L’etimo del nome camomilla (Matricaria Chamomilla) è di alta cultura: deriva infatti dalla parola greca: χαμαίµηλον (chamàimelon), in cui χαµαί (chamài) indica la terra, il terreno e µήλον (melon) la mela, dunque: mela del terreno, per l’odore che somiglia molto a quello delle mele della varietà Renetta, mentre Matricaria deriverebbe da matrix, l’utero, per il potere calmante dei disturbi mestruali.
Il condizionale è d'obbligo dal momento che, a giudizio di altri, l’origine sarebbe sempre da riportare al termine matrix, femmina, in attinenza con l’uso che le donne ne facevano prima e dopo il Parto. Nulla osta tuttavia a che le due scuole di pensiero possano pacificamente convivere, dal momento che entrambe si riferiscono a due facce dello stesso problema, anche perché altri ne identificano la derivazione nel termine latino 'mater', la madre, sempre in relazione all’uso che le donne ne facevano per curare i disturbi ginecologici.
Ad onta di un nome di tanta risonanza culturale, però, la pianta non presenta nessun tipo di blasone. Ove si eccettui, infatti, il riferimento ad uno dei primi medici, il greco Ippocrate, essa non trova menzione né presso altri autori antichi, greci e latini, né presso i medievali e neppure nel Regimen Sanitatis della Scuola Medica Salernitana.
Nel 1500 fu segnalata a Londra solo come erba infestante ma, pur nel silenzio della cultura ufficiale, attraverso i vari secoli, nel quotidiano della vita, si è sempre continuato ad usarla per le sue proprietà farmacologiche. La camomilla è una specie erbacea annuale, il cui fusto si innalza fino a 50 cm nelle piante spontanee, fino ad 80 cm in quelle coltivate, anche se ne esiste una varietà nana, la Treneague, che non fiorisce ed è usata per lo più come manto erboso che necessita di scarsa manutenzione.
Si tratta fondamentalmente di una specie rustica, che ben si adatta a terreni poveri, moderatamente salini, acidi; nei prati, lungo le strade, nelle vicinanze delle case o anche in aperta campagna, cresce spontaneamente dal livello del mare fino ad un’altitudine di 300-400 metri, anche se teoricamente è possibile reperirla fino ad 800 metri, e finisce sovente con l’invadere altre colture agrarie infestandole, anche se oggi l’uso indiscriminato di pesticidi ne sta limitando di molto la diffusione spontanea.
La pianta, a cespugli e spiccatamente aromatica, ha radici fittonanti e più fusti che si diramano dalla base ramificandosi nella parte superiore; le foglie si presentano alterne, sessili ed oblunghe. I fiori di camomilla, inconfondibili per il loro aroma, riuniti in piccoli capolini hanno ricettacolo conico e cavo; di essi quelli esterni presentano la ligula bianca, mentre quelli interni sono tubulosi ed hanno la corolla gialla; i capolini, della grandezza di 1-2 cm di diametro, sono aggregati in cime corimbose.
La fioritura avviene da maggio ad agosto. I fiori, quando sono completamente aperti, si raccolgono verso la fine dell’estate e nelle ore più calde delle giornate asciutte, in modo da facilitarne l’essiccazione; in momenti successivi i capolini, disposti a strati sottili, vengono essiccati in locali aerati e all’ombra, per poi essere conservati in opportuni recipienti di vetro a chiusura ermetica, ben protetti dalla luce e dall’umidità.
Le foglie, di color verde chiaro in tutte le varietà, si presentano profondamente incise ed anche dopo l’essiccazione profumano di quel leggero aroma di mele, a cui già prima si accennava: la raccolta può essere effettuata in qualunque periodo dell’anno. Il consumo nazionale italiano di camomilla, aggirantesi sulle mille tonnellate circa per anno, viene soddisfatto per lo più dal prodotto di importazione da varie nazioni dell’Europa Orientale nonchè dall’Egitto e dall’Argentina, anche se allo stato attuale si nota in Italia un notevole incremento della superficie agraria adibita a questo tipo di coltivazione, determinata dalla maggior fiducia che gli italiani accordano ai prodotti nazionali.
Il quadro normativo che regola questo settore è da ricercarsi nei seguenti documenti:
- legge 30 ottobre 1940, n. 1749;
- circolare n. 69 del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste emanata il 13.08.1951;
- dlgs 23 giugno 2003, n. 181.
In questi documenti sono indicati, fra l'altro:
- oltre al periodo di raccolta ed alle autorizzazioni per i raccoglitori, le tipologie di etichette, imballaggi e contenitori;
- l’indicazione sull’involucro di nome ed indirizzo della ditta che ha confezionato il prodotto, del tipo di camomilla e dell’anno di produzione;
- l’importazione del prodotto dall’estero e la distribuzione sul territorio nazionale.
Fatte le opportune considerazioni propedeutiche diamo ora uno sguardo alle proprietà terapeutiche di questa pianta, umile quanto utile. Il prodotto più importante della camomilla è l’essenza, cioè l’olio di camomilla, i cui componenti principali sono l’azulene, antinfiammatorio, e l’alfa-bisabololo, calmante; la pianta, inoltre, contiene flavonidi e cumarine, oltre ad un principio amaro tonificante.
Tali sono dunque i presupposti perché la camomilla abbia buone proprietà anti-infiammatorie, sia a livello locale che interno. Grazie poi ad alcuni componenti dell’Olio Essenziale, quali l’alfa-bisabololo, il guaiazulene, il farnesene e il camazulene, responsabile dell’odore caratteristico e del sapore amarognolo, nonché alla componente 'flavonidi' costituita dall’apigenina, che conferisce il color giallo ai fiori, dalla quercitina, dall’apiina e dalla luteolina ed ai lattoni matricina e des-acetil-matricarina, costituisce un rimedio calmante di fenomeni nevralgici come sciatica, trigemino, lombaggine e torcicollo.
A parità poi di principio attivo, in peso, ha un notevole potere antiflogistico mentre ulteriori flavonidi, quali l’eupatuletina, la quercimetrina e le cumarine presenti, sono responsabili delle proprietà digestive e spasmolitiche.
Tali sono dunque le proprietà della Camomilla Matricaria, per cui la stessa è stata sempre giudicata la più versatile delle pianta medicinali: i preparati a base di camomilla, infatti, offrono una varietà di principi attivi diversi, a seconda della preparazione, ma sempre in grado di risolvere in modo naturale comuni problemi di salute di modesta entità, con effetti sia pur blandi ma sempre e comunque molto interessanti. La preparazione più usata è l’infuso, che può essere bevuto o usato esternamente.
Nel primo caso la preparazione di un infuso di camomilla da bere si prepara versando una tazza di acqua bollente su un cucchiaino di fiori secchi; lasciare decantare per circa 10minuti; filtrare e bere. Il preparato:
- ha effetto calmante e rilassante nel sedare gli spasmi dell’intestino e dello Stomaco dovuti ad Ansia o nervosismo, come è utile altresì nell'alleviare le coliche di ogni tipo ed in special modo di quelle renali e biliari;
- stimola la motilità del tubo digerente, favorisce l’espulsione dei gas e regolarizza la funzionalità intestinale;
- come tisana, è indicata nei casi di indigestione o di digestione pesante; calma nausea e vomito e stimola l’appetito;
- favorisce la regolarità della funzione mestruale, normalizzandone quantità e periodicità ed alleviandone i dolori;
- abbassa la temperatura e stimola la traspirazione, specialmente durante gli stati febbrili dei bambini;
- è antiallergico.
Utilizzandolo esternamente invece, e cioè dopo aver lasciato decantare il preparato per circa mezz’ora, esso è utile per i seguenti usi:
- bagni o impacchi oculari, in caso di congiuntiviti, blefariti, occhi arrossati;
- bagni in vasca ad azione antidolorifica, tonica e nel contempo rilassante;
- lavaggi e gargarismi alle mucose nasali;
- lavaggi antisettici della pelle o impacchi;
- è cicatrizzante, emolliente ed antisettico.
Ultima, ma non per importanza, è la funzione antireumatica: le frizioni a base di olio di camomilla danno buoni risultati in caso di lombaggine, torcicollo, dolori reumatici, crampi muscolari e contusioni. E per queste finalità si rende quindi utile l’olio di camomilla, che è anche facile da preparare in casa, essendo la ricetta molto semplice: in 200 grammi di olio di oliva extravergine contenuto in un vaso coperto, oppure a bagnomaria, si lasciano macerare 50 grammi di fiori freschi di camomilla oppure 30 grammi di fiori essiccati per otto giorni, al termine dei quali si cola il preparato attraverso un canovaccio, spremendolo. L’olio così ottenuto si usa anche per massaggi in caso di crampi o di dolori reumatici.
E non è finita qui! Dulcis in fundo per le gentili signore e non solo, la camomilla è anche un vero e proprio prodotto di bellezza: l’acqua del suo decotto infatti, aggiunta a quella del bagno, esercita un’azione rilassante per la pelle, mentre chi ha capelli chiari se, dopo averli lavati, li risciacqua regolarmente con un decotto preparato facendo bollire per una ventina di minuti dei fiori di camomilla, avrà capelli lucenti, più forti e con riflessi dorati.
Anche in cucina questo toccasana di pianta profonde tutte le sue proprietà: in un litro di vino bianco secco e soprattutto di buona qualità lasciamo a macerare per un paio di giorni 100 grammi di fiori; filtriamo e conserviamo in una bottiglia ben chiusa: un bicchierino postprandiale sarà gradito al palato, nonchè digestivo efficace e naturale.
Ed anche alle altre piante è utile la camomilla: se la si coltiva infatti nelle adiacenze di una pianta malata, anche quest’ultima migliorerà! Una volta, 'al tempo che Berta filava' una pianta era un bene prezioso e quando versava in cattive condizioni i contadini la aiutavano anche in questo modo.