Oggi la diagnosi di cardiopatia con la sola auscultazione non si fa praticamente
più.
Esiste l’ecocardiografia che conferma o smentisce i sospetti diagnostici che
nascono dall’esame fisico del paziente.Quindi per quanto riguarda il quesito che
lei pone le consiglio di farsi spiegare dal medico che ha rilevato il soffio a
che cosa pensa di attribuirlo e nel caso sussistano dubbi se pensa di
approfondire con ecografia.
Detto questo posso darle delle informazioni generiche senza avere la pretesa di
fornirle una diagnosi.
I soffi cardiaci si distinguono in base a vari criteri.Per quanto riguarda
l’intensità
sentire un soffio di 1/6 vuol dire che il soffio è appena apprezzabile stando
concentrati,dire che un soffio è di 2/6 vuol dire che è di lieve intensità, un
soffio si definisce di 3/6 o più quando è apprezzabile anche tenendo il
fonendoscopio staccato dalla parete del torace e così via per gli altri gradi
di intensità( da 1 a 6/6).Ancora: un soffio olosistolico (che dura per tutta la
fase sistolica del ciclo cardiaco) è da considerare originato da una
insufficienza della valvola mitralica o tricuspidale a seconda del punto di
auscultazione.Se di timbro più rude e più verso il centro del petto è invece da
attribuire ad una pervietà interventricolare e cioè a un difetto congenito della
parete che divide la parte destra dalla sinistra del cuore,parete che di chiama
appunto setto interventricolare.
Ho naturalmente semplificato perché esistono tanti altri punti di riferimento
sia per la diagnosi che per la quantificazione della cardiopatia che è
impossibile illustrare in questa sede.