Sempre più spesso le palestre e i centri benessere propongono corsi di Hatha Yoga… Ma cos’è veramente questo Hatha Yoga? Lo Hatha Yoga (letteralmente l’unione di Sole e Luna) è l’insieme delle discipline yogiche per la cura del corpo al fine di renderlo perfettamente sano e completamente controllabile dalla volontà dell’individuo: praticamente un 'corpo divino'.
È il tipo di Yoga più diffuso nel mondo e il suo successo continua a crescere per via degli evidenti benefici che apporta a livello sia fisico sia psicologico. Fioriscono ovunque scuole che lo insegnano, e ormai non c’è palestra che non lo proponga tra i suoi corsi; ma lo Hatha Yoga non è una semplice ginnastica: è una disciplina complessa, che comporta dei rischi se non praticata correttamente, e non va mai separata dalle sue componenti mentali/spirituali.
È basato su sequenze di esercizi dinamici (come i Saluti al Sole), posizioni statiche, tecniche di respirazione e purificazioni fisiche. Le posizioni statiche, in sanscrito Âsana, sono posizioni del corpo codificate in tempi antichissimi per ottenere la perfetta salute psico-fisica, il controllo delle funzioni fisiologiche e la purificazione dei canali energetici, coerentemente con le teorie fisiologiche induiste. Possono essere classificate in:
- posizioni in piedi;
- posizioni sedute;
- posizioni in ginocchio;
- posizioni supine;
- posizioni prone;
- posizioni capovolte.
Le Âsana descritte nei trattati yogici sono moltissime e hanno tutte nomi in sanscrito spesso derivati dalla zoologia o dalla mitologia induista. Elenchiamo qui – a titolo di esempio – la famosa serie insegnata a Rishikesh, nell’ashram dello Swâmi Shivânanda:
Sarvangâsana (posizione capovolta a candela) |
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Halâsana (posizione dell'aratro) |
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Matsyâsana (posizione del pesce) |
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Pashimottanâsana (posizione della pinza seduta) |
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Bhujangâsana (posizione del cobra) |
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Shalabâsana (posizione della cavalletta) |
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Dhanurâsana (posizione dell'arco) |
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Ardha-Matsyendrâsana (posizione del signore dei pesci) |
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Shirshâsana (posizione capovolta sulla testa) |
Le Âsana devono essere mantenute in immobilità a lungo, anche per consentire pratiche meditative, e quindi – come affermano gli Yoga-Sûtra di Patañjali – “devono essere stabili e comode”.
Una tale affermazione potrà risultare sorprendente per chi non ha mai praticato lo Yoga e ha solo visto qualche fotografia di sequenze classiche, o – peggio ancora – per chi lo pratica da poco tempo e si sta probabilmente scontrando con la fatica, la scomodità e l’instabilità dei primi esercizi. Eppure è vero: se praticata correttamente, ogni Âsana conferisce una naturale stabilità al corpo, che porta a ridurre lo sforzo fisico al minimo.
Questo, da un lato apporta un beneficio in termini di scioltezza, elasticità e forza, dall’altro permette alla mente di occuparsi esclusivamente di ciò che accade al suo interno senza essere turbata dalla presenza del corpo, e quindi meditare.
L’esecuzione gradevole ed efficace delle sequenze di Hatha Yoga si ottiene nel tempo con la pratica costante, affrontando ogni Âsana in modo corretto:
- rilassarsi completamente prima di entrare nella posizione;
- durante la posizione rilassare tutti i muscoli, fatta eccezione per quelli strettamente necessari per mantenerla;
- evitare qualsiasi movimento brusco;
- non forzare mai;
- lasciare che durante ogni espirazione sia lo stesso graduale scioglimento di muscoli e articolazioni a farci entrare meglio nella posizione, aiutato spesso dalla forza di gravità;
- uscire lentamente dalla posizione e farla seguire da alcuni istanti di osservazione dei suoi effetti sul nostro corpo e la nostra psiche.
Ma le regole fondamentali sono sempre le stesse: praticare tali tecniche solo sotto la supervisione di un maestro esperto e mantenere per tutta la durata della pratica un sorriso interiore!