Circa il 20 per cento dei giovani in Italia, ovvero oltre 300 mila pazienti tra i 15 e i 17 anni, soffre di patologie croniche, ma l'assistenza pediatrica del nostro sistema sanitario si interrompe a 14 anni. Proprio per questo sono stati pensati i cosiddetti Voucher della salute, dei veri e propri carnet da utilizzare come visite specialistiche nella salute pubblica, in strutture convenzionate che ogni Regione potrà decidere di usare per le cure primarie sul territorio sia presso il pediatra sia presso il medico dell’adulto. Obiettivo quello di assicurare delle cure continuative ai giovani dai 14 ai 22 anni, al termine dell'età pediatrica.
Questi carnet possono interessare direttamente, oltre al Ministero e alle Asl, le aziende ospedaliere autonome, i poliambulatori accreditati, le assicurazioni e le aziende, sia per i dipendenti che per i figli di questi ultimi. I Voucher hanno un costo variabile, che dipende strettamente dal budget di chi abbraccia il progetto e possono avere una durata semestrale, annuale, triennale, in base a quanto decretato dall’ente erogatore.
In merito alle patologie che aggrediscono i più giovani, la maggior parte di loro, ovvero 229 mila pazienti (il 13%) è affetto da malattie allergiche, mentre 24 mila ragazzi (1,3%) soffrono di disturbi nervosi. Concretamente, ciò significa che nei prossimi 8 anni avremo circa 900 mila adolescenti affetti da malattie croniche che necessiteranno di una presa in carico specifica ed adeguata da parte del SSN.
È proprio per questo motivo che la Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA) propone i Voucher della salute, lanciando allo stesso tempo una provocazione. Fine della proposta è infatti quella di rendere i giovani consapevoli e spingerli ad avere cura di sé.
Come funzionano i Voucher
Alla base di questi carnet c'è l'idea di poter usufruire di visite specialistiche che rispettino il principio di equità. Lo stesso medico di famiglia potrà assumere il ruolo di vero e proprio consulente e sarà incentivato a dedicare un giorno della settimana a visitare solo gli adolescenti. I Voucher potrebbero, dunque, ridurre i tempi di Diagnosi e, di fatto, migliorare la facilità d’accesso alle cure.
Le adolescenti e il rapporto con il ciclo mestruale
Un esempio concreto di come gli adolescenti sottovalutino la cura della propria salute risiede, ad esempio, nel rapporto quasi inesistente tra giovani e ginecologi, nella prima adolescenza. Nel corso dell’anno scolastico 2012-2013 SIMA, SIGIA (Società Italiana di Ginecologia dell’Infanzia) e LA (Laboratorio Adolescenza) hanno realizzato un’indagine nazionale congiunta su età di Menarca e caratteristiche dei primi cicli mestruali di 1.027 ragazze della prima adolescenza, unitamente alla rilevazione del loro vissuto e delle loro opinioni su questo argomento.
Oltre il 60% delle giovani ha dichiarato di vivere il proprio ciclo con Ansia o di sentirsi di “cattivo umore” durante questo periodo (59.7%). Inoltre, il 44.1% ha dichiarato di modificare le proprie abitudini di vita. Per lenire i dolori mestruali, i farmaci antinfiammatori non steroidei sono stati indicati come la principale strategia terapeutica, anche se il 32% delle ragazze ha dichiarato di avere timori per l’assunzione di tali prodotti, per cui li utilizza il meno possibile.
Ciò che fa particolarmente riflettere è il fatto che la grande maggioranza (76.3%) delle intervistate non ha mai fatto una visita ginecologica al momento dell'indagine e solo il 4.4% si è recato in un consultorio per avere informazioni sulla prevenzione in ambito ginecologico. Il medico di fiducia è al primo posto tra le fonti di informazione con il 63.1%. A seguire la scuola con il 32,1%, poi i siti internet con il 22,4%, i programmi tv con il 17,6%, i forum ed i social network con l’8,4%, le radio con il 3,5%.
Il parere dell'esperto
“Ci siamo accorti con stupore - spiega il dottor Piernicola Garofalo, Presidente SIMA - che esiste una larga fascia di ragazzi sani per i quali il Sistema Sanitario Nazionale non prevede visite mediche”.
“Il nostro intento – prosegue Garofalo – è proprio quello di smuovere il SSN, che non incentiva i ragazzi ad intraprendere un percorso di presa di consapevolezza della propria salute. Bisogna quindi fornire ai giovani gli strumenti assistenziali, colmare questo vuoto sanitario ed investire in cultura della salute. Dobbiamo aprire un fronte su un argomento che non trova lo spazio che merita e che manca a livello culturale e normativo".
È, per questo, dovere di tutti "tutelare la salute e fare prevenzione, per far sì che gli adolescenti si prendano cura della propria salute. Per realizzare tutto questo è necessario assicurare continuità della copertura sanitaria”.
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