Le tecnologie IoT, Internet of Things, hanno permesso di digitalizzare e connetterci agli oggetti della nostra vita quotidiana (ma anche a quelli meno comuni), migliorando il nostro modo di vivere.
Un potenziale applicativo sconfinato quello dell’interconnessione tra oggetti intelligenti che ha investito anche l’ambito medico, in quanto capace di elaborare dati e scambiare informazioni con altri oggetti e persone, su moltissimi aspetti della nostra salute. Ma andiamo per ordine.
Internet of things: cos’è?
Con l’espressione Internet of Things - IoT (o Internet delle Cose) si intende quel processo di sviluppo tecnologico che ha portato ad estendere internet al mondo degli oggetti di uso quotidiano.
Volendo dare una definizione più tecnica di Internet of Things potremmo parlare di una convergenza tra sensoristica, elaborazione e comunicazione in rete di oggetti “intelligenti”, interconnessi tra loro e con le persone, con l’obiettivo di monitorare, controllare e trasferire una serie di informazioni che consentono di svolgere determinate azioni.
Il concetto fondamentale dell’Internet of Things non è legato all’intelligenza delle singole cose quanto, piuttosto, all’intelligenza dei servizi che offrono: grazie alla connessione Internet associata ad una integrazione tecnologica dotata di capacità elaborativa (software), qualsiasi oggetto si può trasformare in un dispositivo smart.
Si tratta di un ambito applicativo che non conosce confini: dalla domotica che abilita la Smart Home alla robotica collaborativa industriale, passando per Smart City e Smart Mobility per città più sostenibili, fino a Smart Agrifood con i sensori su campo e soprattutto Smart health in ambito sanitario.
Internet of Things in ambito medico
Si chiama Internet of Medical Things (IoMT) l’applicazione particolare dell’IoT in medicina. All'inizio, circa 20 anni fa, l'utilizzo dell'Internet of Things nel settore sanitario era principalmente incentrato sul controllo a distanza del corretto funzionamento di grandi macchine mediche all’interno degli ospedali. Col tempo, grazie all’innovazione tecnologica e allo sviluppo della digital health, abbiamo visto come l’assistenza sanitaria è riuscita a lasciare il contesto ospedaliero per trasferirsi presso l’abitazione del paziente, consentendo al personale sanitario di monitorare parametri vitali da remoto (ad esempio, temperatura corporea, pressione arteriosa, frequenza del battito cardiaco, valori glicemici) e di acquisire dati sanitari in modo continuo.
Dunque, accade che oggetti dotati di sensori (tipo i comuni wearable) vengano collegati a una piattaforma Internet che, a sua volta, integra i dati provenienti da questi “oggetti”, li analizza e condivide le informazioni che ne ricava con applicazioni create per esigenze cliniche specifiche.
Per fare qualche esempio: l’Internet of Things nel settore sanitario è particolarmente adatto per gestire l’apnea notturna, un disturbo potenzialmente pericoloso in cui la respirazione si interrompe mentre qualcuno sta dormendo. Un dispositivo da remoto può monitorare il loro sonno e avvisare un medico se smettono di respirare.
Ma anche nell’ambito delle malattie cardiache, dove la persona con pacemaker, ad esempio, può tenere sotto controllo il proprio comportamento cardiaco e lo stato delle batterie tramite connettività wireless che invia i dati al medico o all'ospedale.
In sintesi, possiamo dire che l’IoT in medicina ha il vantaggio di:
- offrire un’assistenza sanitaria più predittiva grazie all’accesso istantaneo a dati aggregati che permettono di monitorare, informare e notificare eventuali criticità in tempo reale, oltre che prevenire l’errore medico;
- facilitare la comunicazione tra pazienti e medici e semplificare l’intera esperienza di cura rendendo anche più semplici le procedure di gestione dei farmaci e dei percorsi terapeutici;
- raccogliere dati clinici tramite sensori per controllare il paziente a distanza attraverso l’impostazione di programmi di cure e monitoraggio dei parametri connessi direttamente a casa;
- diminuire i tempi di attesa negli ospedali nonché i costi dell’assistenza sanitaria.
Applicazione dell’IoT in medicina: la misurazione della glicemia senza puntura
In un ambito come quello del diabete (di tipo 1 o 2), in cui stile di vita e coinvolgimento del paziente rivestono un ruolo cruciale nella gestione della cronicità, l’innovazione tecnologica ha stimolato la creazione di innumerevoli soluzioni IoT in medicina, con l’obiettivo di migliorare la gestione di questa patologia.
Parliamo, in particolare, di dispositivi intelligenti che consentono la misurazione della glicemia senza puntura. Con l’aiuto della tecnologia IoT, i pazienti diabetici non devono più sottoporsi alla puntura del dito per prelevare la goccia di sangue necessaria per misurare la glicemia: adesso possono utilizzare un glucometro senza puntura.
Generalmente, si tratta di un sensore applicato sulla pelle che misura in maniera automatica la glicemia nel sangue grazie al monitoraggio continuo dei livelli di glucosio (CGM), e stabilisce anche la somministrazione del trattamento insulinico più adeguato.
Dunque, le informazioni rilevate in continuo da questo dispositivo IoT permettono, da un lato, di adattare costantemente la terapia grazie ad algoritmi predittivi in grado di avvisare precocemente il paziente in caso di possibili ipo o iperglicemie, e dall’altro, di comprendere al meglio le interazioni che la glicemia ha con diversi fattori.
Il CGM, Continuos Glucose Monitor, è considerato una delle maggiori innovazioni nella gestione del diabete degli ultimi anni, ma non è il solo. Anche un'altra tecnologia IoT è in grado di migliorare la vita delle persone affette da diabete; è la penna insulinica intelligente che consente di regolare automaticamente tempi, unità e tipo di insulina da iniettare.