Un po' di storia - Perché quelle acque fanno così bene?
Un po' di storia
Gli antichi romani, che avevano fatto del proprio corpo un dio, cui tributare onori, non dimenticavano mai di costruire piccoli o grandi impianti termali anche nella più sperduta delle colonie.
La salute e il benessere dei cittadini erano il primo fondamento delle conquiste imperiali: come vincere i Galli o Cartagine con un esercito malaticcio ed infermo? Come edificare i magnifici edifici del Foro romano con operai molli e gracili?
Ecco perché non solo i Romani avevano gran premura di costruire stabilimenti termali, ma li resero anche accessibili a tutti garantendo l’accesso pubblico a prezzi modesti o addirittura gratuitamente. La vera passione che i Romani avevano per le terme è anche testimoniata plasticamente dalla sempre maggiore sontuosità degli edifici.
Da Agrippa, che costruì il primo impianto nel 25 a.C. fino a Costantino nel 315 d.C., gli imperatori gareggiarono per far meglio dei predecessori, trasformando un luogo adibito alla cura del corpo e della salute in un centro ricreativo polifunzionale, con ristoranti, locande per passare la notte, biblioteche e teatri. Anche in questo, i Romani furono anticipatori e seppero intuire quanto la mente influisse sul benessere fisico, nella virtuosità di un equilibrio continuo.
Fu proprio un illustre romano, Plinio il Vecchio, scienziato e affermato naturalista, noto perché nel 79 d.C. ci rimise la vita per osservare da vicino l’eruzione del Vesuvio che distrusse l’opulenta Pompei, a dirci quanto fossero pregiate le acque di Contursi, oggi un piccolo borgo che supera appena i tremila abitanti.
Con un po' di retorica e di gusto per l’immagine simbolica, Plinio definiva quel liquido "miracoloso", capace di pietrificare rami e foglie. Ad avvalorare la conclusione del naturalista concorreranno le conferme di Virgilio, di Strabone e di Silvio Italico.
Malgrado la fama delle preziose acque, Contursi restò una località pressoché sconosciuta fino alla fine del’Ottocento, quando si cominciò a pensare di avviare attività di sfruttamento delle salutari sorgenti. Da allora, la notorietà crebbe in tutta Italia rapidamente e l’afflusso turistico cominciò a divenire crescente ed incessante.
Nel 1980, però, il terribile terremoto dell’Irpinia colpì pesantemente anche Contursi e le strutture termali ne furono gravemente danneggiate. Si vissero anni di crisi pesante e di lenta ripresa.
Oggi, le attività sono nuovamente vigorose e le strutture dei diversi centri hanno trasformato in occasione positiva di rilancio e di modernizzazione finanche l’evento nefasto del terremoto. Inoltre, i nuovi mezzi di comunicazione hanno consentito la più rapida circolazione della "fama" della località termale, facilitando le operazioni di marketing e permettendo a Contursi di raggiungere la considerevole cifra di trentamila presenza l’anno nei suoi cinque centri specializzati.
Perché quelle acque fanno così bene?
I cartelli lungo la strada che giunge a Contursi Terme, 45 km a sud di Salerno, non lasciano dubbi: la cittadina si autodefinisce il "paese della salute".
Per secoli, gli abitanti del posto si sono curati con le acque locali. Nel lavarsi in quelle sorgenti o nel berne, gli abitanti non seguivano alcuna Terapia scientificamente verificata e consigliata. Si limitavano a raccogliere dati empirici: chi ne beveva, ne traeva giovamento, soprattutto nel trattare alcune patologie.
La prima analisi di carattere scientifico sulla capacità curativa delle acque fu condotta nella seconda metà del Settecento da Saverio Macrì, medico calabrese, professore di Storia Naturale presso la Regia Università di Napoli. Il luminare riconobbe lo scopo terapeutico dei bagni termali e la sua conclusione fu confermata dal Arnaldo Cantani nel 1890 e da Eugenio Caloria nel 1909.
Per quanto la qualità delle sorgenti contursane fosse stata riconosciuta da insigni uomini di scienza, il problema reale per le diverse epoche citate era la mancanza di strumenti che potessero rendere assolutamente incontrovertibile l’analisi.
Macrì, Cantani e Caloria si basarono su rilevazioni oggettive, magari sul loro intuito superiore, ma non avevano mezzi per poter spiegare le ragioni della "miracolosità" di quelle acque. Solo nel 1947, strumenti più avanzati consentirono analisi minuziose, poi sostanzialmente confermate da indagini recenti e recentissime, realizzate anche tramite strumenti tecnologici d’altissima affidabilità.
Dall’analisi delle acque s’evidenziò la presenza di un’altissima percentuale di anidride carbonica, addirittura il dato più alto di tutta Europa. Già solo questo consentiva agli scienziati di sostenere come le cure termali a Contursi potessero essere un toccasana per gli affetti da forme croniche di vascolopatia.
Sulla ragione che determina tutte le potenzialità curative di queste acque è sufficiente ricordare che Contursi sorge su un’area vulcanica spenta e che i vulcani, nello sconvolgere il ventre della terra, portano in superficie sostanze abbondanti e preziose.
A cura di Giuseppe Pecorelli
Giornalista freelance, esperto di attualità sociale.
Fonti
- www.contursiterme.com
- ALFANO GIUSEPPE MARIA, Istorica descrizione del Regno di Napoli, Torchi di Raffaele Miranda, Napoli 1823
- PLINIO IL VECCHIO, Naturalis Historia, Edizioni Giardini, Pisa 1984
- STRABONE, Geografia, BUR, Milano 2001
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- Parte prima