Milano, 24 giu. (AdnKronos Salute) - "La scienza non ha confini, né politici né etnici né religiosi". Per l'oncologo Umberto Veronesi nemmeno la Brexit potrà alzare un muro nel dialogo e nella collaborazione fra i ricercatori.
"Sul sistema della conoscenza non credo che questo risultato avrà un impatto dirompente", dichiara all'AdnKronos Salute dopo la vittoria del 'Leave' al referendum sull'uscita della Gran Bretagna dall'Ue.
Il fondatore dell'Istituto europeo di Oncologia di Milano fa un'altra riflessione: "Va considerato - osserva - che anche dal punto di vista scientifico l'Inghilterra ha sempre mantenuto una politica isolazionista. Ad esempio - precisa l'ex ministro della Sanità - nel mondo della ricerca è noto che gli inglesi tendono a condurre i loro studi all'interno del Paese, nonché a sviluppare politiche sanitarie calibrate sulle caratteristiche della popolazione di origine britannica".
Anche per questo lo scienziato non prevede che la Brexit si tradurrà in uno tsunami per il settore. L'idea è che sarà più uno scossone di un terremoto. "Sono convinto che in ogni caso la comunità scientifica internazionale potrà mantenere i suoi rapporti con la Gran Bretagna, anche se - conclude Veronesi - potrebbe succedere che alcuni enti europei che attualmente hanno sede a Londra, per esempio l'Agenzia del farmaco Ema, dovranno cambiare sede".
"Sul sistema della conoscenza non credo che questo risultato avrà un impatto dirompente", dichiara all'AdnKronos Salute dopo la vittoria del 'Leave' al referendum sull'uscita della Gran Bretagna dall'Ue.
Il fondatore dell'Istituto europeo di Oncologia di Milano fa un'altra riflessione: "Va considerato - osserva - che anche dal punto di vista scientifico l'Inghilterra ha sempre mantenuto una politica isolazionista. Ad esempio - precisa l'ex ministro della Sanità - nel mondo della ricerca è noto che gli inglesi tendono a condurre i loro studi all'interno del Paese, nonché a sviluppare politiche sanitarie calibrate sulle caratteristiche della popolazione di origine britannica".
Anche per questo lo scienziato non prevede che la Brexit si tradurrà in uno tsunami per il settore. L'idea è che sarà più uno scossone di un terremoto. "Sono convinto che in ogni caso la comunità scientifica internazionale potrà mantenere i suoi rapporti con la Gran Bretagna, anche se - conclude Veronesi - potrebbe succedere che alcuni enti europei che attualmente hanno sede a Londra, per esempio l'Agenzia del farmaco Ema, dovranno cambiare sede".
Ultimo aggiornamento: 27 Giugno 2016
2 minuti di lettura