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Si tratta della prima edizione, annunciata nel maggio 2015 dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in occasione della presentazione del Piano nazionale per la Fertilità, che coinvolge giovani, insegnanti, famiglie e soprattutto medici.
Previsti, quindi, durante questo sabato, eventi informativi e culturali nelle scuole e in altri luoghi su tutto il territorio nazionale, tra cui piazze e teatri.
Scopo della Giornata è, pertanto, quello di accendere i riflettori dell’opinione pubblica sul tema della Fertilità che interessa vari aspetti, quali la denatalità, la bellezza di essere madri (e padri), il rischio delle malattie che impediscono di diventare genitori, le cure per le coppie che non riescono ad avere bambini (prima che sia troppo tardi).
Come si legge, infatti, sul citato Piano Nazionale per la Fertilità, la Giornata rientra negli strumenti per collocare la Fertilità al centro delle politiche sanitarie ed educative dell’Italia.
Oltre agli eventi legati a oggi, il Piano si prefigge altre quattro finalità:
- Informare i cittadini sul ruolo della Fertilità nella loro vita, sulla sua durata e su come proteggerla, evitando comportamenti che possono metterla a rischio;
- Fornire assistenza sanitaria qualificata per difendere la Fertilità, promuovendo INTERVENTI di prevenzione e Diagnosi precoce per curare le malattie dell’apparato riproduttivo e intervenire, ove possibile, per ripristinare la fertilità naturale;
- Sviluppare nelle persone le conoscenza delle caratteristiche funzionali della loro Fertilità per poterla usare, scegliendo di avere un figlio consapevolmente e autonomamente;
- Operare un capovolgimento della mentalità corrente volto a rileggere la Fertilità come bisogno essenziale non solo della coppia ma dell’intera società, promuovendo un rinnovamento culturale in tema di procreazione.
La denatalità mette a rischio il Welfare
Ma perché il governo ha a Cuore così tanto il tema della Fertilità? Innanzitutto, perché meno figli si fanno, meno in Italia c’è la possibilità di un ricambio generazionale. Nel Piano dell’esecutivo, infatti, si legge che “il valore di 1,39 figli per donna, nel 2013, colloca il nostro Paese tra gli Stati europei con i più bassi livelli. Questo determina un progressivo invecchiamento della popolazione. In un passato relativamente recente la fecondità tardiva riguardava la nascita del terzo o quarto figlio. Negli ultimi anni la maternità ad età elevate accade sempre più frequentemente per la nascita del primogenito. Il peso della cura dei bambini è molto rilevante per le donne più istruite e con lavori di responsabilità che si confrontano con alti costi opportunità e si trovano a dover ridurre la loro attività lavorativa. Il ritardo alla nascita del primo figlio implica un minor spazio di tempo, ancora disponibile, per raggiungere il numero desiderato di figli. La combinazione tra la persistente denatalità ed il progressivo aumento della longevità conducono a stimare che, nel 2050, la popolazione inattiva sarà in misura pari all’84% di quella attiva. Questo fenomeno inciderà sulla disponibilità di risorse in grado di sostenere l’attuale sistema di welfare, per effetto della crescita della popolazione anziana inattiva e della diminuzione della popolazione in età attiva”.La salute riproduttiva inizia nel bambino
Nel Piano del governo, inoltre, si fa riferimento all’attenzione necessaria nei riguardi del sistema riproduttivo dei bambini, così da prevenire anomalie che determinano l’infertilità nell’adulto. “Per questo motivo - si legge nel documento - gli adolescenti e le adolescenti vanno seguiti dal pediatra e, insieme alla famiglia, educati a divenire autonomi e ad avere maggiore responsabilità per la propria salute ed in particolare per la propria sessualità come forma elevatissima di comunicazione umana che coinvolge l’interezza dell’essere. Fin dall’adolescenza la funzione riproduttiva va difesa evitando stili di vita scorretti ed cattive abitudini (come ad esempio il fumo di sigaretta e l’alcool), particolarmente dannose per gli spermatozoi e per gli ovociti. E’ essenziale inoltre evitare, fin dall’infanzia, l’obesità e la magrezza eccessiva e la sedentarietà, oltre a fornire strumenti educativi ed informativi agli adolescenti per evitare abitudini che mettono a rischio di infezioni sessualmente trasmesse o gravidanze indesiderate”.
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L'età fertile nelle donne
Il Ministero della Salute, poi, si è preso la cura di informare le giovani donne sul fatto che la “la finestra fertile è limitata e vulnerabile e che la qualità degli ovociti si riduce al crescere dell’età particolarmente dopo i 35 anni quando concepire un bambino diventa progressivamente sempre più difficile”.Altri temi affrontati sul Piano, infine, riguardano le malattie generali e le malattie genitali che insidiano la fertilità; le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) che possono aiutare la fertilità naturale “ma non sostituirla”; i tumori che colpiscono anche in giovane età ma che possono essere tenuti alla larga dal sistema riproduttivo, non danneggiando così la possibilità di fare figli.
Per approfondire guarda anche “Infertilità“
Ultimo aggiornamento: 19 Maggio 2016
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