Non esistono farmaci in commercio che possano ridurre il valore del CDT. Da considerare che tuttavia può risultare falsamente alterata in alcune condizioni. I soggetti con bassa sideremia presentano livelli di CDT più elevati; l’uso di contraccettivi orali e la terapia sostitutiva ormonale si associano a valori più
elevati della CDT (rispettivamente 7.5% e 45% di incremento); la cirrosi biliare primitiva, neoplasia epatica, emocromatosi, epatopatia cronica HCV e HBV
relata, trapianto combinato di rene e pancreas, varianti genetiche della transferrina e sindrome CDG (Carbohydrate-Deficient Glycoprotein) sono tutte condizioni in cui può risultare falsamente aumentata. CDT non può quindi essere utilizzata come marcatore di consumo alcolico nei pazienti con epatopatia cronica in fase avanzata; infatti, i valori della CDT hanno un andamento parallelo al grado di insufficienza epatica nei pazienti con epatopatia sia alcol-relata che non (soprattutto nei pazienti con epatopatia HCV-relata): per tale motivo, la CDT deve essere utilizzata con cautela nei pazienti con patologia epatica, soprattutto quando il grado di cirrosi raggiunge lo stadio C del punteggio di Child-Pugh (impossibilità di utilizzo della CDT come marcatore di abuso alcolico nella fase pre-trapianto, ma possibile sua utilizzazione nella fase post-trapianto); la variante genetica D della transferrina è molto rara nell’ambito della popolazione bianca, mentre è molto più frequente nella popolazione asiatica, sudamericana e nella razza nera; la sindrome CDG infine è costituita da un insieme di patologie autosomiche recessive in cui la caratteristica comune principale è un difetto di carboidrati nella transferrina sierica.