Gli adolescenti di questo 2022 hanno dato vita a uno slang: il corsivo parlato. Un modo particolare di comunicare che accomuna i giovani tra 10 e 17 anni che popolano il social TikTok, ovvero i ragazzi che una volta la sociologia definiva teen-ager e che oggi sono la Gen Z.
Le regole che la Gen Z si è data per parlare il corsivo sono molto semplici: imitare la cadenza del dialetto milanese con le “o” chiuse e le finali che terminano con un’aspirazione simile all’acca un po’ strascicate. Per fare un esempio un invito a prendere un aperitivo si pronuncia: “amïo apë?”. Ogni frase è connotata dall’intercalare “amìo” o “amò”.
Attualmente della parlata corsivo non c’è traccia su Instagram, Facebook e Twitter a dimostrazione di quanto siano considerati social obsoleti dalla Generazione Z.
Cosa rappresenta per i giovani questo nuovo linguaggio?
Questo slang rappresenta per i giovani un modo nuovo e diverso di comunicare, che li rende capaci di creare una sottocultura fatta di regole proprie e accessibile solo agli “addetti ai lavori”. Storpiare le parole è qualcosa di divertente, alterare la pronuncia delle parole può essere un modo per sentirsi originali e per sentirsi parte di una cultura specifica che si identifica con un gruppo, per adesso la vasta community di TikTok.