Ai cereali, al cocco e cioccolato o agli anacardi: sono le barrette e gli snack proteici, amati da molti sportivi e demonizzati da altri. Una riserva di proteine, da consumare lontano dai pasti principali, per mantenere in forma i muscoli senza immettere nell’organismo troppi grassi e carboidrati.
La spaccatura ha a che fare con una serie di domande: fanno bene o fanno male? Fanno ingrassare? Quali sono i migliori?
Al di là delle ragioni commerciali che fanno sì che ormai da anni gli scaffali dei supermercati e dei negozi specializzati siano colmi di bustine e scatoline colorate che promettono energia a portata di tasca, questi prodotti nascono per apportare valori nutrizionali sani, al contrario di molte merendine. Il punto è che non tutti rispettano degli alti standard di qualità. Per essere più vendibili inoltre molte barrette proteiche sono state rese più appetitose con l’aggiunta comunque di una buona percentuale di zuccheri.
Gli snack proteici (da non confondere con le barrette dietetiche o energetiche) sono del resto dei comuni integratori pensati per coprire il fabbisogno proteico quotidiano di chi segue una dieta specifica e per contrastare il catabolismo muscolare quando diventa impossibile o scomodo (magari in ufficio o in palestra) farlo con altri alimenti. La qualità del prodotto dipende principalmente dalla sua composizione.
Barrette e snack proteici: composizione e usi
Una porzione di snack proteico (o una barretta) pesa generalmente 100 grammi. Quasi tutti contengono almeno 20 grammi di proteine, mentre il resto è composto da percentuali variabili di carboidrati e lipidi (principalmente oli vegetali), ma anche sali minerali, vitamine e creatina.
In commercio si trovano snack di ogni tipo: senza glutine, senza lattosio, alla soia, con amminoacidi, e così via. La principale distinzione comunemente applicata è tra barrette proteiche con dosi e varietà differenti di carboidrati e barrette proteiche a basso contenuto di carboidrati dette anche “low carb”.
Prima di chiedersi se un prodotto proteico faccia bene oppure no, bisogna chiedersi se è adatto alla propria alimentazione. È sempre bene controllare l’etichetta e scegliere prodotti di qualità. Considerando il contenuto di carboidrati, ad esempio, non è detto che le barrette del primo tipo siano adatte a chi segue una dieta ipocalorica, sebbene l’unione corretta di grassi e proteine favorisca il senso di sazietà.
Le barrette del secondo tipo, cosiddette “low carb”, sono quelle che invece forniscono un largo apporto proteico controllando però la quantità di zuccheri, carboidrati complessi e grassi presenti. Le barrette low carb possono essere utilizzate come sostitutive di un solo pasto da chi ha necessità di perdere peso e allo stesso tempo di acquisire proteine. Ma ne è consigliata l’assunzione (non più di una barretta al giorno) per un periodo non superiore alle 6/8 settimane. Le fonti proteiche usate nella produzione delle barrette proteiche più diffuse sono le proteine del siero del latte a rapido assorbimento e la caseina a lento assorbimento: due fonti ricche di aminoacidi a catena ramificata BCAA (L-Leucina, L-Isoleucina, L-Valina) e altri importanti amminoacidi essenziali.
Barrette e snack proteici: vantaggi e svantaggi
Il fabbisogno proteico di uno sportivo è in genere superiore alla media. L’uso più ricorrente degli snack proteici è infatti legato al consumo post-allenamento, per ripristinare le riserve energetiche dell’organismo. Da qui il principale vantaggio di questi prodotti: tascabili, piccoli, già dosati, facili da consumare, fanno risparmiare tempo e lasciare a casa scomodi barattoli e misurini di integratori in polvere.
Le barrette si possono assumere in qualunque situazione. Ma, come accennato, non tutti gli snack sono uguali: se di scarsa qualità, è meglio non assumerli affatto per non rischiare di vanificare gli sforzi e gli obiettivi della dieta. Inoltre, bisogna scegliere e assumere lo snack con consapevolezza: se si è attenti alla definizione muscolare (cutting) o se si deve perdere molto peso, alcuni integratori, quelli più calorici, non vanno bene. Assumerli a colazione o nel post-allenamento (quando l’alto indice glicemico è meglio tollerato) risolve questo inconveniente.