Le due settimane dopo Natale sono note per l’aumento del numero dei decessi, soprattutto collegati a problemi cardiaci.
Una teoria sostiene che ciò avviene per via dell’inverno, stagione durante la quale c'è il picco del numero dei casi di influenza e di raffreddore che possono causare complicazioni.
Tuttavia, questo non è vero nelle zone in cui il clima è caldo. Molti studi, quindi, hanno cercato di spiegare il fenomeno, suggerendo come fattori di rischio lo Stress emotivo, i cambiamenti nell'alimentazione, l’assunzione di alcol, il personale ridotto nelle strutture ospedaliere.
Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Journal of the American Association, che ha studiato il trend dei morti in Nuova Zelanda nel periodo festivo (dal 25 dicembre al 7 gennaio), suggerisce che potrebbe entrare in gioco una combinazione di cure mediche e la volontà.
Nel dettaglio, il team di studiosi ha esaminato una serie di dati di 25 anni (1988 - 2013), durante i quali ci sono stati 738.409 decessi, di cui 197.109 morti cardiache.
I ricercatori hanno scoperto, quindi, che c’è stato un aumento del 4,2% dei decessi cardiaci fuori dagli ospedali nel suddetto periodo. Inoltre, l’età media di morte cardiaca era di 76,2 anni contro i 77,1 degli altri periodi dell’anno.
Secondo lo studio, ciò avviene perché molti pazienti tendono a ritardare le cure mentre le vacanze sono in corso e alcuni possono perfino 'tenere a bada' la morte attraverso la pura forza di volontà, così da trascorrere le vacanze per l’ultima volta.