L’opinione in merito di chi scrive è quella di un medico che lavora da circa 15 anni con l’HIV e con l’AIDS, e che quindi sa, per conoscenza diretta della quotidiana pratica clinica, che purtroppo il virus HIV esiste, e che questo virus può provocare l’AIDS. Detto questo, cerco di rispondere in breve alle sue domande:
- L’AIDS non è una singola malattia, ma è una sindrome clinica caratterizzata da una grave depressione del sistema immunitario provocata dal virus HIV; questa immunodepressione, quando arriva oltre un certo grado, consente la comparsa di alcune infezioni (o di alcuni tumori) che vengono definite “opportunistiche”, proprio perché sono infezioni che approfittano della riduzione delle difese dell’organismo, ma che solitamente sarebbero innocue per un organismo sano. Quando compare una di queste infezioni (che comunque avrà sempre il suo nome, tubercolosi o altro), allora si dice che il paziente HIV positivo ha sviluppato l’AIDS.
- L’elemento infettivo è il virus HIV; l’AIDS l’abbiamo definito al punto 1.
- Esistono vari studi che hanno indagato il numero di cellule infettate giornalmente dall’HIV, ma si tratta comunque sempre di stime teoriche. Ma il dato rilevante è che il numero di cellule del sistema immunitario che vengono distrutte dal virus viene compensato da un aumento di produzione da parte dell’organismo; quello che succede però ad un certo punto, solitamente dopo anni, è che l’organismo non riesce più a compensare questo danno, per cui la produzione di nuove cellule diventa man mano insufficiente a sostituire quelle distrutte, per cui il loro numero complessivo inizia progressivamente a diminuire, portando appunto ad una condizione di immunodeficienza.
Questo in estrema sintesi, in quanto in realtà i meccanismi di interazione tra il virus e l’organismo sono estremamente complessi.