la presenza del virus evochi una risposta immune attraverso cellule come linfociti e monociti che localmente stimolati liberano grandi quantitativi di mediatori dell'infiammazione capaci di attivare la coagulazione del sangue".