Dal giugno 2005 sono stata seguita da un centro oncologico perchè affetta da LNH a larghe cellule B primitivo del mediastino, stadio II B, E bulky polmonare IPI. Sono stata sottoposta a 6 cicli di chemioterapia secondo lo schema ProMECE-CYTABOM (PEC) e successivamente (dal 7/11 all'1/12) a trattamento radioterapico IFRT con esito di remissione completa. La TAC di controllo di febbraio evidenziava una riduzione della massa linfomatosa in sede paracardiaca destra ma, nel successivo esame PET di giugno, risultavano zone di aumentato metabolismo glicidico nel mediastino alto-anteriore, sovraclaveare sx e nella sede paramediastinica inferiore dx. E' immediatamente seguita un'indagine TAC che lasciava l'esito TAC di febbraio invariato. Ho rifatto PET a fine luglio con esito migliore, ma ancora indicante la presenza di un reperto ad elevata attività metabolica in sede paracardiaca dx, esito confermato dall'esame PET eseguito all'inizio di ottobre. I medici rimandano ad un successivo esame TAC a dicembre le decisioni riguardo ad un eventuale nuovo ciclo di chemio più autotrapianto di cellule staminali. Ritenete che quest'attesa implichi delle ulteriori complicazioni e/o aggravamenti per cui non sia più curabile la mia malattia? Ritenete che la terapia suggeritami dai medici sia la scelta migliore?
Risposta del medico
Paginemediche
Le scelte dei colleghi sono condivisibili; la PET non è un esame dall’esito inoppugnabile e conviene iniziare eventuali trattamenti solo di fronte una chiara evidenza di ripresa di malattia.