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Le mascherine in tessuto lavabili sono sicure?

Le mascherine in tessuto lavabili sono sicure?

Diverse autorità confermano l’efficacia delle mascherine in tessuto lavabili quale strumento per proteggere se stessi e gli altri, a patto però che si seguano alcune regole.
In questo articolo:

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, le mascherine in tessuto lavabili sono considerate strumenti utili per limitare la circolazione del virus Sars-CoV-2, ma devono essere indossate correttamente e lavate ad alte temperature dopo il loro utilizzo.

Le mascherine in tessuto lavabili

Secondo le indicazioni del Ministero della Salute le mascherine in tessuto lavabili in uso alla comunità rappresentano una misura igienica utile al contenimento della trasmissione del virus Sars-CoV-2, responsabile della pandemia da Covid-19.

Per essere considerate sicure devono garantire una adeguata barriera per naso e bocca, essere realizzate in materiali multistrato ad alta traspirabilità con tessuti non tossici né allergizzanti o infiammabili, e lavate o igienizzate dopo ogni utilizzo.

Il loro potere filtrante è condizionato dal tipo di stoffa e dal numero di strati, ma indicativamente possono essere utilizzate nella vita quotidiana (non ad uso sanitario) per bloccare le particelle virali più grosse (droplet) principalmente in uscita.

Le mascherine in tessuto non sono dispositivi medici (mascherine chirurgiche) né dispositivi di protezione individuale (FFP), pertanto non sono soggette a particolari certificazioni e possono essere anche auto-prodotte purché rispettino alcune caratteristiche.

Quanto sono sicure le mascherine in tessuto?

Per rispondere alla domanda è necessario distinguere le tre principali macrocategorie di mascherine antivirus e la loro sicurezza:

  • dispositivi di protezione individuale (DPI): sono dotati di un sistema filtrante, indicato con le sigle FFP, riservate generalmente ai medici o a persone a stretto contatto con malati Covid-19. In particolare, le FFP2 e FFP3 proteggono dai virus in entrata e uscita rispettivamente al 92% e 98%;
  • dispositivi medici (DM), di cui fanno parte le classiche mascherine chirurgiche: sono riservate a malati o medici e sono capaci di bloccare circa il 95% dei droplet in uscita e solamente il 20% di virus più piccoli circolanti (areosol);
  • mascherine in tessuto (usa e getta o lavabili) dette anche di “comunità”: rappresentano un presidio igienico e pertanto offrono una difesa solamente verso le particelle virali più grandi (al 90%) mentre non garantiscono protezione dalle goccioline più piccole (aerosol). Quelle prodotte con materiali lavabili vanno pulite o disinfettate dopo ogni utilizzo. A seconda dell’uso possono essere lavate in lavatrice a 60° o anche a mano con acqua calda e un detergente delicato.

Questo vuol dire che le mascherine in tessuto lavabili possono rappresentare una valida alternativa alle mascherine chirurgiche monouso indicate per esigenze non sanitarie, non solo perché eco-sostenibili a livello ambientale ma anche in termine di stile e confort.

Mascherine in tessuto: i materiali più sicuri

I materiali delle mascherine di comunità in circolazione, sia commerciali che auto-prodotte, sono moltissimi. Secondo alcune indagini di laboratorio effettuate sui diversi tessuti è emerso che nella maggior parte dei casi le fibre naturali offrono maggior protezione rispetto a quelle sintetiche e due strati sono più sicuri di uno.

Tra i tessuti più sicuri si sono dimostrati:

  • stoffe di cotone: la mascherina a due strati di cotone pesante presenta un’efficacia protettiva al pari di una mascherina chirurgica poiché questo tipo di tessuto è composto da un alto numero di fili capaci di fungere da barriera verso l’esterno;
  • jeans e tela: riescono a filtrare oltre il 90% di particelle grandi e circa un terzo di particelle piccole;
  • magliette in cotone: sono di gran lunga il più popolare tessuto per mascherine fai-da-te. Bastano due strati di tessuto per frenare il 77% di droplet e il 15 percento di aerosol;
  • panni tipo «carta assorbente»: riposto a due strati all’interno di una mascherina di tessuto questo panno ha dimostrato una capacità di filtraggio del 96% di droplet e il 33% di aerosol.

Inoltre, è possibile optare anche per mascherine di tessuto lavabili che prevedono l’inserimento di un filtro certificato, che si possono trovare in alcune farmacie.

Come aumentare la protezione della mascherina in tessuto

A prescindere dal tessuto della mascherina, è utile seguire alcune indicazioni prima, durante e dopo il loro utilizzo per non metterne a rischio la capacità filtrante:

  • prima di indossarla, lavarsi con cura le mani;
  • afferrarla dagli elastici e posizionarla in modo da aderire perfettamente sopra al naso e sotto il mento;
  • controllarne il verso avendo cura di non toccare la parte interna;
  • durante l’utilizzo è bene manipolarla il meno possibile e soprattutto evitare di riporla in tasca o a contatto con oggetti e/o superfici potenzialmente contaminati;
  • per rimuoverla è sempre bene sfilarla dagli elastici e subito dopo lavarsi con cura le mani.

Inoltre, per una maggiore efficacia è raccomandato seguire sempre le principali misure di prevenzione contro la diffusione del Covid-19, ovvero rispettare il distanziamento fisico, mantenere un’adeguata igiene respiratoria e delle mani e porre attenzione scrupolosa nel non toccare il viso, il naso, gli occhi e la bocca.

Perché è importante che tutti indossino la mascherina

L’utilizzo della mascherina (sia essa in tessuto lavabile, chirurgica, FFP) è una garanzia per proteggere se stessi e gli altri dal contagio e il fatto di non avere sintomi e sentirsi bene non è una scusa per non indossarle perché si può essere asintomatici e infetti inconsapevolmente.

Per contribuire ad arrestare la pandemia da Covid-19 bisogna essere tutti responsabili. Se non sai come comportanti in situazioni di pericolo consulta l’info-chat coronavirus di Paginemediche.

 
 
Ultimo aggiornamento: 21 Marzo 2023
5 minuti di lettura

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