Roma, 2 mag. (AdnKronos Salute) - "Non sappiamo spiegarci le cause" del rogo all'ospedale San Camillo di Roma che è costato la vita a un paziente: "I materiali della stanza sono classificati come resistenti al fuoco, il letto non era elettrico e non c'erano materiali elettrici in funzione. Nessun corto circuito è stato rilevato. E' inspiegabile. Questo è il risvolto ancora amaro di tutta la drammatica vicenda. L'indagine della magistratura è in corso anche per questo". Antonio D'Urso, direttore generale dell'ospedale romano, ammette che sulle cause della tragedia avvenuta la notte del 30 aprile "siamo confusi - dice all'Adnkronos Salute - ma, in ogni caso, con molta fatica, siamo operativi. E il personale è stato ed è davvero encomiabile"
"Non riusciamo a capire - continua - quale potrebbe essere stata la scintilla nè il materiale che si è 'comportato' da combustibile. Nulla nella stanza aveva caratteristiche per innescare la fiamma nè per alimentarla". D'Urso precisa che "le squadre tecniche ci dicono che appena è scattato l'allarme antincendio sono state bloccate, automaticamente, l'Alimentazione di energia e Ossigeno. Come prevedono le procedure".
Le informazioni già raccolte indicano che "a mezzanotte e nove minuti è scattato l'allarme. Il personale è intervenuto subito. Ha messo in salvo il primo paziente mentre, purtroppo, nulla è stato possibile per il degente deceduto. Successivamente, si sono occupati di spegnere l'incedio e di evacuare le corsie, secondo le procedure di esodo".
D'Urso precisa anche che "il personale era in numero congruo (2 infermieri per 17 ricoverati). Inoltre, in situazioni di emergenza come questa, anche il personale del reparto vicino partecipa - ed ha partecipato - attivamente alle procedure di esodo. Oltre al personale di reparto sono intervenuti gli uomini della squadra di emergenza. Cinque persone formate ad hoc, per la gestione di queste situazioni, che h24 presidiano l'ospedale", conclude il Dg.
"Non riusciamo a capire - continua - quale potrebbe essere stata la scintilla nè il materiale che si è 'comportato' da combustibile. Nulla nella stanza aveva caratteristiche per innescare la fiamma nè per alimentarla". D'Urso precisa che "le squadre tecniche ci dicono che appena è scattato l'allarme antincendio sono state bloccate, automaticamente, l'Alimentazione di energia e Ossigeno. Come prevedono le procedure".
Le informazioni già raccolte indicano che "a mezzanotte e nove minuti è scattato l'allarme. Il personale è intervenuto subito. Ha messo in salvo il primo paziente mentre, purtroppo, nulla è stato possibile per il degente deceduto. Successivamente, si sono occupati di spegnere l'incedio e di evacuare le corsie, secondo le procedure di esodo".
D'Urso precisa anche che "il personale era in numero congruo (2 infermieri per 17 ricoverati). Inoltre, in situazioni di emergenza come questa, anche il personale del reparto vicino partecipa - ed ha partecipato - attivamente alle procedure di esodo. Oltre al personale di reparto sono intervenuti gli uomini della squadra di emergenza. Cinque persone formate ad hoc, per la gestione di queste situazioni, che h24 presidiano l'ospedale", conclude il Dg.
Ultimo aggiornamento: 02 Maggio 2016
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