Milano, 23 mar. (AdnKronos Salute) - "Viviamo in un Paese che non solo non investe in odontoiatria pubblica, ma non investe nemmeno in odontoiatria preventiva. Un capitolo negletto da decenni", uno "scandalo" di fronte al quale "l'unico modo per chiedere scusa ai cittadini sarebbe quello di lanciare un percorso di prevenzione obbligatorio e gratuito: nei reparti nascita, nelle scuole dell'infanzia, coinvolgendo i medici, i pediatri e gli odontoiatri del servizio sanitario pubblico". A lanciare l'appello per un Piano nazionale è Laura Strohmenger, direttore di Unità operativa complessa della Clinica odontoiatrica dell'Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, coordinatrice del Centro di epidemiologia orale e odontoiatria di comunità dell'Organizzazione mondiale della sanità presso l'università degli Studi del capoluogo lombardo.
Attraverso l'AdnKronos Salute l'esperta si rivolge a Beatrice Lorenzin: "Potrebbe passare alla storia diventando il primo ministro della Salute a colmare questa grave lacuna" che minaccia il sorriso degli italiani. Il punto di partenza della sua riflessione è l'aggiornamento, a fine 2015, delle linee guida ministeriali per la prevenzione delle principali malattie orali nell'adulto: dalla Carie alle gengiviti e altre infiammazioni, fino ai tumori della bocca. Ma per Strohmenger il primo passo è puntare sui bambini, gli adulti del futuro, così da "costruire una generazione di gente sana che ha imparato i comportamenti giusti ed è in grado di mantenerli e trasmetterli".
"La patologia cariosa è una delle più diffuse secondo l'Oms - sottolinea l'odontoiatra - tanto da essere considerata una malattia sociale, con altri tassi di incidenza in tutti i Paesi del mondo, e la quarta più costosa in termini economici. In Italia il 20% dei bambini a 4 anni, uno su 5, ha almeno una lesione cariosa. Il dato è del 2005, ma quest'anno effettureremo un nuovo rilevamento e i risultati saranno disponibile per fine dicembre". Al di là di come cambieranno i numeri, però, la certezza è che "oggi i bimbi malati di carie sono quasi sempre solo quelli che mangiano male. Eppure finora non siamo riusciti a far capire ai cittadini che il fattore di rischio principale per la salute orale è proprio l'alimentazione sbagliata, problema di grande attualità e sempre più diffuso".
Quello che Strohmenger propone a Lorenzin è "un vero e proprio programma di prevenzione della carie e della gengivite nei bambini, inserito come percorso obbligatorio e gratuito all'interno del Ssn. Un piano articolato a 360 gradi, diffuso a tutti, certificato dalle evidenze scientifiche". Non stiamo parlando di screening, di controlli medici, precisa l'esperta: "Bisogna fare informazione alla gente, alle mamme in gravidanza, ai medici, agli infermieri, agli operatori scolastici e a quelli sociali", per arrivare a incidere in modo stabile sulle abitudini dei più piccoli. "Un intervento di tipo comunicativo ed educativo a largo spettro, con l'impegno del mondo della pediatria e dell'odontoiatria pediatrica a diffondere le buone pratiche di igiene orale e alimentare. Tutto questo unito a pochissimi INTERVENTI specialistici, sui bambini già malati o più a rischio".
Il senso è: "Prendo tuo figlio da piccolo, te lo educo e te lo riconsegno autonomo, formato e informato", sintetizza l'odontoiatra della Statale milanese. "Interventi di questo tipo sono attivi con successo in alcuni Paesi ed è urgente mutuarli anche in Italia", insiste. Il discorso della prevenzione, puntualizza l'esperta, "vale a prescindere" dal problema della fuga degli italiani dalle cure dentistiche. Un'emergenza acuita dalle difficoltà economiche, che un Piano nazionale di prevenzione potrebbe comunque contribuire a mitigare se si riparasse anche alla "quasi totale assenza sul territorio di servizi odontoiatrici di comunità".
Secondo i dati Istat relativi al 2013, pubblicati nel 2015, il ricorso alle cure odontoiatriche nell'Italia della crisi ha subito una flessione allarmante: la quota di popolazione che durante l'anno in esame si è rivolta al dentista o all'ortodontista è calata al 37,9%, rispetto al 39,3% del 2005. Ed è cresciuta al 29,2%, contro il 24%, la percentuale di connazionali che ha dilazionato le visite in un periodo più lungo, da uno a 3 anni. Di pari passo si riducono le terapie effettuate: le persone che si sono sottoposte a un solo tipo di trattamento sono il 70,7% (49,3% nel 2005). Il ricorso ai dentisti che esercitano la libera professione è sceso dal 34,7% al 32,3%, mentre è rimasta molto contenuta la quota coperta dal settore pubblico o convenzionato: il 5%, stabile sul 2005. Tra chi rinuncia alle visite ai denti, il fattore soldi incide per l'85,2%. Una fotografia che Strohmenger ritiene ancora attuale: "Il cittadino che deve pagarsi le cure odontoiatriche - testimonia - continua a manifestare un grande disagio".
In aggiunta all'Abc della buona igiene orale, cioè l'uso corretto e regolare dello spazzolino e del dentifricio al fluoro, la Raccomandazione numero 6 delle linee guida ministeriali 2015 sulla salute orale in età adulta introduce come ulteriore strumento di prevenzione il chewing-gum contenente xilitolo. Parola di esperti, infatti, "lo xilitolo, come l'eritritolo, esercita un'azione preventiva sull'insorgere della carie grazie alle sue proprietà chimico-fisiche e grazie all'azione della masticazione del chewing-gum che aumenta il potere tampone della saliva".
Edulcorante di origine vegetale (viene estratto soprattutto dalla betulla) appartenente alla famiglia dei polialcoli, sostanze non cariogene con la peculiarità di non essere fermentate dai Batteri del cavo orale e quindi di non consentire la formazione degli acidi che corrodono lo smalto, lo xilitolo è considerato anche "cario-protettivo perché possiede una provata attività antibatterica, ostacolando la crescita degli streptococchi del gruppo mutans", fra i primi imputati nel processo che dà origine alla carie. Anche le linee guida ministeriali del 2013 per la salute orale in età evolutiva citano i chewing-gum con xilitolo come 'functional food'.
"Quella dello xilitolo è una storia bellissima che nasce nel Nord Europa negli anni '60", ricorda Strohmenger. "Su questa sostanza ci sono cassetti pieni di dati scientifici internazionali", tra i quali uno 'made in Milano'. Uno studio condotto dall'università Statale meneghina, con il proprio Centro di collaborazione Oms guidato dall'esperta e l'Istituto di Clinica odontoiatrica dell'università degli Studi di Sassari, dimostra che "il chewing gum allo xilitolo è in grado di diminuire la quantità di batteri e di ridurre le carie".
Attraverso l'AdnKronos Salute l'esperta si rivolge a Beatrice Lorenzin: "Potrebbe passare alla storia diventando il primo ministro della Salute a colmare questa grave lacuna" che minaccia il sorriso degli italiani. Il punto di partenza della sua riflessione è l'aggiornamento, a fine 2015, delle linee guida ministeriali per la prevenzione delle principali malattie orali nell'adulto: dalla Carie alle gengiviti e altre infiammazioni, fino ai tumori della bocca. Ma per Strohmenger il primo passo è puntare sui bambini, gli adulti del futuro, così da "costruire una generazione di gente sana che ha imparato i comportamenti giusti ed è in grado di mantenerli e trasmetterli".
"La patologia cariosa è una delle più diffuse secondo l'Oms - sottolinea l'odontoiatra - tanto da essere considerata una malattia sociale, con altri tassi di incidenza in tutti i Paesi del mondo, e la quarta più costosa in termini economici. In Italia il 20% dei bambini a 4 anni, uno su 5, ha almeno una lesione cariosa. Il dato è del 2005, ma quest'anno effettureremo un nuovo rilevamento e i risultati saranno disponibile per fine dicembre". Al di là di come cambieranno i numeri, però, la certezza è che "oggi i bimbi malati di carie sono quasi sempre solo quelli che mangiano male. Eppure finora non siamo riusciti a far capire ai cittadini che il fattore di rischio principale per la salute orale è proprio l'alimentazione sbagliata, problema di grande attualità e sempre più diffuso".
Quello che Strohmenger propone a Lorenzin è "un vero e proprio programma di prevenzione della carie e della gengivite nei bambini, inserito come percorso obbligatorio e gratuito all'interno del Ssn. Un piano articolato a 360 gradi, diffuso a tutti, certificato dalle evidenze scientifiche". Non stiamo parlando di screening, di controlli medici, precisa l'esperta: "Bisogna fare informazione alla gente, alle mamme in gravidanza, ai medici, agli infermieri, agli operatori scolastici e a quelli sociali", per arrivare a incidere in modo stabile sulle abitudini dei più piccoli. "Un intervento di tipo comunicativo ed educativo a largo spettro, con l'impegno del mondo della pediatria e dell'odontoiatria pediatrica a diffondere le buone pratiche di igiene orale e alimentare. Tutto questo unito a pochissimi INTERVENTI specialistici, sui bambini già malati o più a rischio".
Il senso è: "Prendo tuo figlio da piccolo, te lo educo e te lo riconsegno autonomo, formato e informato", sintetizza l'odontoiatra della Statale milanese. "Interventi di questo tipo sono attivi con successo in alcuni Paesi ed è urgente mutuarli anche in Italia", insiste. Il discorso della prevenzione, puntualizza l'esperta, "vale a prescindere" dal problema della fuga degli italiani dalle cure dentistiche. Un'emergenza acuita dalle difficoltà economiche, che un Piano nazionale di prevenzione potrebbe comunque contribuire a mitigare se si riparasse anche alla "quasi totale assenza sul territorio di servizi odontoiatrici di comunità".
Secondo i dati Istat relativi al 2013, pubblicati nel 2015, il ricorso alle cure odontoiatriche nell'Italia della crisi ha subito una flessione allarmante: la quota di popolazione che durante l'anno in esame si è rivolta al dentista o all'ortodontista è calata al 37,9%, rispetto al 39,3% del 2005. Ed è cresciuta al 29,2%, contro il 24%, la percentuale di connazionali che ha dilazionato le visite in un periodo più lungo, da uno a 3 anni. Di pari passo si riducono le terapie effettuate: le persone che si sono sottoposte a un solo tipo di trattamento sono il 70,7% (49,3% nel 2005). Il ricorso ai dentisti che esercitano la libera professione è sceso dal 34,7% al 32,3%, mentre è rimasta molto contenuta la quota coperta dal settore pubblico o convenzionato: il 5%, stabile sul 2005. Tra chi rinuncia alle visite ai denti, il fattore soldi incide per l'85,2%. Una fotografia che Strohmenger ritiene ancora attuale: "Il cittadino che deve pagarsi le cure odontoiatriche - testimonia - continua a manifestare un grande disagio".
In aggiunta all'Abc della buona igiene orale, cioè l'uso corretto e regolare dello spazzolino e del dentifricio al fluoro, la Raccomandazione numero 6 delle linee guida ministeriali 2015 sulla salute orale in età adulta introduce come ulteriore strumento di prevenzione il chewing-gum contenente xilitolo. Parola di esperti, infatti, "lo xilitolo, come l'eritritolo, esercita un'azione preventiva sull'insorgere della carie grazie alle sue proprietà chimico-fisiche e grazie all'azione della masticazione del chewing-gum che aumenta il potere tampone della saliva".
Edulcorante di origine vegetale (viene estratto soprattutto dalla betulla) appartenente alla famiglia dei polialcoli, sostanze non cariogene con la peculiarità di non essere fermentate dai Batteri del cavo orale e quindi di non consentire la formazione degli acidi che corrodono lo smalto, lo xilitolo è considerato anche "cario-protettivo perché possiede una provata attività antibatterica, ostacolando la crescita degli streptococchi del gruppo mutans", fra i primi imputati nel processo che dà origine alla carie. Anche le linee guida ministeriali del 2013 per la salute orale in età evolutiva citano i chewing-gum con xilitolo come 'functional food'.
"Quella dello xilitolo è una storia bellissima che nasce nel Nord Europa negli anni '60", ricorda Strohmenger. "Su questa sostanza ci sono cassetti pieni di dati scientifici internazionali", tra i quali uno 'made in Milano'. Uno studio condotto dall'università Statale meneghina, con il proprio Centro di collaborazione Oms guidato dall'esperta e l'Istituto di Clinica odontoiatrica dell'università degli Studi di Sassari, dimostra che "il chewing gum allo xilitolo è in grado di diminuire la quantità di batteri e di ridurre le carie".
Ultimo aggiornamento: 23 Marzo 2016
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