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Sifilide: il mal francese

Sifilide: il mal francese

Sulla diffusione della sifilide, malattia conosciuta fin dall'età moderna, esistono varie teorie. Colpa degli indios o dei conquistadores?

Nel 1530 il medico Gerolamo Fracastoro pubblica un libro intitolato 'Syphilis sive de morbo gallico', il più famoso poema sulla sifilide. Nel poema si racconta la storia di un giovane pastorello di nome Sifilo che, per aver offeso il dio Apollo, viene punito da questi con una malattia che distrugge la sua bellezza.

Dal nome del protagonista, il medico Fracastoro conia un nuovo termine, Sifilide appunto, per designare una malattia che già da alcuni anni tormentava l'Europa e deturpava le fattezze degli uomini.

Conosciuta fin dall'inizio dell'età moderna, la sifilide è sempre stata una malattia venerea tra le più temibili nel corso dei secoli. Sulla sua diffusione esistono varie teorie che vedono, ora imputati gli indios delle civiltà precolombiane, ora gli eserciti che andarono a conquistare le Americhe.

La prima teoria, detta anche 'americanista', sostiene che le spedizioni di Colombo avessero importato in Europa, oltre ai beni di lusso e nuovi generi alimentari, anche il morbo della sifilide. Questa teoria fu suffragata dal 'Tractado contra el mal serpentino' di Ruy Diaz de Isla, pubblicato nel 1539, nel quale sosteneva di aver curato molti componenti della spedizione colombiana e che la malattia era stata contratta ad Hispaniola (l'attuale Haiti).

Dall'altra parte, contro la teoria americanista, c'erano diversi autori che, oltre ad affermare che erano stati gli europei ad importare in America il morbo, dichiararono che la malattia era conosciuta fin dall'antichità. Uno di questi autori, Sprengel, storico della medicina, identificò con la sifilide alcune malattie descritte da Plinio il Vecchio, da Ippocrate e da Galeno.

Ci fu qualcuno che affermò perfino di aver trovato menzione di questa malattia addirittura nel famoso codice di Hammurabi (più di 4000 anni fa), a cui si faceva riferimento per l'annullamento del contratto di compravendita di uno schiavo malato. Contestazioni della teoria americanista più vicine ai nostri giorni sono da ritrovarsi nelle ricerche di un antropologo americano, Marc Kelly.

Egli aveva trovato il Cranio di una donna indiana, morta per sifilide, che mostrava le fattezze completamente distrutte; ne concluse che, avendo la sifilide un'azione lunga durante il corso degli anni, evidentemente la popolazione a cui la donna apparteneva non aveva alcuna difesa contro questa malattia.

Questa affermazione era un altro supporto a favore di una teoria che vedeva i conquistadores rei di aver portato la sifilide in America. D'altro canto, però, è anche vero che non si sono trovate tracce sicure dell'esistenza della malattia antecedenti al XV secolo. La verità, quindi, è ancora tutta da scoprire.

In Italia la sifilide si sviluppò fortemente dopo l'assedio di Napoli nel 1494 ad opera del francese Carlo VIII e delle sue truppe, che viaggiavano con una schiera di prostitute al seguito. Fu proprio la prostituzione tra le truppe, e poi tra la popolazione, a diffondere il morbo velocemente e a far entrare in ballo anche la Chiesa.

Fu proprio l'alto clero, infatti, a identificare nella diffusione della sifilide la maledizione di Dio verso gli uomini per i loro costumi licenziosi e l'immoralità della loro condotta.

La soluzione che la Chiesa proponeva era l'astinenza, che però non fu ben accetta dalla popolazione. Paolo IV allora decise di isolare le prostitute in un luogo fuori della città, scegliendo la zona al di là del Tevere (oggi Trastevere). Ma la malattia continuava a diffondersi; Carlo IX allora cercò di limitare il mestiere di prostituta in apposite case, le cosiddette 'case di tolleranza', nella speranza di circoscrivere la diffusione della malattia.

Nel 1555 Gabriele Falloppio ideò uno strumento di prevenzione personale, costituito da una pezza di lino imbevuta di mercurio da avvolgere intorno al pene: si trattava dell'avo del moderno preservativo, che ancora oggi è l'unico metodo barriera contro le malattie veneree.

Ma fu soltanto nella prima metà del XX secolo che la sifilide ebbe una Terapia appropriata con la scoperta della penicillina da parte di Fleming e della sua produzione industriale nel 1941, trasformandosi da malattia dagli effetti devastanti in malattia curabile e perfino guaribile.

Fonte bibliografica unica:
De Morbo Gallico, storia della Sifilide del Prof. Camillo O. Di Cicco

Ultimo aggiornamento: 21 Luglio 2015
4 minuti di lettura

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