La risposta richiederebbe un piccolo trattato o per lo meno un paio di capitoli di un testo di Cardiologia. In sintesi: l’angina pectoris è dovuta ad una ischemia (insufficiente apporto di sangue ossigenato) transitoria e reversibile di una parte del cuore; l’ischemia è a sua volta causata da una stenosi (restringimento) di una o più coronarie per aterosclerosi. Il sintomo, che è costituito da dolore precordiale con numerose possibili irradiazioni (al lato interno delle braccia, alla mandibola, al dorso…) può comparire solo durante sforzo o anche a riposo (in questo secondo caso entriamo nel campo di una angina instabile con prognosi più impegnativa).
La valutazione del singolo caso non può ovviamente prescindere da visita ed esami cardiologici non invasivi e/o invasivi (coronarografia). Vi sono farmaci curativi ed altri, come le statine che hanno funzione preventiva e anche curativa nell’angina instabile, e, se necessario, si può procedere a rivascolarizzazione con angioplastica o bypass aortocoronarico.