I compiti, si sa, non fanno mai piacere a nessuno, soprattutto quando sono molti. È normalissimo quindi che i bambini e gli adolescenti trovino i compiti a casa una tortura. Ogni età ha i propri compiti, i propri problemi e anche le proprie soluzioni. Vediamoli insieme.
Alle elementari
Spesso il passaggio dall'asilo alle elementari può rivelarsi Traumatico perché all'asilo il bambino aveva tutto il tempo per giocare e stare con gli amichetti. Alle elementari si comincia a vedere la scuola come un impegno gravoso, dove qualcuno gli richiede qualcosa da imparare e da dimostrare. Anche l'atteggiamento delle insegnanti può cambiare dalla materna alle elementari, e così incidere sulla psicologia del bambino.
Il ruolo dei genitori è quello, in questo caso, di fargli accettare anche l'apprendimento come se fosse un gioco, simulando quindi una continuità tra la materna e le elementari. Non è il caso di sgridarlo; la reazione potrebbe essere peggiore del problema di partenza. Provate, invece, ad aiutarlo ad imparare un metodo che velocizzi lo studio, proponendoglielo come soluzione per avere più tempo per giocare.
Alle medie
I compagni di classe, la maggiore libertà, i nuovi interessi spingono il ragazzino a tralasciare facilmente i compiti a casa. Egli comincia a sentirsi grande e ricerca l'autonomia decisionale, dimenticando le responsabilità.
Poi studia di notte per recuperare ed essere interrogato il mattino dopo, ma i risultati diventano deludenti. Imporre al ragazzo di mettersi a studiare potrebbe non sortire l'effetto sperato; la vera alternativa per i genitori è puntare ad una progressiva responsabilizzazione, facendo capire che lo studio determina la loro vita futura. Anche con materie che al momento ritengono inutili. Eventualmente, si può proporre di affiancargli qualcuno che lo aiuti a trovare un metodo di studio piacevole e veloce.
Alle superiori
L'adolescente si sente ormai un adulto a tutti gli effetti e mal sopporta le costrizioni che la vita scolastica gli impone. Anzi, fa di peggio: marina la scuola, mente sull'esito di interrogazioni, finge di studiare mentre la testa è altrove. È importante, in questa fase delicata della vita, non prendere posizioni troppo rigide, ma cercare di capire i disagi che si possono nascondere dietro questo atteggiamento. Ricordate che gli adolescenti hanno voglia di vivere e che rimanere in casa tutto il pomeriggio a fare i compiti non è esattamente ciò che essi desiderano.
In tutti i casi, è importante che i genitori aiutino, assistano o incoraggino i propri figli nello studio. Tutto ciò senza però tralasciare la fermezza, che rafforza il ruolo del genitore, e una certa apertura sulle motivazioni, che può essere d'aiuto per scavalcare quel piccolo ostacolo vissuto come insormontabile.