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Esperto Risponde

Ansia, amnesie e distorsione

Buongiorno,

sono una ragazza di ventiquattro anni. Premettendo che ho sempre sofferto di ansia, a volte sfociata in colite nervosa o somatizzazione su alcune aree del mio corpo (di solito prurito e irritazione cutanea), tali malesseri si sono sempre risolti nel tempo.

Magari mi capitava di essere agitata per un periodo di esami universitari particolarmente intenso, oppure per tutto l’arco di tempo impiegato per prendere la patente, ma, appunto, superati questi ostacoli, l’ansia scompariva e la mia salute fisica tornava ottima. Il 10/09/18 ho litigato pesantemente con la mia fidanzata. Non voglio spiegare nel dettaglio il motivo, diciamo che: la conosco da tantissimi anni, eravamo compagne di scuola alle superiori e c’era abbastanza confidenza perché mi raccontasse con entusiasmo di alcune sue esperienze di natura sessuale con altre persone. Il suddetto giorno, però, ho scoperto che aveva omesso alcune cose, e soprattutto che le esperienze che ha vissuto non sono state belle come mi ha raccontato, anzi tutto il contrario, un paio addirittura al limite dell’abuso.

Mi sono sentita in primis sfiduciata come amica, poi come fidanzata, perché secondo me un partner ha diritto di sapere se l’altro ha vissuto delle brutte esperienze; credo che possa essere terapeutico anche per l’altro confessare ciò che ha passato a una persona fidata, al posto di trascorrere anni a dire che era stato tutto bello per nascondere la verità. Io purtroppo sono molto diffidente, quindi ho fatto subito molta fatica ad accettare che era tutto diverso da come mi era stato raccontato in passato; mi sono sentita in colpa perché se me lo avesse detto prima avrei cercato di darle molto più sostegno, mi sono sentita male immaginando quello che deve aver passato, e purtroppo ho anche iniziato a pensare che ci fossero tante altre cose che non mi aveva detto, per cui ho cominciato a chiederle tutto ciò che mi veniva in mente riguardo alle sue esperienze passate per capire se mi aveva detto la verità. Quando ho tanti dubbi in mente, purtroppo, sembra che l’unico modo di scacciarli sia chiedere spiegazioni a chi me li ha fatti sorgere, ma questo ha risvegliato dei traumi sopiti nella mia fidanzata e alcune sue risposte hanno sconvolto anche me. Abbiamo litigato tanto e io ho iniziato a soffrire d’ansia: paura che lei mi stia nascondendo ancora qualcosa, che stia mentendo come faceva alle superiori, paura che mi sorgano nuovi dubbi e che questi rovinino la nostra relazione.

Mi rendo anche conto di essere nociva per lei, e forse è proprio questo il motivo principale del mio malessere. Lei dice di avere la coscienza pulita e io le credo, perché la conosco da tanto e non ha mai fatto del male a nessuno, diciamo che è una di quelle persone che più che mentire tendono a omettere determinate cose per non far soffrire gli altri… questa sua tendenza all’omissione, però, mi provoca ansia, e dall’ansia nascono i dubbi e le paure, poi le domande, e una relazione prima tanto bella e a cui comunque tengo ancora tantissimo si sta incrinando sempre di più. Il mio problema è appunto che vorrei trovare un modo efficace di eliminare l’ansia (nelle prime settimane avevo sempre nausea ed ero inappetente, ora si è trasformata in colite con frequenti e fastidiosi pruriti nella zona del seno, sono apatica e mi rendo conto di avere spesso degli sbalzi di umore estremi e difficoltà a concentrarmi anche sulle cose più semplici). In questo arco di tempo è capitato che prendessi alcune gocce di ansiolitico, la sera o la mattina, ma mai più di due volte alla settimana. In questa ultima settimana, però, penso sempre più spesso che vorrei prendere l’ansiolitico, ma purtroppo, come ho potuto notare dalle ultime due somministrazioni, non funziona più, anzi sto molto peggio, mi agito anche di più. Ho paura di aver sviluppato una sorta di dipendenza, anche se proprio per evitare ciò non l’ho mai preso per più di una sera e una mattina consecutive, mai più di due volte alla settimana e mai in dosi massicce. In più ho notato che spesso finisco a ripetere le domande alla mia fidanzata, perché a volte ho difficoltà a ricordare le risposte.

Oggi, ad esempio, le ho posto alcune domande che le avevo fatto anche un mese fa; ricordavo che avevamo già affrontato l’argomento e che mi aveva già risposto, ma pur avendoci pensato per ben due ore, davvero, non sono riuscita a ricordarmi nulla di quello che mi aveva raccontato. Noto che spesso mi mancano dei pezzi; so che lei me l’ha detto, ma io non riesco davvero a ricordare, come se stessi leggendo un libro e all’improvviso trovassi un grosso spazio bianco a metà del capitolo. Alle volte, invece, le domando delle cose in base a ciò che mi ha detto, ma spesso mi fa notare che non mi ha detto così, come se distorcessi le cose che mi feriscono e le cambiassi per renderle a me più congeniali. So di essere io a sbagliare, perché quando lei risponde alle domande che le faccio per la seconda o magari la terza volta, ricordo che effettivamente mi aveva risposto così anche la prima, e che quindi sono stata io a distorcere la realtà dei fatti o addirittura a dimenticarla, a volte anche in un arco di tempo breve come una settimana…

È normale avere delle amnesie o distorcere dei particolari riguardo determinate questioni che ci disturbano? Anche quando si tratta di cose che non sono successe direttamente a noi, ma una persona a cui teniamo particolarmente? Può essere un sintomo di qualcosa di più grave, a livello mentale? Sapete consigliarmi qualche rimedio naturale per ridurre l’ansia e magari anche per migliorare l’umore? Come dovrei comportarmi? Ho pensato di richiedere qualche seduta presso uno psicologo, ma non voglio parlare nel dettaglio dei miei problemi relazionali, soprattutto perché dovrei raccontare le cose che sono successe alla mia fidanzata e non voglio, però sento l’esigenza di sfogarmi con qualcuno.

Con lei non posso farlo, visto che finisce per sentirsi in colpa e poi soffriamo in due, perciò credo che la cosa migliore per me sia trovare un modo efficace per ridurre l’ansia così da poter contenere tutti i sentimenti negativi che ho accumulato ultimamente e lasciarla finalmente in pace. Non so davvero che fare, perché il malessere si scatena in ogni modo, che io mi tenga tutti i dubbi per me o che mi rivolga a lei, visto che ovviamente interpreta le mie domande come mancanza di fiducia. Non voglio perderla, ma non posso continuare così, più i giorni passano più mi sembra di perdere coscienza di me.

Risposta del medico
Specialista in Psicoterapia

Gentile utente,

ho letto con attenzione il suo lungo scritto. Il consiglio migliore che le posso dare è di rivolgersi immediatamente da una psicoterapeuta (psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia, o medico psichiatra psicoterapeuta). Il problema rilevante al di là del tentativo farmacologico è che non esiste un sistema "naturale" per fermare o gestire l'ansia e gli sbalzi di umore. E' necessario lavorare sulla causa dell'ansia, ossia sulla sua tematica del controllo, il bisogno compulsivo di controllare la sua partner, e la perenne mancanza di fiducia negli altri. Ogni psicoterapeuta segue un codice deontologico e ha un segreto professionale, per legge, che sia chiaro, quindi escluderei totalmente il fatto che possa andare a riferire a terzi il contenuto delle sedute. La base di qualunque trattamento, che sia psicoterapia o terapia farmacologica, è instaurare un rapporto di fiducia completa verso il professionista. Da ciò che ha scritto deduco che questo è per lei il problema fondamentale.

Suggerisco vivamente di affidarsi a una psicoterapeuta, esporre tutto l'accaduto, e far leggere anche la mia risposta ai suoi quesiti. Le ricordo che questo genere di problemi sono soliti ripresentarsi frequentemente nel tempo. Se se ne vuole liberare è indispensabile un mix di trattamento psicoterapico e trattamento farmacologico serio per aumentare l'efficacia e raggiungere una dignitosa qualità di vita. Questa è la mia opinione professionale. Le auguro di fare una scelta consapevole.

Risposto il: 26 Ottobre 2018