Buongiorno,
sono un ragazzo di 22 anni, magro, sportivo, pressione arteriosa 120-80
Sin da piccolo ho avvertito molto raramente una sensazione di tuffo al cuore (extrasistole). Nell'ultimo anno il disturbo è diventato più frequente. Tutto è cominciato quando un giorno mentre correvo ho avvertito 3 extrasistole non attaccate ma distanziate di 10 secondi l'una dall'altra. Poi è salita una tremenda paura ed è scattato un circolo vizioso che ho diluito coi giorni. Da allora comunque le extrasistole compaiono ogni tanto a riposo e ogni tanto sotto sforzo. Si alternano periodi in cui noto che sotto sforzo non accuso più nulla, divento sereno e convinto che è tutto un problema neurovegetativo e allora continuo per tanto tempo a non avvertire più nulla. Poi magari ne riavverto una sotto sforzo, mi impaurisco di nuovo e torna il circolo vizioso. A volte penso di essere sereno eppure le avverto ugualmente. In tutto questo periodo ho svolto 3 ecocardiogrammi di cui l'ultimo con un macchinario penso tridimensionale o comunque più esaustivo degli altri: esito negativo, solo un soffietto al cuore estremamente lieve, impercettibile al suono. 2 holter cardiaci, il primo l'ho effettuato in un giorno in cui subivo il circolo vizioso e ansioso che mi procuravano extrasitole: trovarono 7 extrasistole in tutto, 4 ventricolari e 3 sopraventricolari. L'ultimo holter fatto di recente non ha rilevato alcuna aritmia nonostante abbia anche corso per 40 minuti portando il cuore fino a 180 battiti. Prova da sforzo effettuata parecchi mesi fa quando ancora la mia mente non pensava alle extrasistoli, me ne fu rivelata una sola all'inizio dello sforzo e mi fu detto che stavo benissimo, visto anche il cuore all'esame dell'ecocardiogramma risultava sano.
Ora mi è stato detto di nuovo. Però pochi giorni fa ho riavuto una forte crisi d'ansia in seguito alla percezione di extrasistole mentre salivo due rampe di scale. Ho avuto due giorni in cui sentivo extrasistole semplicemente salendo scale, alzandomi dalla chiesa. Ora sono tornate ad essere sporadiche, ma ancora più frequenti del normale. Stamane ne ho avvertite 3 in 10 minuti di corsa anche se non nella forma di un colpo netto e forte, più come una pausa non troppo fastidiosa.
Le mie paure sono le seguenti:
-so che le extrasistoli sono pericolose se compaiono sotto sforzo. Il mio cuore però è sano all'ecocardiogramma. Quindi è vero che, come dice il mio cardiologo, posso stare tranquillo? E' vero che le extrasistole sono pericolose solo nel cardiopatico? perchè su internet ho letto di possibili cardiopatie subcliniche di cui potrebbe soffrire lo sportivo e che l'attività fisica in questo caso potrebbe favorire lo sviluppo di aritmie fatali. Cosa significa patologia "subclinica"? Significa forse che potrei avere una patologia che resta invisibile anche all'ecocardiogramma?
-E se si trattasse di una malattia di tipo esclusivamente elettrico? Quando si può parlare di malattia elettrica? In questo caso l'attività fisica farebbe bene o male?
-Più nello specifico, nel mio caso: è possibile essere cardipatici ma stare bene per un lungo periodo e stare male saltuariamente? Come si spiega che il giorno prima gioco a calcio e a tennis senza sentire nulla e anzi sentendomi al top e poi il giorno dopo sento extrasistoli semplicemente alzandomi dalla sedia? Perchè è così che è andata: la settimana scorsa sono stato a giocare a tennis 2 ore, poi un altro giorno ho fatto una partitella di calcio tra amici della durata di 15 minuti. In entrambi i casi ho corso molto, spensierato e senza percepire nulla. Poi qualche giorno fa l'ultiima crisi.
Vi prego di rispondermi in modo chiaro e mi scuso per il tempo che vi richiedo ma dovete cercare di capirmi: questo problema condiziona la mia vita sociale poichè sono un tipo dinamico, mi deprimo senza sport, amo correre 2 minuti al giorno, amo giocare, amo camminare in montagna e amo più che mai lo sci. Con la mia ragazza e miei amici condivido questi interessi, vi rendete conto? Desidero condurre una vita normale, è l'unica che ho. Vi ringrazio infinitamente
Risposta del medico
Paginemediche
Il suo disturbo, di probabile natura neurovegetativa come da lei molto correttamente individuato, non costituisce motivo di preoccupazione alcuna. Proprio la sua assoluta sporadicità e capricciosità ne indica la benignità.