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I ricercatori, infatti, a riguardo sostengono che gli anziani che mangiano quotidianamente le noci hanno livelli di colesterolo più bassi rispetto agli altri. I risultati sono stati presentati alla Biologia Sperimentale 2016 (EB) a San Diego. Una bella notizia sia per gli ammalati che per chi ama particolarmente questo tipo di frutta secca e che fino ad oggi ha pensato che fosse grassa e non adatta alle persone anziane o a rischio colesterolo alto.
Il parere dell'esperto
A riguardo il dottor Emilio Ros, direttore del Servizio Lipid Clinic, Endocrinologia e Nutrizione presso l'Hospital Clinic di Barcellona, ha spiegato che "dato le noci sono un alimento ad alta energia, una preoccupazione prevalente è stata che il loro consumo a lungo termine può essere associata a un aumento di peso. I risultati preliminari dello studio WAHA dimostrano che il consumo quotidiano di noci per un anno da una coorte considerevole di invecchiamento persone a vita libera non ha effetti negativi sul peso corporeo".Per approfondire guarda anche “Dieta e nutrizione: pesce e semi vari“
Quali gli effetti sulla salute
I risultati della ricerca mostrano infatti che le noci hanno un effetto ipocolesterolemizzante che funziona bene negli anziani e si mantiene nel lungo periodo. Questa tipologia di frutta secca oleosa consentirebbe infatti di acquisire i grassi buoni e altri nutrienti, mantenendo l'adiposità a bada e riducendo i livelli di colesterolo nel sangue. I ricercatori hanno determinato che gli anziani in buona salute che hanno consumato le noci su una base quotidiana avevano "una significativa riduzione del colesterolo LDL rispetto al controllo".La noce
È la parte commestibile del Juglans regia. Quello che noi consumiamo è il seme contenuto in una drupa, insieme al suo endocarpo legnoso. Oltre a quanto scoperto dai ricercatori, le noci fanno bene al cuore e sono ricche di minerali e sostanze benefiche come calcio, ferro, fosforo, rame e zinco. Ma anche le vitamine A, B2, B9 (Acido folico), C, F e P. Altrettanto importanti i grassi monoinsaturi e quelli polinsaturi (Omega-3 e Omega-6).
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Ultimo aggiornamento: 06 Aprile 2016
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