Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha un obiettivo chiaro: "Consegnare alle nuove generazioni un paese più moderno ed equo" e a riferirlo è lo stesso Mario Draghi. Una meta da raggiungere puntando sull’innovazione e soprattutto sulla digitalizzazione di tutto il sistema Italia, Sanità compresa, per la quale in particolare saranno stanziati ben 18,5 miliardi.
Non è solo una scelta dettata dall’insegnamento impartitoci dalla crisi sanitaria, che ci ha spinti a rivolgerci verso tecnologie esistenti e non ancora applicate su larga scala come la telemedicina, ma anche una necessità impellente.
Puntare sulla digitalizzazione del sistema sanitario significa, infatti, adottare dei metodi più inclusivi, che vanno ad aumentare la qualità e le aspettative di vita dei cittadini. È proprio questa la direzione presa dal Piano, il quale da un lato mira a rafforzare la prevenzione e dall’atro a garantire “un accesso più equo a cure efficaci”.
Perciò, diventa fondamentale potenziare i servizi sanitari esistenti sul territorio e la telemedicina è un elemento strategico previsto dal Piano. Connettere in maniera più semplice ed efficiente le strutture ospedaliere e soprattutto garantire una continuità assistenziale efficace: sono queste le chiavi di volta che permettono al paziente di essere davvero al centro.
L'assistenza innovativa alla persona nel panorama nazionale
Progetti come quello sviluppato dalla ULSS 3 Serenissima di Venezia insieme a Paginemediche hanno ampiamente dimostrato i benefici della telemedicina e del teleconsulto. Grazie agli strumenti di misurazione dei parametri vitali in dotazione ai pazienti, questi hanno la possibilità di aggiornare i propri dati quotidianamente, consentendo ai medici di intervenire tempestivamente e di adottare le giuste cure nell’immediato.
Inoltre, l’utilizzo di una piattaforma digitale consente la consultazione in tempo reale fra i medici di base e gli altri specialisti, accorciando le tempistiche della diagnosi.
Sono poi notevoli i vantaggi generati dalle televisite. Anche durante la pandemia, infatti, i pazienti hanno potuto mantenere la continuità assistenziale ed essere seguiti, non solo dal proprio specialista, ma da un’intera equipe, senza doversi recare in ospedale. La telemedicina è stata in grado di creare una vera e propria rete attorno alle necessità dei cittadini e ha migliorato la qualità del rapporto fra i pazienti, i medici e le strutture ospedaliere.
Il futuro della sanità è digitale
La sfida che viene lanciata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza è ora quella di estendere il monitoraggio, le consultazioni e le visite da remoto a tutto il territorio, creando così una rete via via sempre più capillare: possiamo davvero accorciare le distanze e avvicinare di più i medici ai pazienti.
Stiamo entrando in una nuova era e la password per accedervi è una sola per tutti: digitalizzazione.