Nel Regno Unito la giovane dottoressa Kate Granger si è ammalata di cancro e la sua esperienza in ospedale, insieme ai suoi colleghi diventati improvvisamente i suoi medici, le ha cambiato la vita, spingendola a riflettere sul ruolo del medico e sull’importanza del rapporto tra medico e paziente. Kate ha raccontato che i medici l’hanno fatta sentire come un corpo malato e non più come una persona e questo ha reso ancora più difficile e pesante il fardello che era costretta a portare sulle spalle ogni giorno.
Kate ha così deciso di attivarsi per cambiare le cose e ha attivato la campagna e l’hashtag #hellomynameis volta a sensibilizzare i camici bianchi sull’importanza di presentarsi al paziente con il proprio nome e di stabilire un contatto diretto e più profondo con i pazienti.
La campagna è stata un successo enorme: hanno aderito 400 mila dipendenti dei servizi sanitari inglese, scozzese e gallese che hanno condiviso la loro foto su Twitter e in poche settimane la campagna ha avuto testimonial celebri migliaia di adesioni.
In Italia sta per partire la stessa campagna. promossa da Slow Medicine, il movimento che si propone di sensibilizzare i medici sull’importanza di offrire cure “giuste, rispettose e sobrie”, nell’ottica di una medicina che sia più compassionevole.
Con l’hashtag #buongiorno io sono... Slow Medicine chiede ai camici bianchi di postare la propria foto online e di rispettare questo slogan nella vita di tutti i giorni.
Per adesso hanno aderito i soci di Slow Medicine, ma gli organizzatori contano di riuscire a coinvolgere gli Ordini professionali e i Sindacati.