Lunedì scorso, 5 settembre, è suonata la prima campanella in molte Regioni d’Italia e nelle restanti si tornerà a scuola entro domani, mercoledì 15. Giorni ovviamente emozionanti per gli studenti, che cominciano un nuovo percorso o hanno cambiato istituto, ma anche per i genitori che spesso si fanno prendere dall’Ansia e dalle preoccupazioni più dei figli. Ed è a quest’ultimi che l’associazione W la Dislessia! - nata nel 2010 per aiutare ragazzi e bambini con disturbi dell'apprendimento - si rivolge, suggerendo una serie di comportamenti che padri e madri devono assolutamente evitare.
- I compiti per le vacanze: come spiegato dal co-fondatore di W la Dislessia!, Alessandro Rocco, i compiti estivi hanno una finalità diversa rispetto all’idea che ne hanno i genitori. L’obiettivo non è finirli, bensì ripassare le cose fatte durante l’anno precedente e far sedimentare le nozioni dell’anno precedente. Gli insegnanti poi sono ben coscienti del fatto che i ragazzi durante l’estate dedichino poco tempo ai compiti, ma nonostante questo nessuno studente verrà bocciato al termine dell’anno scolastico successivo perché non li ha terminati. Ha quindi poco senso farsi venire l’ansia e mettere sottopressione i figli”.
- Il cambio di grado scolastico: quando si passa da un grado all’altro (dalle elementari alle medie inferiori o dalle medie inferiori alle superiori), non è raro che i genitori vadano in Ansia. Dice sempre Rocco: “Quando un genitore manifesta questa paura, gli ricordo quando il bimbo ha smesso di gattonare e ha iniziato a camminare. Quello era un momento certamente più pericoloso del passaggio scolastico da un grado all’altro, eppure nessun genitore lo vive con allarme. Il consiglio è quello di interpretare il cambiamento come un momento di crescita, ricordando anche che il bambino non è solo, ma in una classe con altri 15 o 20 coetanei alle prese con la stessa situazione”.
- La sfiducia nell'autogestione dei figli: i genitori, soprattutto le mamme, tendono a preoccuparsi di tutto ciò che serve ai figli per andare a scuola: dalla preparazione dello zaino alla scelta dell’abbigliamento. “Spesso i genitori si sostituiscono ai figli senza prima averli messi alla prova. La cosa migliore da fare è quella di sedersi attorno a un tavolo con i ragazzi e decidere prima e tutti insieme cosa fare: quali nuovi orari rispettare, come prepararsi lo zaino da soli, perché è meglio decidere cosa mettersi la sera prima ecc. E poi, eventualmente, lasciarli sbagliare e dargli modo di capire e riparare. Sarà il figlio a chiedere aiuto qualora fosse realmente necessario”.
- I voti: di sicuro, un genitore non deve mai avere l’ansia da prestazione per i voti. Il presidente di W la Dislessia!, a tal proposito, ha spiegato: “Scontato sottolineare che più Ansia si trasmette ai figli, peggiori saranno i risultati, con l’aggravante che il ragazzo sarà portato a mentire sui voti. Un genitore dovrebbe capire la differenza fra ciò che il figlio sa, ciò che sa fare e ciò che gli piace. Il consiglio è quello di incoraggiarli particolarmente su ciò che gli riesce meglio, a patto di non tralasciare le altre materie”.
- Considerare gli insegnanti non all'altezza: i genitori dovrebbero preoccuparsi di meno delle capacità degli insegnanti dei propri figli. “Consiglio ai genitori - ha detto Rocco - di tenere per sé questi timori e di non manifestarli ai figli per non influenzarli. Credere sempre nelle capacità dei ragazzi e non presupporre che i risultati dipendano dalla considerazione, magari non proprio eccelsa, degli insegnanti nei confronti del proprio figlio è fondamentale”.
- Lo scuolacentrismo: la scuola è importante ma non bisogna commettere l’errore di considerarla al centro della vita dei figli. “È solo una parte del percorso di crescita. Caricarla di così tante e tali aspettative complica notevolmente la vita del ragazzo”.
- Più studio, meno sport: i genitori devono evitare di togliere - o minacciare di farlo - ore di sport per aumentare quelle da dedicare allo studio: “L’80% dei ragazzi a cui è stato negato lo sport ha ottenuto voti peggiori. La verità è che lo sport aiuta i ragazzi ad autodisciplinarsi, a organizzarsi e a darsi obiettivi precisi, per questo vietarlo come misura disciplinare è controproducente”.
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Ultimo aggiornamento: 20 Settembre 2016
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