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Esperto Risponde

causa della sofferenza non è il "peccato" ma l'immaginazione

Buongiorno,vi spiego brevemente (se possibile) la mia situazione.Un anno e mezzo fa, in un periodo non facile di convivenza coniugale, ho avuto un rapporto(uno solo) extraconiugale. dopo questo rapporto ovviamente pentimento e sensi di colpa e la necessità di recuperare il rapporto di coppia.Dopo 40 giorni da quell'evento, ho avuto un rapporto con mio marito che volendo un secondo figlio non è stato attento.Qualche settimana dopo scopro di essere incinta. Nasce il panico. Ho fatto nell'arco di un mese 4 eco, tutte che riportavano al rapporto avuto con mio marito e non quello di 40 giorni prima. Nonostante ciò ho vissuto tutta la gravidanza con ansie ed angoscie fino al parto dove tutto si è quasi concretizzato. Il bimbo nato oltre ad essere totalmente diverso da noi (biondo con occhi azzurri) non assomigliava a nessuno. Subito su consiglio dei medici ho iniziato terapie di supporto psicologico (sia psichiatra che psicologa) nonostante mesi e mesi di terapie il problema non passa ed oggi a 5 mese dalla nascita di mio figlio ancora vivo le ansie ed i timori nostante nel contempo abbia fatto ben tre test del dna (con laboratori online tutti diversi) e tutti che danno lo stesso esito cioè che riporta al rapporto con mio marito.Io non so più cosa fare, e vivo nel continuo timore ed ansia , vorrei tanto confessare tutto, ma so che non è possibile per il bene della mia famiglia e che alla fine non saprei cosa confessare...tranne quel singolo avvenimento. Guardo il piccolo ed il suo aspetto e con la mente ritorno indietro al rapporto extraconiugale proprio con persona chiara con occhi chiari e stessi caratteri somatici. Credo di impazziere e non so che strada prendere.L'unoica cosa che mi sento dire dalla psicologa e che la mia non accettazione dipende dal fatto che non amo mio marito ed il confessare è èper me la liberazione. Ma non è così! io amo mio marito (nonostante i roblemi e le difficoltà) ed il pensiero di perderlo e di distruggere la ns famiglia mi uccide. Vi chiedo cosa devo fare?Grazie in anticipo.saluti
Risposta del medico
Specialista in Psicoterapia
Gentile signora, Credo di dover mantenere fermi due punti importanti. Il primo riguarda la necessità di continuare gli incontri di supporto psicologico ed impegnarsi ad andare agli appuntamenti; 5 mesi non sono molti e ritengo opportuno proseguire con una psicoterapia vera e propria. Il secondo punto riguarda il suo impegno nei confronti della realtà. Ciò che sta vivendo non dipende da fatti reali: il suo bambino è nato dal rapporto con suo marito e i test lo confermano; il suo rapporto extraconiugale non è così importante per la qualità della vita e della relazione con suo marito e con i suoi figli. E' arrivato il momento di rendersene conto (e so che non sarà facile per lei) ma, mi creda, la sua confessione sicuramente non produrrebbe effetti positivi, anzi .... Tra l'altro, lo ha confessato anche a me e pubblicamente - in quanto ciò che ha scritto può essere letto da chiunque - eppure, come può notare, tutto ciò non cambia il suo problema. Sono convinto che lei possa uscire egregiamente da questa profonda crisi e le auguro di non mollare. Coraggio
Risposto il: 27 Ottobre 2012