Qualche tempo fa non era insolito vedere dei camioncini dell'AVIS attrezzati a piccoli laboratori ambulanti, davanti a scuole o facoltà universitarie con i volontari che, avvicinandosi ai passanti, chiedevano senza sosta: "Vuole donare del sangue?".
Ancora oggi in Italia, benché il numero dei donatori sia salito, le riserve di questa linfa vitale scarseggiano. Inoltre, grosse differenze tra Nord e Sud nelle donazioni volontarie fanno scendere ancora di più i tassi di riserve ematiche.
Sono molti ancora, infatti, i pregiudizi esistenti sulle donazioni di sangue: la paura di soffrire, di sentirsi male, di arrecare danno al proprio corpo per fare del bene ad un ipotetico paziente, e poi ancora il timore di contrarre delle malattie frenano incredibilmente quello che potrebbe essere un atto d'amore non soltanto verso il prossimo, ma anche verso se stessi.
Sembra strano, eppure è così. Chi si sottopone a donazione di Sangue volontaria innanzitutto stimola la produzione di 'sangue nuovo'; infatti, il prelievo, e quindi la riduzione delle cellule ematiche nel proprio organismo, induce il midollo a produrne delle nuove, effettuando un ricambio di globuli rossi e
Inoltre, un campione di sangue che viene prelevato preliminarmente alla donazione, verrà utilizzato per effettuare un vero e proprio 'tagliando' della salute del donatore, gratuitamente e in completo anonimato. In più, per legge, chi dona il sangue ha diritto ad assentarsi dal lavoro per quel giorno e ad essere retribuito normalmente.
Chi può donare
Praticamente tutti. Se si ha un'età compresa tra i 18 ed i 65 anni e si è in buona salute, non ci sono controindicazioni alla donazione di sangue. Al centro di prelievo, ogni donatore sarà sottoposto ad un colloquio preliminare, in forma assolutamente anonima, sulle proprie abitudini di vita (abitudini sessuali, assunzione di stupefacenti, comportamenti a rischio, eventuali aborti o parti recenti, …), ad un
Ci sono, comunque, delle condizioni temporanee che escludono i donatori momentaneamente dalla donazione: gravidanza in corso,
Altre condizioni, invece, escludono le donazioni a vita: epatiti,
Potete anche essere voi stessi i riceventi ed i donatori nello stesso tempo. Nei casi di interventi programmati, spesso si attua l'autotrasfusione; il paziente, cioè, si reca più volte ad un centro trasfusionale (solitamente quello dell'ospedale in cui deve essere sottoposto ad intervento) e deposita il proprio sangue, che verrà utilizzato durante l'operazione. Questo, ovviamente, è impossibile se l'intervento viene praticato d'urgenza.
Il prelievo
Il prelievo di sangue a fine donazione dura all'incirca mezz'ora ed estrae dall'organismo del donatore circa 450 cc di sangue intero, cioè con le cellule ematiche non separate tra di loro. Questo sangue viene raccolto in una sacca di plastica e poi conservato ed utilizzato intero oppure soltanto in alcuni dei suoi componenti, dopo aver separato tra loro le varie cellule.
Oggi, esistono anche macchinari che separano direttamente le cellule ematiche durante il prelievo, restituendo gli elementi 'inutili' al donatore; questa tecnica è detta aferesi e permette di raccogliere separatamente soltanto il plasma, le piastrine o i globuli rossi.
Questa metodologia prende sicuramente più tempo e può variare tra 40 minuti ed un'ora e mezza circa. Anche in questi casi, il donatore non deve temere di sentirsi male dopo il prelievo, perché, oltre ad essere sotto controllo l'emoglobina durante il prelievo, i centri offrono una sorta di 'colazione' per il reintegro degli zuccheri a base di merendine e succhi di frutta.