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Turchia, stop ai farmaci gratis per i malati di cancro ai polmoni

Turchia, stop ai farmaci gratis per i malati di cancro ai polmoni

Alla base della scelta del governo una dura campagna contro il fumo, il cui principio è che non può esserci una libertà di fumare perché porta alla morte.
In questo articolo:
Polemiche in Turchia ma non solo per la decisione del governo di Ankara di non pagare più le medicine ai fumatori che si ammalano di Cancro ai polmoni. La drastica misura è stata introdotta dall’Istituto per la sicurezza sociale (NGK) di Ankara, contro la quale si sono già scagliati medici e avvocati. 

Alla base della scelta del governo una dura campagna contro il fumo, il cui principio è che non può esserci una libertà di fumare, in quanto non può esserci la libertà ad abitudini che portano (anche) alla morte. Lo Stato turco, insomma, vuole proteggere i propri cittadini da tabacco, alcol e droghe, come ha assicurato lo stesso presidente Recep Tayyip Erdogan, in occasione della recente Giornata contro il fumo.

Come detto, però, i medici non ci stanno e l’associazione dei medici turchi (TTB) ha già fatto sapere che adirà la Corte costituzionale, in quanto ritiene che sia in atto una violazione del principio di eguaglianza tra i cittadini.
Leggi anche:
Il fumo: storia di un vizio che nuoce gravemente alla salute
La storia del tabacco e del fumo ha inizio con la scoperta dell'America e inizialmente ne erano lodate le proprietà terapeutiche.

La lotta contro il fumo in Italia

Prescindendo, ora, da quanto deciso in Turchia, quali possono essere le soluzioni per convincere i fumatori a smettere?
È indubbio, infatti, che quella contro il tabagismo sia una battaglia che ogni governo dovrebbe prendere in seria considerazione: in Italia, per citare un dato inquietante, è stato stimato in 83mila il numero di morti in un anno causati dal fumo (anche se, dall’entrata in vigore dodici anni fa della ‘Legge Sirchia’, i fumatori, per la prima volta, sono scesi del 20%). 
Le azioni legislative, comunque, non mancano: dal 2 febbraio di quest'anno, infatti, sono ‘operative’ le ‘Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali’  che, tra le tante cose, prevedono multe per chi getta i mozziconi sul suolo pubblico, nelle acque e nelle caditoie e negli scarichi; per chi è sorpreso a fumare all’aperto, davanti agli ospedali, alle scuole e alle università. In più, altre misure anti fumo riguardano l’inserimento di immagini ancora più scioccanti sui pacchetti di sigarette e il ritiro dal mercato dei pacchetti da 10 sigarette e del tabacco da masticare (con l’obiettivo, pertanto, di diminuire il fenomeno del fumo tra i minori).


La rimborsabilità dei farmaci anti-fumo

Ma c’è anche chi, come Giovanni D’Agata, presidente dello ‘Sportello dei Diritti’, sostiene che bisognerebbe “garantire la rimborsabilità dei farmaci per smettere di fumare, come già accade in paesi come la Gran Bretagna”. In pratica, l’idea è quella di chiedere “il rimborso dei farmaci per smettere di fumare; sarebbe un incentivo anche per il fumatore più incallito. Una simile iniziativa, nel lungo termine, farebbe addirittura risparmiare soldi allo Stato”.

Tra l’altro non bisogna mai dimenticare quanto stabilito dall’art. 32 della Costituzione Italiana: “La Repubblica tutela la Salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. E lo Stato ha, quindi, il compito non solo di proteggere la salute di chi non fuma (perché è più importante il diritto a respirare un’aria salubre che il diritto a fumare) ma anche e soprattutto quella di chi, magari pur volendolo, non riesce a tenere lontano dalla bocca una sigaretta.

Per approfondire guarda anche "Smettere di fumare"
Ultimo aggiornamento: 01 Marzo 2016
4 minuti di lettura

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