Milano, 27 giu. (AdnKronos Salute) - Ipertesi al caldo in una località di mare, ma anche in montagna senza esagerare con l'altezza e prestando attenzione quando si prende la funivia. Per i diabetici? Qualunque meta è buona se non si esagera con il lato enogastronomico della vita.
Asmatici e malati di Bpco stiano lontani dalla montagna, fiorita anche a luglio e agosto. E se gli psoriasici possono pianificare serenamente ferie stesi al sole, per chi soffre di Scompenso cardiaco l'ideale è fermarsi in collina.
Quando il vacanziero deve mettere in valigia anche la malattia, qualche accortezza in più nella scelta della destinazione di un viaggio serve, ma di limiti in fondo non ce ne sono poi tanti se ci si organizza un po'. Perché i pazienti che convivono da tempo con un disturbo "sono 'navigati' e sanno destreggiarsi con naturalezza fra farmaci e dispositivi medici".
La tecnologia ha fatto la sua parte, rendendo portabili macchine che un tempo avevano un certo ingombro. E così oggi l'estate on the road dei cronici non è a rischio. Parola di esperto.
Il medico internista Pier Mannuccio Mannucci, ricercatore e professore emerito dell'Università Statale di Milano, per anni e fino al 2015 direttore scientifico del Policlinico del capoluogo lombardo, stila per l'AdnKronos Salute la mappa delle vacanze a misura di malattia.
Si comincia con una delle condizioni più diffuse: l'ipertensione "che colpisce un italiano su 3", spiega Mannucci. "A patto che il paziente misuri la pressione anche in vacanza, non avendo bisogno di particolare assistenza sanitaria può scegliere qualunque meta". E quindi, zaino (e sfigmomanometro) in spalla, può mettersi in viaggio.
Destinazione: meglio al caldo perché "fa bene all'iperteso: la vasodilatazione fa diminuire la pressione e potrebbe essere necessario in alcuni casi un lieve ritocco al ribasso delle dosi dei farmaci. Il clima deve essere caldo ma non troppo e si dovrà ovviamente evitare l'esposizione nelle ore più assolate", continua l'esperto. Anche la montagna può andar bene, ma "non bisogna esagerare con l'altezza, perché qui la pressione aumenta (e di conseguenza va misurata sempre e va valutata in caso una diminuzione dei farmaci). Fino a 1.000-1.200 metri va bene, evitando in generale gli sbalzi eccessivi, il passaggio troppo repentino a un'altezza superiore. In funivia dunque è bene fare attenzione ai capogiri, una 'spia' da monitorare".
Anche i coronaropatici, così come gli ipertesi, dovrebbero stare alla larga dalle altitudini eccessive. Per il diabetico invece, prosegue Mannucci, l'unico problema è "il cambiamento di regime alimentare a cui si va incontro in estate. La Terapia resta fissa, e il paziente è già un esperto che normalmente misura la propria glicemia. Deve continuare a farlo e, non avendo bisogno di assistenza sanitaria particolare, può andare ovunque". Viva la libertà, dunque, ma con armamentario terapeutico al seguito.
La prima variabile da considerare per selezionare la meta per vacanze al top quando si ha asma e Bpco sono i pollini, acerrimi nemici di questi pazienti. "Perciò - fa notare Mannucci - andrebbero evitati prati e fiori, e quindi la montagna, dove la primavera è tardiva e i Pollini possono essere ancora presenti a luglio e agosto. Sono più utili climi secchi e temperati, caldi ma non troppo. Va poi evitato il freddo - e le intemperie - soprattutto per chi ha la Bpco, perché peggiora i sintomi".
La collina è l'ideale per chi soffre di scompenso cardiaco, "ma nella scelta della meta, prima di tutto va considerata la vicinanza a un ospedale di rilievo. Perché con questa condizione patologica l'eventualità di un ricovero acuto ci può essere". Questi pazienti, precisa Mannucci, "devono continuare a pesarsi e stare attenti in caso di aumento perché è un campanello di allarme". Ovviamente in questo caso "i climi estremi non sono vantaggiosi, meglio dunque il mare più blando e la collina che è proprio il massimo, rispetto all'alta montagna". Altra cautela riguarda gli sforzi eccessivi: "I pazienti con scompenso cardiaco non devono stare inerti, ma eviterei salite ripide e fatiche esagerate".
Il sole "è utile per chi è alle prese con la psoriasi - aggiunge Mannucci - l'esposizione è benefica per questa patologia, tanto che una delle terapie per questi pazienti è rappresentata proprio dalle lampade solari". E l'estate è una delle stagioni più amate dagli psoriasici, la stagione in cui danno il meglio di sé.
Reumatici e artrosici? "Meglio climi secchi, tenui e non estremi", dice l'esperto di medicina interna.
Grandi anziani? "Mai esagerare con gli sforzi e scegliere sempre località a portata di ospedale, se non si vuole rischiare in qualche posto sperduto di essere prelevati da un elicottero per essere trasportati in pronto soccorso. Certo, se l'80enne vacanziero è quello che si definisce oggi un anziano 'fit' si può abbassare un po' la guardia e concedersi maggiore libertà nelle scelte". Senza dimenticare però che l'età è quella.
La donna in gravidanza, continua Mannucci, "non ha particolari preclusioni", a parte, da quest'anno, evitare i Paesi a rischio Zika (dove peraltro adesso è in corso una stagione più fredda). "L'unico ragionamento che farei è quello della vicinanza a un ospedale che vanta una casistica superiore ai 500 parti", dice lo specialista.
E poi ci sono malattie importanti come l'emofilia, la talassemia, la fibrosi cistica, le distrofie muscolari. "Questi pazienti, anche giovani, sanno curarsi meglio degli altri - rassicura lo specialista - e sanno già come equipaggiarsi. Certo eviterei avventure come l'Africa e il trekking in Nepal. Ma come in tutti gli altri casi è il grado di salute che fa la differenza. Un over 70 corre più rischi di ammalarsi e forse, prima di partire, farebbe bene a pensare a una forma di assicurazione per l'assistenza sanitaria in viaggio, di quelle che prevedono anche il trasporto in patria in caso di problematiche di salute".
Asmatici e malati di Bpco stiano lontani dalla montagna, fiorita anche a luglio e agosto. E se gli psoriasici possono pianificare serenamente ferie stesi al sole, per chi soffre di Scompenso cardiaco l'ideale è fermarsi in collina.
Quando il vacanziero deve mettere in valigia anche la malattia, qualche accortezza in più nella scelta della destinazione di un viaggio serve, ma di limiti in fondo non ce ne sono poi tanti se ci si organizza un po'. Perché i pazienti che convivono da tempo con un disturbo "sono 'navigati' e sanno destreggiarsi con naturalezza fra farmaci e dispositivi medici".
La tecnologia ha fatto la sua parte, rendendo portabili macchine che un tempo avevano un certo ingombro. E così oggi l'estate on the road dei cronici non è a rischio. Parola di esperto.
Il medico internista Pier Mannuccio Mannucci, ricercatore e professore emerito dell'Università Statale di Milano, per anni e fino al 2015 direttore scientifico del Policlinico del capoluogo lombardo, stila per l'AdnKronos Salute la mappa delle vacanze a misura di malattia.
Si comincia con una delle condizioni più diffuse: l'ipertensione "che colpisce un italiano su 3", spiega Mannucci. "A patto che il paziente misuri la pressione anche in vacanza, non avendo bisogno di particolare assistenza sanitaria può scegliere qualunque meta". E quindi, zaino (e sfigmomanometro) in spalla, può mettersi in viaggio.
Destinazione: meglio al caldo perché "fa bene all'iperteso: la vasodilatazione fa diminuire la pressione e potrebbe essere necessario in alcuni casi un lieve ritocco al ribasso delle dosi dei farmaci. Il clima deve essere caldo ma non troppo e si dovrà ovviamente evitare l'esposizione nelle ore più assolate", continua l'esperto. Anche la montagna può andar bene, ma "non bisogna esagerare con l'altezza, perché qui la pressione aumenta (e di conseguenza va misurata sempre e va valutata in caso una diminuzione dei farmaci). Fino a 1.000-1.200 metri va bene, evitando in generale gli sbalzi eccessivi, il passaggio troppo repentino a un'altezza superiore. In funivia dunque è bene fare attenzione ai capogiri, una 'spia' da monitorare".
Anche i coronaropatici, così come gli ipertesi, dovrebbero stare alla larga dalle altitudini eccessive. Per il diabetico invece, prosegue Mannucci, l'unico problema è "il cambiamento di regime alimentare a cui si va incontro in estate. La Terapia resta fissa, e il paziente è già un esperto che normalmente misura la propria glicemia. Deve continuare a farlo e, non avendo bisogno di assistenza sanitaria particolare, può andare ovunque". Viva la libertà, dunque, ma con armamentario terapeutico al seguito.
La prima variabile da considerare per selezionare la meta per vacanze al top quando si ha asma e Bpco sono i pollini, acerrimi nemici di questi pazienti. "Perciò - fa notare Mannucci - andrebbero evitati prati e fiori, e quindi la montagna, dove la primavera è tardiva e i Pollini possono essere ancora presenti a luglio e agosto. Sono più utili climi secchi e temperati, caldi ma non troppo. Va poi evitato il freddo - e le intemperie - soprattutto per chi ha la Bpco, perché peggiora i sintomi".
La collina è l'ideale per chi soffre di scompenso cardiaco, "ma nella scelta della meta, prima di tutto va considerata la vicinanza a un ospedale di rilievo. Perché con questa condizione patologica l'eventualità di un ricovero acuto ci può essere". Questi pazienti, precisa Mannucci, "devono continuare a pesarsi e stare attenti in caso di aumento perché è un campanello di allarme". Ovviamente in questo caso "i climi estremi non sono vantaggiosi, meglio dunque il mare più blando e la collina che è proprio il massimo, rispetto all'alta montagna". Altra cautela riguarda gli sforzi eccessivi: "I pazienti con scompenso cardiaco non devono stare inerti, ma eviterei salite ripide e fatiche esagerate".
Il sole "è utile per chi è alle prese con la psoriasi - aggiunge Mannucci - l'esposizione è benefica per questa patologia, tanto che una delle terapie per questi pazienti è rappresentata proprio dalle lampade solari". E l'estate è una delle stagioni più amate dagli psoriasici, la stagione in cui danno il meglio di sé.
Reumatici e artrosici? "Meglio climi secchi, tenui e non estremi", dice l'esperto di medicina interna.
Grandi anziani? "Mai esagerare con gli sforzi e scegliere sempre località a portata di ospedale, se non si vuole rischiare in qualche posto sperduto di essere prelevati da un elicottero per essere trasportati in pronto soccorso. Certo, se l'80enne vacanziero è quello che si definisce oggi un anziano 'fit' si può abbassare un po' la guardia e concedersi maggiore libertà nelle scelte". Senza dimenticare però che l'età è quella.
La donna in gravidanza, continua Mannucci, "non ha particolari preclusioni", a parte, da quest'anno, evitare i Paesi a rischio Zika (dove peraltro adesso è in corso una stagione più fredda). "L'unico ragionamento che farei è quello della vicinanza a un ospedale che vanta una casistica superiore ai 500 parti", dice lo specialista.
E poi ci sono malattie importanti come l'emofilia, la talassemia, la fibrosi cistica, le distrofie muscolari. "Questi pazienti, anche giovani, sanno curarsi meglio degli altri - rassicura lo specialista - e sanno già come equipaggiarsi. Certo eviterei avventure come l'Africa e il trekking in Nepal. Ma come in tutti gli altri casi è il grado di salute che fa la differenza. Un over 70 corre più rischi di ammalarsi e forse, prima di partire, farebbe bene a pensare a una forma di assicurazione per l'assistenza sanitaria in viaggio, di quelle che prevedono anche il trasporto in patria in caso di problematiche di salute".
Ultimo aggiornamento: 27 Giugno 2016
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