Caro Prof, sono d'accordo con la Sua perplessità.
D'altro canto, potrebbero essere verificate due possibilità: una è che nel momento in cui è stata inserita l'attuale terapia i colleghi abbiano ravvisato nella paziente aspetti di ordine distimico, per cui comunque, se la malattia è in fase iniziale, può trarsi un beneficio clinico. L'altra possibilità è che il quadro sia stato interpretato come una "pseudo demenza" indotta da una fase di estrema depressione del tono dell'umore (la diagnosi differenziale spesso è difficile, specie se prevalgono i sintomi "negativi": abulia, ritiro sociale, acinesia). Talora, nel dubbio, si persegue una "condotta d'approccio", legata in buona parte alla rassegnazione circa la cattiva prognosi dell'Alzheimer.
I farmaci procolinergici sono sicuramente efficaci nelle fasi iniziali del morbo. Purtroppo non sembrano in grado di alterare significativamente la storia naturale di questa brutta malattia.
La ringrazio io per la Sua gentilezza.