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Buongiorno,le scrivo per chierle un aiuto per mio

Buongiorno,Le scrivo per chierLe un aiuto per mio marito. Ha 43 anni, è una persona brillante, molto socievole, intelligente (al limite della genialità), si adatta a tutte le situazioni. Ma questo solo con gli estranei. Con la famiglia (quella di origine) è tutt’altra cosa. Il problema si aggrava dal fatto che lavora in una ditta a conduzione familiare (titolare il padre) in cui lavora fianco a fianco con fratelli e sorelle e padre. Dimostra una grande rabbia nei loro confronti che non riesce assolutamente a gestire: reagisce sempre con violenza a qualunque situazione che non sia come lui aveva deciso dovesse essere. La violenza si manifesta sia a parole (insulti e toni molto alti) che a gesti (oggetti che volano, vestri rotti, ma mai violenza contro altre persone). Sua madre sostiene che questo carattere è presente sin da piccolo. Ha grosse difficoltà a parlare con le persone delle cose proprie, non si apre mai completamente (neanche con me). A casa riesce a gestire la rabbia facendo una serie di lavori manuali (facendo e disfacendo perché non soddisfatto del risultato). Pare che voglia sempre raggiungere la perfezione e che la pretenda anche dagli altri.Sono molto preoccupata del suo stato, pare insoddisfatto della vita (o della vita che fa) ma non si riesce a parlargliene. Dice che non c’è nessun problema, che il problema sono gli altri e tronca qualunque tipo di discussione. Come posso aiutarlo? Come posso fargli prendere coscienza del suo stato? Ho sempre pensato che la sua rabbia nei confronti della famiglia derivasse dal fatto che ha dovuto abbandonare la sua carriera di musicista (per la quale ha studiato e faticato praticamente dall’età di 4 anni) per andare ad aiutare il padre in ditta per difficoltà economiche. Si sente sempre in qualche modo responsabile della famiglia, non accetterebbe mai di lasciare la ditta (è come se abbandonasse la famiglia), ma d’altra parte questo gli crea una grossa insofferenza. Ma la madre mi dice che anche da giovane, addirittura da piccolo, ha sempre avuto questo atteggiamento anche in casa: o si fa come dice lui o spacca tutto.Per favore datemi un consiglio.Grazie mille
Risposta del medico
Specialista in Psicoterapia
Gentile utente, capisco la situazione, ma, se suo marito è nell'ordine di idee che il problema ce l'hanno gli altri, o chiunque eccetto lui, diciamo che questo atteggiamento lascia poco spazio al contradditorio. Detto ciò, ahimè, debbo dire che rimane poco da fare: non si può costringere suo marito a fare un lavoro di psicoterapia contro la sua volontà, nè indurlo a cominciare un lavoro del genere per fare contento qualcuno. Perchè un qualunque genere di intervento sia efficace, è indispensabile che suo marito sia pronto ad affrontare un percorso, che sia motivato e disposto. In assenza di queste credenziali, ogni modalità di aiuto è destinata a fallire. Abbia pazienza, più che parlargli, lei non può. Arriverà il momento in cui suo marito sentirà la necessità di affrontare la situazione, e, per mia esperienza, solitamente questo capita quando si tocca il fondo. Una consulenza con uno psicoterapeuta può aiutarla per fronteggiare meglio certe situazioni difficili. Un caro saluto Dr. Delogu http://ipnosicagliari.blogspot.com
Risposto il: 13 Ottobre 2010