Un toccasana, ma per quali malattie? - Perché passare le vacanze alle terme?
Un toccasana, ma per quali malattie?
Ognuna delle quindici sorgenti di Contursi ha caratteristiche speciali, capaci di lenire o curare differenti patologie.
Occorre, per questo, fare la massima attenzione nella scelta delle acque adatte ad affrontare la propria problematica, aiutati dai consigli di uno specialista.
Cerchiamo di proporre una breve elencazione. La sorgente di Sant’Antonio emerge dalla terra a 40° e contiene sostanze sulfuree, bicarbonate, alcaline e radioattive.
Sono indicate per curare le affezioni delle mucose o dell’apparato genitale, nonché per chi soffre di linfatismo, Asma bronchiale o anemia. Favoriscono, inoltre, il recupero da fratture o lussazioni.
La sorgente Pruno-Sottano ha acque dalle temperature più contenute, circa 31°. Tante le componenti: carboniche, calcaree, alcaline, iodiche, boriche e magnesiache.
Sono adatte a curare le patologie croniche delle vie respiratorie e, per altri versi, le malattie reumatiche, le Artrosi e le artriti.
Dalla sorgente Radium sgorgano acque delle temperature ancora più contenute, che si assestano intorno ai 23°. Sono utili nella cura di tutte le malattie dermatologiche, ma anche dei problemi reumatici, delle artrosi, delle affezioni respiratorie e dei disturbi dell’apparato genitale femminile. Hanno efficacia anche nel trattamento dell’obesità.
La sorgente Vulpacchio ha acque di soli 12° di temperatura, oligominerali, bicarbonate e alcaline. Vi si cura chi è affetto da patologie molto diverse tra loro: epatiche, pancreatiche, gastro-intestinali, uricosuriche, ma anche respiratorie o dermatologiche.
Oggi vi si praticano cure per aerosol, cure idropiche o inalazioni, ma ne beneficiano, nella propria attività di Riabilitazione, anche coloro che sono lesi nelle capacità motorie.
La sorgente Cantani rilascia elementi sulfurei e carbonici, utili nella cura dei catarri cronici, delle malattie gastrointestinali e dei disturbi digestivi.
Dal punto di vista dei catarri delle mucose è, tra l’altro efficace anche l’acqua della sorgente Prodigiosa, che si caratterizza per la freschezza e per la presenza di gas acido carbonico e di solfato di calce.
Per quanto i benefici delle acque siano eccezionali e diffusi, non tutti possono giovarsene: devono tenersene lontani coloro che hanno scompensi cardiaci gravi e patologie in fase acuta.
Simultaneamente alle acque, a prescindere da quale sia la sorgente, le fonti dispensano anche fanghi, singolari rispetto a quelli tipici dei centri termali: hanno colore bianco e sono di matrice naturale (a differenza di quelli argillosi).
Non sono utilizzati appena scaturiti, ma sono lasciati a decantare dentro vasche, preposte a renderne più efficaci i benefici. Sono ideali per le cure estetiche, soprattutto per combattere la cellulite, ma garantiscono anche un’efficacia terapeutica: hanno un’azione miorilassante e antinfiammatoria, riattivano e migliorano la circolazione, stimolano la sudorazione consentendo lo smaltimento delle scorie dall’organismo
Perché passare le vacanze alle terme?
Abbiamo letto l’indagine di mercato condotta dall’Istituto Nazionale di Ricerche Turistiche sul turismo termale in Italia.
L’analisi, ultima disponibile, è del 2009 e si fonda su dati raccolti nell’anno precedente. A commissionarla è stata l’Unioncamere, che aggrega le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura attive sul territorio nazionale.
Scorriamo i dati e leggiamo che il 3,7% delle presenze turistiche complessive in Italia affluisce nelle destinazioni termali (il 4,1% di quelle italiane e il 3,3% di quelle straniere).
La regione leader per gli afflussi nelle località termali è la Campania, che detiene una quota di mercato del 20,6%.
Fin qui nessuna meraviglia. A sorprenderci, invece, è stato il dato relativo alle motivazioni che determinano la scelta dei centri termali come luogo ideale per trascorrere le proprie vacanze.
Siamo abituati ad operare una connessione mentale fra terme e salute. Sbagliamo. Consideriamo il dato relativo ai turisti italiani.
Il 29% sceglie le terme per praticare o seguire attività sportive; l’11% le preferisce perché immerse in contesti naturali e paesaggistici di grande bellezza; il 13% per la vicinanza ai propri luoghi di residenza; il 21% perché i centri si trovano nei pressi di località celebri per lo shopping; il 25% per l’esclusività delle strutture ricettive; il 9,2% per dedicarsi alla buona tavola; il 49,2% per rilassarsi.
Certo, sono evidenti i legami tra il praticare attività sportive e salute, com’è pure chiaro quanto il liberarsi dallo stress quotidiano possa comportare benefici nel recupero di uno stato fisico ottimale.
Eppure, ci aspettavamo un riferimento diretto proprio alla salute, che interessa il 43% degli intervistati, cui era peraltro possibile dare risposte multiple. Solo per questa minoranza, terme è sinonimo di “benessere”.
Sorprende, poi, ancora di più sapere che solo il 35,4% degli italiani, che si sono recati nei centri termali per le proprie vacanze, si siano dedicati alla cura del corpo. Il resto ha fatto altro.
Qualche esempio? Il 52,2% s’è dedicato alle escursioni. Il 43,7% ha praticato attività sportive. Il 27,4% s’è dato allo shopping. Ma, ci chiediamo, le acque non facevano bene soprattutto alla salute? Non erano efficaci rimedi contro innumerevoli malanni?
Stranezze italiche? Assolutamente no. Consideriamo, per esempio, i francesi (il 7% dei turisti termali sono di questa nazionalità). Solo il 43% sceglie le terme per il proprio benessere e il dato è identico a quello relativo agli italiani. Il 39% si reca nelle luoghi della salute solo per l’esclusività della destinazione, il 31% per fare shopping. Questo nelle intenzioni.
La cifra relativa al “dopo vacanze” è ancora più sorprendente. Solo il 30% dei turisti transalpini s’è dedicato, nel periodo di ferie, al proprio benessere. Il 70% s’è impegnato, invece, in altre attività.
A cura di Giuseppe Pecorelli
Giornalista freelance, esperto di attualità sociale.
Fonti
- www.contursiterme.com
- ALFANO GIUSEPPE MARIA, Istorica descrizione del Regno di Napoli, Torchi di Raffaele Miranda, Napoli 1823
- PLINIO IL VECCHIO, Naturalis Historia, Edizioni Giardini, Pisa 1984
- STRABONE, Geografia, BUR, Milano 2001
LEGGI LE ATRE USCITE DI QUESTO DOSSIER:
- Parte prima